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Perplessità sullo sbocco della nuova tangenziale nella zona del Campone in Tirano

CRONACA - 15 01 2022 - Ezio (Méngu)

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/tangenziale tirano

Stimato signor Santo Spavetti, leggo nel suo chiaro articolo un passaggio che mi ha tolto il sonno e che lo toglierà a molti per anni per le arrabbiature e tribolazioni con cui avranno a che fare riguardo l’uscita della nuova Tangenziale della zona del Campone. Lei ha scritto tra l’altro ”  altri parcheggi interrati in altre località mi sembra indecente, quando sarebbe prioritario, essendoci già il progetto  definitivo, il tratto CAMPONE /LOVERO della SS 38, il progetto definitivo, redatto da PRO ITER nel 2003, si potrebbe realizzare il tratto CAMPONE- LOVERO , in modo da evitare la salita del Campone, con pendenza di circa l’ 8% , che in caso di nevicate il traffico si blocca, ………..con il rischio comunque di code perché’ dal semaforo di Tirano la coda può arrivare alla prevista rotonda del Campone e quindi bloccare il traffico anche dopo realizzata la tangenziale ( tagliata per risparmiare la tratta Campone/Lovero).

 

Ho sentito decine e decine di persone che ben conoscono la zona di Tirano molto scettiche per quella scelta progettuale a mio avviso “ inopportuna per non dire sciagurata” dell’uscita a mezza “ rata” sul Campone della nuova Tangenziale. Che dire e che fare ? Sembra da lungo e affannoso dibattere su questo giornale che il Signor Spavetti Santo ha capito in modo chiaro il problema e lo affronta con carta alla mano. Condivido il suo pensiero per ciò che riguarda la zona del Campone ( per gli altri  buoni e logici suggerimenti ormai i buoi sono scappati dalla stalla e ne saranno responsabili coloro che hanno lasciato la porta aperta  ) ma per il problema del Campone siamo ancora in tempo a modificare e a provvedere. Purtroppo poco si ascolta il cittadino che per la sua esperienza potrebbe sopperire a “ svarioni “ che umanamente possono accadere a chi progetta o non conosce o non ha vissuto il territorio per molti anni. Caro Spavetti, come le ho detto, Lei mi ha tolto il sonno ricordandomi , per l’ennesima volta, quella  “ dannata “ uscita della tangenziale al Campone e per riprendermi dallo “ stress “ ho interpellato un Signore, che ora è nonno e che è stato Cittadino valente, dando un contributo importante per Tirano e che, nel mio caso, e nel caso di molti,  riceveva, ascoltava, immagazzinava i suggerimenti , li meditava e poi , se era il caso, dopo analisi con i suoi collaboratori proponeva e progettava. Questo lo ha fatto, con molti, per 10 anni. spero e auguro che riesca ancora a fare.. Cosa mi ha risposto in merito ? Semplice , quello che ho sentito dire da molti cittadini e che  non sembra esistere da progetto., Quella zona del Campone non è idonea alla sbocco della Tangenziale. E allora ? Caro Spavetti, io non conto nulla, cosa vuole che conti un vecchio di quasi ottanta anni, per giunta magari guardato di traverso?  Ebbene, un mio consiglio, passionale e personale: perché non fare una indagine, un  “ referendum”  o una assemblea con i cittadini per sapere cosa ne pensano?  i Un vecchio proverbio recita “ mèi vegnì rus prima, che smòrt dòpu “ . E il Primo cittadino di Tirano cosa ne pensa ?

