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In Municipio a Tirano un drappo rosso stigmatizza la violenza sulle donne

CRONACA - 20 11 2019 - Redazione

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/drappo rosso tirano

Anche quest'anno in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne che si celebra il 25 novembre, il Comune di Tirano espone, dal 20 novembre, un drappo rosso.

 

La violenza sulle donne si esplica in tanti modi: maltrattamenti, violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica. Può succedere ovunque: sui luoghi di lavoro, fuori e dentro casa, spesso perpetrata da uomini che dicono di amare.

Una violenza che fonda le sue radici nella cultura sessista e negli stereotipi, troppo spesso veicolati anche dai media, che vedono la donna relegata a un ruolo subalterno ovvero ridotta a mero oggetto del desiderio. Una sottocultura arcaica che è culla della follia femminicida, di abusi, aggressioni e di episodi di stalking in costante crescita. E purtroppo il fenomeno della violenza alle donne resta importante anche in una provincia piccola come la nostra.

 

Non è solo con interventi di emergenza che si combatte la violenza sulle donne, ma si contrasta con un’educazione e con la diffusione di una cultura basata sui principi cardine di ogni società civile: libertà, uguaglianza e parità. Solo diffondendo questi valori, anche ai più piccoli, si può costruire un futuro dove i rapporti si fondano sul reciproco rispetto e si possono contrastare le ideologie integraliste che impediscono di sensibilizzare i giovani nelle scuole contro il sessismo, l’omofobia, il razzismo.

 

Usare le parole giuste, contrastare gli stereotipi, attuare la par condicio di genere e dunque educare alla parità sono i passi giusti per promuovere un vero cambiamento.

L’esposizione del drappo rosso è un gesto simbolico dell’Amministrazione Comunale che vuole manifestare pubblicamente la contrarietà ad ogni forma di violenza e discriminazione invitando la cittadinanza a riflettere su un problema sociale tragicamente attuale e a fare propria questa battaglia culturale.

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La giornata mondiale contro la violenza sulle donne fu istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. La data del 25 novembre non è stata scelta a caso. In questo stesso giorno del 1960 furono uccise le tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana. I corpi di Patria, Minerva e Maria furono ritrovati in fondo a un precipizio. Addosso i segni evidenti della tortura. Erano state catturate in un’imboscata dagli agenti dei servizi segreti del dittatore Rafael Leònidas Trujillo, che per più di trent’anni ha governato la Repubblica Dominicana. Le donne, brutalmente uccise mentre stavano andando a trovare i loro mariti in carcere, erano coinvolte in prima persona nella resistenza contro il regime. Il loro nome in codice era Las Mariposas. L’omicidio de “Le farfalle” ha scatenato una dura reazione popolare che ha portato nel 1961 all’uccisione di Trujillo e quindi alla fine della dittatura.

In Italia e nel mondo subisce violenza, mediamente, una donna su tre dai 15 anni in su. Il timore della violenza è confermato dal dato secondo il quale il 53% di donne in tutta l’Unione Europea afferma di evitare determinati luoghi o situazioni per paura di essere aggredita.

Sono spesso i partner o gli ex partner a commettere gli atti più gravi: in Italia sono, infatti, responsabili del 62,7% degli stupri. Una lunga scia di violenza che può culminare con l’estrema conseguenza: il femminicidio. Nel 38% dei casi di omicidi di donne, il responsabile è, ancora una volta, il partner.

 

Un dato significativo relativo a questo fenomeno nel nostro territorio arriva dal Centro Antiviolenza “Il coraggio di Frida” di Sondrio che nel 2019 ha visto già 49 donne prese in carico e dalla Procura che dal luglio 2018 al giugno 2019, ha contato 20 fascicoli aperti per violenza sessuale, 100 per maltrattamenti, e 100 per stalking (dati ufficializzati il 10 settembre 2019 in occasione del Rinnovo del Protocollo d’intesa provinciale per il contrasto della violenza alle donne).

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