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Cosa sta succedendo al nostro pianeta

CRONACA - 29 08 2019 - Sara Gobetti

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/cambiamento climatico

Tanto si è parlato questa primavera dell’esordio attivista di una sedicenne svedese dal viso paffuto ma lo sguardo severo, che ha voluto dedicare la sua giovane esistenza a sensibilizzare il pianeta sull’emergenza climatica, e sulla sfacciataggine con cui i leader politici non accolgano l’emergenza della questione. L’intervento di Greta Thunberg è stato così significativo da ottenere notorietà a livello mondiale, tanto da farle tenere un discorso al vertice delle Nazioni Unite COP24 e farle organizzare un efficace sciopero mondiale lo scorso 15 marzo 2019, dove solo in Italia hanno partecipato un milione di persone.

Il 29 luglio scorso è stato l’”Overshoot Day”, ovvero il giorno in cui gli scienziati hanno stabilito che la terra ha esaurito le proprie risorse biologiche in grado di rinnovarsi in un anno, e che dunque la nostra domanda di cibo, acqua, e assorbimento di anidride carbonica ha eccesso l’offerta di queste risorse, così abbiamo iniziato a sfruttare quelle riservate al futuro.
Recentemente siamo stati colpiti da drammatiche immagini di incendi divampati tra gli alberi dell’Amazzonia, il “Polmone verde” del pianeta terra che si trova per il 65% in un paese – il Brasile – che possiede un leader politico evidentemente poco sensibile alla questione climatica, e più sensibili agli interessi delle industrie agrooalimentari e minerarie. Il disastro è agghiacciante, se si pensa che secondo alcuni studiosi il 15-17% della foresta pluviale più importante della terra, ecosistema che ospita 3 milioni di specie animali e piante e principale assorbitrice di anidride carbonica, è già distrutto. I big del mondo hanno trattato la questione in questi giorni nel G7 a Biarritz, Francia, vista l’emergenza dell’accaduto.
 

A fronte di questo movimentato 2019, la domanda sorge spontanea: sono autentiche le ragioni dell’agitazione globale che riguarda il cambiamento climatico?
Per aiutarci a rispondere, l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il comitato ONU che si occupa di clima, ha dichiarato che il globo si è riscaldato di quasi un grado come media terrestre, e che a fine secolo questo riscaldamento potrà toccare i 4-5 gradi. Questo cambiamento è più rilevante di quello avvenuto negli ultimi diecimila anni, se si considera che la sua preoccupante velocità non permette agli esseri viventi di adattarsi. Il riscaldamento porta eventi climatici catastrofici come l’innalzamento dei mari, l’incremento di periodi di elevata siccità, l’aumento per intensità e numero di tempeste e alluvioni che colpiranno milioni di persone minacciando specie animali, piante e habitat fondamentali per il pianeta. Come afferma la comunità scientifica, il cambiamento climatico è in atto adesso, in questo preciso istante dell’epoca storica in cui ci troviamo, e non è una minaccia futura che possiamo allontanare con il lusso della nostra mortalità e limitatezza umana.
Inoltre, è proprio l’esistenza umana la causa di questo preoccupante cambiamento planetario, come ci confermano i dati sull’aumento di anidride carbonica del 40% e sull’aumento del gas metano del 150% in seguito alla rivuoluzione industriale per l’utilizzo di combustibili fossili (WWF) ; i dati sulla produzione e consumazione di cibo insostenibile, sull’emissione di gas a effetto serra e sulla distruzione delle foreste per scopi quasi sempre politico-economici.
 

In conclusione, si può affermare che, volenti o nolenti, bisogna accettare la realtà; l’intervento dell’attivista svedese non è inguistificato e la questione climatica non riguarda i nostri discendenti tra centinaia di generazioni, ma rigurda i nostri nipoti, i nostri figli, e anche noi. Il minimo che possiamo fare è tenerci informati sulle questioni che interessano il nostro pianeta, per accrescere una consapevolezza generale dell’emergenza che stiamo vivendo.

 

Sara Gobetti

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