 

Ezio (Méngu)

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4 COMMENTI

20 02 2022 10:02

ssp

TANGENZIALE di TIRANO- SS 38. Tra GANDA e DOSSO, zona a rischio caduta MASSI e frane,come documentato dalle carte di rischio e VAS Comune di TIRANO, non e' concepibile una strada cat. C1, passi a ridosso di un pendio, con rischio VITTIME, posando il generico cartello "caduta massi", o si sposta il tracciato a distanza dal pendio, o si realizza subito GALLERIA PARAMASSI per evitare vittime. INTERVENGA LA PROCURA per verificare se :PER I PERICOLI CONSEGUENTI: -Al passaggio del tracciato con rilevato nella fascia A del PAI soggetta a pericolo di esondazione. - AL POSIZIONAMENTO DEL TRACCIATO e rotonda per svincolo di TIRANO,NEL CONOIDE DI GANDA e conoide della val Tigozzi , in area di possibile esondazione e di possibili colate detritiche DEBRIS FLOW,in caso di nubifragio,visto che la pericolosita’ del conoide e’ nota essendo riportata nelle carte di rischio sia la possibilita’ di colate detritiche che di possibile frana.(vedasi quanto esposto in merito nella relazione allegata). -AL PASSAGGIO DEL TRACCIATO TRA LA LOC. GANDA E DOSSO in zona soggetta a pericolo di caduta massi. Siano stati adottati tutti gli accorgimenti necessari ad evitare pericoli per la circolazione stradale, e la soluzione di tracciato adottata sia quella che garantisce il maggior rapporto costi/benefici- segnalo che nel tratto GANDA/DOSSO per rendere sicura la sede stradale dai pericoli di caduta massi e DEBRIS FLOW, servirebbe la galleria artificiale, con maggiori costi (costi non previsti nel progetto esecutivo). Mentre spostando il tracciato a lato ADDA , inglobando la sp. 24 (soluzione non oggetto di analisi costi/benefici), il tracciato sarebbe sicuro da tali pericoli, con anche un notevole risparmio economico e di occupazione di area agricola. I conoidi possono essere interessati da colate detritiche(DEBRIS FLOW), con rischio i vittime come a Chiareggio, tre morti e due feriti, per cui e’ in corso indagine da parte della Procura di SONDRIO con le ipotesi di reato di “Omicidio colposo plurimo e disastro colposo” da parte del sostituto procuratore Stefano Latorre, titolare dell’inchiesta ,con perizia affidata al geologo Maurizio Azzola (dati da IL GIORNO). PER LA TANGENZIALE di TIRANO, considerato che sono verosimili pericoli,per passaggio del tracciato in aree soggette a colate detritiche(DEBRIS FLOW) e caduta massi,viste le tragedie ,per cui la Spett. PROCURA di SONDRIO, ha in corso indagini con le ipotesi di reato di “Omicidio colposo plurimo e disastro colposo”,va verificata la pericolosita’ del tracciato, per evitare il ripetersi di tragedie. RISCHIO COLATE DETRITICHE –DEBRIS FLOW. DA IRER- Istituto Regionale di Ricerca Lombardia: “Definizione delle soglie pluviometriche d’innesco di frane superficiali e colate torrentizie:accorpamento per aree omogenee-Codice IReR: 2007B023Project Leader: Federico Rappelli-Rapporto Finale-Milano, settembre 2008. La capacità distruttiva dei MDF (ndr: colate detritiche-debris flow) è sovente sottovalutata in quanto essi si originano lungo torrenti di modeste dimensioni che drenano aree di non molti chilometri quadrati, caratterizzati da portate ordinarie il più delle volte pari a qualche decina di litri/sec per la maggior parte dell’anno. Le condizioni-chiave che si debbono presentare contemporaneamente affinché si manifesti il fenomeno sono essenzialmente: a) piogge di elevata intensità, in grado di saturare gran parte dei materiali sciolti presenti entro l’incisione torrentizia; b) adeguata pendenza del fondo; c) presenza di materiale detritico mobilizzabile.” PERTANTO I CONOIDI SONO SOGGETTI A POSSIBILI COLATE DETRITICHE, LA REALIZZAZIONE DI ROTONDA E STRADA in mezzo al conode di GANDA,e’ contraria al principio di precauzione e INACCETTABILE ESSENDOCI ALTERNATIVE. Una verifica sulla pericolosita’ o meno del conoide non esiste nel progetto esecutivo. (da La Prov. 31/07/2021) Il geologo Azzola ,geologo di SONDRIO,perito incaricato dalla Procuraper il torrente Nevasco a Chiareggio: “ il fenomeno e’ quello che,sempre piu’,si verifica in valle negli ultimi anni,e parliamo del “debris flow”-quanto accaduto sul Perandrone e’ la fotocopia di quanto accaduto a Chiareggio…In pratica intense precipitazioni investono il corso d’ acqua,ne dilavano le pareti e,materiale fangoso misto a detriti,tante’ che si parla di colate detritiche,cominciano a scivolare a valle…Queste colate viaggiano anche a 100 km/h e se intersecano una strada,un ponte,sono