Ciao Gino “bidello”
CRONACA - 26 04 2020 - Benedetto Della Vedova
Varcai la soglia di Palazzo Credaro il giorno di San Remigio del 1968 e da allora per cinque anni Gino è stata per me, come per migliaia di ragazzini tiranesi con qualche anno in più e qualche anno in meno, una figura di riferimento. A partire dal calamaio riempito per penne d’altri tempi con pennino, funzione poi soppiantata dalle penne Bic. A volte oggetto dei nostri scherzi impertinenti, cercava di essere severo ma con spirito troppo paterno per riuscirvi: dava sempre la sensazione, alla fine, di essere dalla parte nostra piuttosto che da quella delle maestre o maestri e del direttore. Classe 1925, come mio padre, Carlo il sacrista e tanti altri di cui sempre mi parlava quando negli ultimi anni lo incontravo in Piazza Parravicini e ci intrattenevamo a chiacchierare dei tempi andati e di quelli a venire. Ciao Gino, la terra ti sia lieve. Benedetto Della Vedova
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