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Don Tullio Viviani, un ricordo a 11 anni dalla sua scomparsa

CRONACA - 08 02 2017 - Ivan Bormolini

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Foto tratta da "Le Campane di San Martino", edizione speciale aprile 2006

Oggi, mercoledì 8 febbraio, ricorre l'undicesimo anniversario della scomparsa di don Tullio Viviani, prevosto della Parrocchia e Collegiata di San Martino dal 1987 al 2006.

 

Successore di un altro storico prevosto, don Gino Menghi, sin dagli inizi del suo mandato alla guida di San Martino, Don Tullio ha tracciato un profondo solco innovativo nella vita della Parrocchia e dei fedeli parrocchiani. Credo fortemente, e la mia opinione è comune tra molte persone ancor oggi, che don Tullio abbia lasciato un'impronta indelebile fatta di grandioso valore umano, cristiano, storico e culturale.

 

Dal punto di vista del buon prevosto o buon pastore ha dato moltissimo, era presente ovunque in tutte le situazioni, è stato vicino ai parrocchiani nei momenti lieti ed ha sempre trovato le giuste parole di conforto e preghiera nei confronti di coloro che si sono trovati a vivere situazioni di sofferenza per tanti motivi. 
Le sue omelie, cariche di una vibrante volontà di comunicare e diffondere sempre più i valori della fede cristiana, erano delle vere e proprie lezioni di vita.

 

Oltre a tutto questo don Tullio è stato un grande rinnovatore dei beni della nostra parrocchia.
Come scordare i restauri dell'oratorio parrocchiale Sacro Cuore e tantissimi altri interventi che hanno fatto parte dell'ambizioso progetto di conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico e storico della Parrocchia? Progetti realizzati con concretezza, che oggi ci permettono di avere un patrimonio rinnovato e di immenso valore, che gode di un ottimo stato di conservazione proprio grazie alle opere volute da don Tullio.

 

Don Tullio non si era scordato nemmeno della cultura: la volontà di redarre un volume che raccontasse tutta la storia della Parrocchia di San Martino è stata un'intuizione oserei dire geniale, realizzata grazie alla grande ricerca dello storico William Marconi, del professor Gianluigi Garbellini ed impreziosito dalle fotografie di Ivan Previsdomini.
E poi l'ultimo regalo fatto ai tiranesi, la Biblioteca Storica Parrocchiale San Martino, un luogo che custodisce moltissimi volumi storici risalenti ad epoche remote, tutto catalogato e schedato, un valore storico e culturale di grandiosa eccellenza.

 

Si potrebbe raccontare tanto di Monsignor Tullio Viviani; mi vengono alla mente le parole pronunciate nella storica processione del Cinquecentenario da San Martino sino al Santuario, e tanti altri aneddoti di vita.
Ricordo che a lui, 17 anni fa, avevo fatto la mia prima intervista parlando della fede dei tiranesi. Con lui avevo collaborato nella stesura di quattro lunghi articoli sulla vita ed il martirio di Nicolò Rusca, pubblicati sul bollettino parrocchiale “Le campane di San Martino”. Era così don Tullio, un vulcano di idee; la cosa bella, estremante gratificante per lui e per i tiranesi, è che è riuscito a metterle tutte in pratica con un dinamismo ed una volontà contagiosi.

 

Per descrivere e ricordare don Tullio, nell'occasione di questo anniversario di morte, mi piace citare un termine che un suo illustre predecessore, don Lino Varischetti, aveva usato per celebrare l'operato di un altro grande prevosto di San Martino, don Luigi Albonico, “prevosto dell'infaticabile zelo”. Sono convinto che simili parole possano essere, ieri come oggi, attribuibili senza dubbio alcuno anche a don Tullio Viviani. Grazie don Tullio.

 

Ivan Bormolini

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