guai”…”in val Malenco lo scorso anno ci furono 3 VITTIME”. Mi pare evidente che e’ ASSURDO e improponibile posizionare una strada con rotonda nel conoide, va collocata verso l’ Adda e consentito il deflusso di piene e colate. Per cui considerato quanto affermato da IRER e dal GEOLOGO Maurizio AZZOLA, i CONOIDI di Ganda e della val Tigozzi,se tale evenienza non viene motivatamente esclusa,possono essere intereressati da colate detritiche- Debris Flow, con pericoli per la circolazione. In merito al pericolo caduta massi tra la loc. Ganda e il Dosso,nel progetto esecutivo sono previste barriere paramassi, la cui efficacia ,considerata la notevole pendenza del pendio soprastante, e’ da dimostrare considerata la tragedia di CIVO dove un masso ha superato le reti provocando una vittima. Anche in questo caso non si comprende la motivazione della variante attuata nel progetto del 2007 di SWS, che ha spostato il tracciato a ridosso della montagna, mentre il tracciato previsto nel progetto di PRO ITER del 2003, prevedeva il tracciato a distanza dal pendio lasciando un vallo protettivo al pericolo i caduta massi, evitando rischi per la circolazione per il pericolo di caduta massi, evitando anche i rilevanti costi per le barriere di protezione e le opere di sostegno del rilevato in terre armate (alcuni milioni di euro), e aumentando i rischi connessi al gelo,per aumento della pendenza. Il progetto esecutivo non prevede le barriere paramassi per tutta la lunghezza del tracciato soggetto a rischio documentato dalla carte dei rischi : a fronte del tracciato per 500/700 ml in zona a rischio caduta massi, le barriere paramassi sono previste per soli 100 ml (inoltre le barriere h=3 m potrebbero essere superabili dai massi come a Civo). La mancanza di protezioni ,comporta rischi futuri per la circolazione e per gli operai durante i lavori. A fronte di un area con massi pericolanti di alcuni ha, sono previsti 2000 mq di reti,a monte il versante a rischio e’ molto esteso, mi pare evidente PERMANGA IL RISCHIO, che sarebbe evitabile solo con GALLERIA PARAMASSI, oppure con il tracciato gia’ previsto da PRO ITER, staccato dal piede della montagna,lasciando un vallo protettivo- la variazione del 2007 appare illogica e tecnicamente ingiustificata. Stante che la spett. PROCURA di SO,a seguito delle vittime di CHIAREGGIO (debris flow), di CIVO (caduta masso-con superamento barriere), ha aperto le inchieste con l’ ipotesi di reato di omicidio colposo, o si eliminano i pericoli o la fattispecie di reato e’ del tutto verosimile abbia a riproporsi,essendo PALESI e documentati i RISCHI? I massi possono cadere anche sugli operai al lavoro in cantiere,a meno della realizzazione di protezioni idonee atte a garantire la sicurezza- NON PREVISTE NEL PROGETTO. CHE LE AREE, ove previsto il tracciato con la variante del 2007, comportino rischi e’ documentato da: R A P P O R T O A M B I E N T A L E- Valutazione Ambientale Strategica(VAS)Comune di Tirano - Data: Settembre 2009 Pag. 43- “Sottoclasse 4x: è vietata qualsiasi nuova edificazione che comporti l’esposizione di beni e/o persone al pericolo di caduta massi. Per….” (ndr: ma si puo’ realizzare la strada?) Pag. 44-“Sottoclasse 4x:…….. La caduta massi è infatti un fenomeno troppo aleatorio per poter pensare all’allertamento e allo sgombero degli edifici, che vanno quindi protetti con interventi sul territorio.” A Pag. 34- VAS: “La principale area in dissesto sul versante meridionale è dunque identificabile con la valle di Ganda e la relativa area di conoide, la quale è stata oggetto di sistemazione idraulica per la difesa dell’area sottostante con riprofilatura deII’alveo e realizzazione di opere di difesa, di protezione del fondo dall’erosione e di canalizzazione del tratto terminale dell’incisione medesima. Si rileva comunque in porzione apicale in destra della valle la presenza di depositi antropici non stabilizzati che potrebbero essere rimobilizzati e franare nel canale riducendo la sezione di deflusso” (NDR: e’ ammissibile/sicuro posizionare strada e rotonda nel conoide?) INOLTRE IN CORRISPONDENZA della val TIGOZZI il tracciato e’ in TRINCEA- sottostante a protezioni “sottodimensionati.” E a rischio debris flow? La valle dei Morti dalla val Tigozzi entrerebbe nella galleria Dosso, con quali conseguenze? Progettazione inadeguata e che causa rischi inaccettabili. Leggiamo a Pag. 45 della VAS:- Verifica delle opere di regimazione, con particolare riferimento alla Valle Canale, che appare poco difesa in destra idrografica in zona “Gera”, e al