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E' mancato il professor Anatolio Casagrande

CRONACA - 12 05 2020 - Ivan Bormolini

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/Anatolio Casagrande

(Di I. Bormolini) Domenica, a Magenta, è scomparso il Professor Anatolio Casagrande. Senza ombra di dubbio il suo nome, rientra a pieno titolo nell'albo dei medici che hanno scritto tantissime pagine importanti della storia del nostro ex presidio cittadino, facendolo divenire per anni una delle eccellenze della rete ospedaliera in valle.

 

Uomo di scienza e vastissima quanto pluriennale esperienza nel campo della chirurgia, aveva investito notevoli risorse umane e professionali al fine di poter avere un reparto all'avanguardia e capace di rispondere a tutte le esigenze dei pazienti.

Stimatissimo da tutti i tiranesi, il Professor Casagrande sapeva stabilire con i pazienti un rapporto basato sulla grande professionalità senza mai scordare un contatto di estrema umanità e vicinanza nei confronti di coloro che si affidavano con estrema fiducia alle sue cure.

 

Dopo aver lasciato la nostra città, aveva continuato instancabilmente la sua attività di chirurgo presso altre realtà, si può dire che per lui il suo lavoro era una vera e propria missione dove aveva continuato sino a poco tempo fa a mettere a disposizione le sue straordinarie conoscenze.

Qualcuno di noi lo ricorderà, quando giungeva presso il nostro ospedale di buon mattino, camminando con passo spedito in via Pedrotti; aveva sempre un sorriso benevolo per tutti e non disdegnava mai di dispensare amichevoli saluti a chi incontrava in quel breve tragitto che lo conduceva dalla sua abitazione a quella che lui stesso definiva con orgoglio, la sua seconda casa.

 

Già, perché il suo reparto di chirurgia era veramente per lui come una famiglia. Ricordo che in un'intervista pubblicata sull'allora mensile “Tirano & Dintorni”, il Professor Casagrande mi raccontava che lui sapeva quando iniziava la sua giornata lavorativa, ma difficilmente poteva calcolare quando finiva. Affermava di essere sempre reperibile H/24, tutti i giorni festivi compresi e staccava la spina solamente nei brevi periodi di ferie che si concedeva nell'arco di un anno.

Pungente in quell'occasione era stata la sua presa di posizione in merito alla chiusura del nostro ospedale, che definiva senza mezzi termini una decisione iniqua e ingiusta.

 

Un grande pezzo del suo cuore era però rimasto nella nostra Tirano, nella silenziosa e storica contrada Dosso aveva ristrutturato una graziosa casetta, dove amava tornare per trascorrere i suoi periodi di riposo, soprattutto nelle stagioni primaverili e estive, incontrando tanti amici di Tirano.

Una delle ultime volte che l'ho rivisto mi diceva che aveva operato il giorno prima per ben nove ore consecutive, aveva una fibra veramente da far invidia.

 

Era davvero un piacere colloquiare con lui, oltre alla sanità aveva una conoscenza spiccata in tanti altri settori, soprattutto mi chiedeva spesso del Morelli affermando che la Valtellina non poteva perdere un simile ospedale. Mi diceva che secondo il suo punto di vista, limitare ulteriormente la sua azione sarebbe stato un errore gravissimo che si sarebbe ripercosso sulla nostra popolazione in modo indelebile.

 

Sono certo che la Città di Tirano e i tantissimi tiranesi che sono stati curati da questa illustrissima figura, debbano dedicare oggi al Professor Casagrande un pensiero di estrema gratitudine per la sua instancabile attività di chirurgo e per il bene che ha saputo fare in tanti anni di onorata carriera presso il nostro ospedale.

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