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Finanzieri esempio per le generazioni nuove

CRONACA - 20 02 2020 - Ercole Ricci

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/lettera aperta

Quando si parla di eroismo, coraggio e senso del dovere di solito si associano a delle figure che hanno avuto la sorte di distinguersi per atti di eroismo, per l'impegno nella solidarietà, nel soccorso, e nella promozione della legalità. Il passato, ci ha consegnato anche degli esempi di ragazzi che sono stati in grado di guadagnarsi un posto nella storia salvando delle vite umane.

Oggi, viviamo in un’era del capitalismo e della super tecnologia, che purtroppo ci fa perdere l’umanità, la solidarietà e il senso dello Stato. Oggi gli ideali seguiti dagli “eroi” sono tremendamente distorti rispetto al passato: tutto si fa, spesso, per fini economici ed encomiastici. Salvare la vita di qualcuno o tendere una mano al bisognoso è diventata una stranezza della nostra epoca tanto che chi lo fa diventa in automatico eroe.

 

Fare il proprio dovere essere altruisti sembra facilissimo, scontato, ma non è così. Non è così perché presuppongono un carattere cosciente, capace di applicare quei principi e quei valori che danno un senso compiuto all’esistenza personale e a quella collettiva. Il dovere, l’altruismo sono la carta di credito di un cittadino, il suo modo di essere presenza.

Un Grande esempio di senso del dovere, eroismo e umanità sono stati Antonio Farci e Cinus Dario, due giovani Guardie di Finanza che hanno compiuto il loro dovere di servitori dello Stato fino in fondo con grande generosità e che non si sono tirati indietro davanti ai rischi che sapevano di correre e alle responsabilità. Le loro missioni in difesa della della legalità, compiute con profondo senso del dovere e altissima professionalità, rappresenteranno sempre un esempio per chi si batte per questi valori.

 

Antonio e Dario, due ragazzi di soli 21 e 23 anni le cui condizioni di povertà, la perdita di ogni speranza in un cambiamento radicale e soprattutto con tanta voglia di vivere e non sopravvivere li portarono a lasciare la loro bellissima Sardegna i lori cari per cercare di fortuna lontani da casa.

Dopo aver frequentato un corso di formazione tecnico professionale della durata di 12 mesi, venivano assegnati al Comando di Compagnia della Guardia di Finanza di Tirano dove si rendevano subito tenacemente attori di positivi episodi di repressione del contrabbando. Un fenomeno che non sembrava non provocare alcun sentimento di “censura”, in quanto più che un “crimine” appariva come una sorta di maniera per “sbarcare il lunario”, un fenomeno sociale, soprattutto in periodi di miseria e di fame durante il quale non sono mancati eventi spesso tragici, che accomunavano finanzieri e contrabbandieri.

 

Eventi tragici che hanno visto protagonisti proprio Dario e Antonio.

Il Finanziere Dario CINUS è morto come muoiono gli eroi, e per tutti noi rappresenta un simbolo della generosità di tanti servitori dello Stato, caduti prima di lui nell'esercizio del proprio dovere. Parlo di eroismo perché Dario coscientemente, spinto dal suo irrefrenabile generoso impulso metteva a repentaglio la propria incolumità per salvare la vita di un giovane contrabbandiere, che nel tentativo di sfuggire al fermo da parte dei finanzieri metteva un piede in fallo e precipitava nel sottostante burrone, trascinando nella caduta anche Cinus che perdeva la sua giovane vita.

 

Per il gesto eroico il Presidente della Repubblica con Decreto del 15 ottobre 1966 conferì alla Fiamma Gialla la medaglia d’argento al valor civile alla memoria.

Il Finanziere Antonio FARCI. La sua vita ci parla di ripetuti atti di coraggio e abnegazione. La sua morte ci ricorda ancora una volta, nel modo più tragico e doloroso, la generosità e l'eroismo di chi ha messo la sua vita al servizio dello Stato.

Vittima di una mano omicida, freddato da sei colpi di pistola, durante un servizio per la repressione del contrabbando, da un contrabbandiere sorpreso a caricare caffè su un’auto la notte del 30 novembre 1971.

 

Il gravissimo fatto di sangue è uno dei più efferati della storia del contrabbando valtellinese, avvenuto nella piazzetta di Roncaiola, piccolo borgo del Tiranese. Unanime è stato l’accorato dolore della popolazione Tiranese che sin dal pomeriggio del 30 aveva tributato alla salma del Caduto un commosso omaggio con una continua processione di persone di ogni ceto sociale che deponevano fiori davanti al feretro.

 

Con decreto del 1° febbraio 1973 del Presidente della Repubblica alla giovane fiamma gialla, veniva conferita la medaglia di bronzo al Valor Militare alla memoria.

Il sacrificio di Dario e Antonio, ricordato anche con due lapidi posate nei luoghi dei tragici eventi, rappresenta una delle immagini più intense e commoventi di due italiani, di due servitori dello Stato, e sarà sempre vivo in tutti noi.

 

Ercole Ricci

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