complesso scolante che fa capo alla valle Tigozzi,ove la vasca di intercettazione sulla valle di Bui, il canale di gronda e il collettore, appaiono, di primo acchito, sottodimensionati.” I RISCHI connessi alla val TIGOZZI e alla valle/conoide di GANDA sono pertanto noti, inoltre tutti i CONOIDI ALPINI,sono soggetti al rischio colate detritiche/debris flow, collocarci una strada a cielo aperto a mio parere e’ delinquenziale e paragonabile al tentato omicidio con dolo,in conoidi con questi pericoli un tracciato stradale puo’ passare solo in galleria, dai notevoli costi, giustificabili solo qualora non vi siano alternative. D- se realizzare il rilevato in zona di esondazione fascia A PAI,con occupazione di 28000 mq di area in facia A del PAI, sia regolare o meno, considerate le norme che prevedono "localizzazione all’interno della Fascia A o B è condizionata alla dimostrazione dell’assenza di alternative di localizzazione al di fuori delle fasce",le opere in fascia A ,sono illegali e non sono ammesse, essendoci alternative (altra localizzazione-galleria o viadotto),l’ occupazione di 28000 mq con rilevato viola la normativa quindi non e’ a norma. Violazione del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI); violazione del principio di precauzione; difetto di istruttoria; Eccesso di potere per mancata ottemperanza alle prescrizioni imposte nel progetto definitivo approvato con Delibera CIPE n. 29 del 21 marzo 2018. Violazione del principio di precauzione.Come evidenziato negli elaborati grafici del progetto definitivo e del progetto esecutivo, il tracciato della tangenziale di Tirano TRA la rotatoria in località Stazzona e la località “Ganda” e’ previsto in rilevato.Tale rilevato, dell’altezza tra 5 e 8 metri, e’ previsto tra le loc. SAN BERNARDO e GANDA in un ambito di fascia A del PAI, ossia nella Fascia di deflusso della piena (da intendersi come la porzione di alveo che è sede prevalente del deflusso della corrente in caso di piena, come da definizione contenuta nell’art. 28 delle Norme di Attuazione del PAI).Il punto 1.1 della “Direttiva contenente i criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico”, costituente parte delle Direttive di Piano delle Norme di attuazione del PAI, chiarisce che “l’indicazione generale espressa dal PAI è (...) quella di una ridestinazione al fiume delle aree che gli sono proprie, in quanto sede dei fenomeni idrodinamici correlati ai diversi stati idrologici, e di una riduzione della vulnerabilità delle stesse aree, in rapporto agli insediamenti che sono presenti o che si devono realizzare in futuro. Nelle Fasce A e B è pertanto assolutamente prevalente la funzione idraulica, rispetto alla quale la migliore compatibilità è offerta dalle aree naturali (vegetazione spontanea arborea ed erbacea, superfici di acque lentiche, aree prive di copertura vegetale) e dalle aree agricole. In merito alle infrastrutture e alle opere pubbliche e di interesse pubblico, di conseguenza il PAI indirizza verso criteri generali di localizzazione che puntino ad inserire all’interno delle fasce unicamente quelle opere che, in ragione delle loro specifiche funzioni non possono essere collocate altrove (attraversamenti, opere di derivazione, ecc.). Per tutte le altre tipologie di infrastrutture e opere pubbliche e di interesse pubblico la localizzazione all’interno della Fascia A o B è condizionata alla dimostrazione dell’assenza di alternative di localizzazione al di fuori delle fasce, della sicurezza e della funzionalità delle infrastrutture stesse e comunque alla garanzia che non sia pregiudicata la sicurezza delle persone per quelle a fruizione collettiva” Dunque il PAI è chiaro nell’escludere che le infrastrutture ed opere pubbliche possano essere collocate in fascia A e ciò proprio in ragione dei rilevanti pericoli per la pubblica incolumità connessi alle eventuali piene del fiume. Nel progetto approvato, sia in quello definitivo che in quello esecutivo, non vi è alcuna traccia di motivazione, e neppure un minimo spunto argomentativo in merito alle ragioni che hanno indotto ANAS a localizzare l’opera in Fascia A, su rilevato che riduce la cassa di espansione, circa la supposta mancanza di alternative percorribili, che viceversa sussistono (sede stradale collocata su viadotto , oppure spostamento tracciato a monte ) e che sono state palesemente ignorate, ed ai rischi connessi alla realizzazione dell’opera così come approvata, oggi accentuati dai cambiamenti climatici.Violando il principio di precauzione.(geom. Santo Spavetti)

16 01 2022 13:01

Cipi

Sono molto in accordo con quanto scritto, non aspettiamo di dire "l'avevamo detto" meglio farsi sentire come si può nel più breve tempo possibile. Seguirò gli eventi, nell'attesa di qualche mossa importante, raccolta firme o altro. Grazie.

15 01 2022 10:01

ssp

TANGENZIALE di TIRANO- tracciato in zone a rischio. Un tracciato in zone a rischio caduta MASSI e colate detritiche-debris flow, ecc.- inammissibile,se non con le idonee opere di protezione, l’ unica protezione sicura sarebbe la galleria finestrata paramassi, costo:parecchi milioni? Sarebbe razionale tornale al tracciato di PRO ITER,con tracciato staccato dal piede della montagna. PERICOLO DOCUMENTATO di CADUTA MASSI. Tra San Bernardo e il DOSSO il tracciato e’ previsto in zona soggetta a rischio di CADUTA MASSI, tra Ganda e Dosso 500/ 700 ml di tracciato sono collocati al piede di un pendio ripido con sopra massi instabili, che rischiano di “colpire” i mezzi in transito, la stabilizzazione dei massi e zone franose che costi avrebbe? O ANAS prevede la collocazione del solo cartello “CADUTA MASSI”, realizzando un tracciato cat. C1, strada di elevato traffico con rischio vittime, dal momento che a seguito di vittime, la Procura apre l’ inchiesta con l’ ipotesi di omicidio colposo, mi sembra il caso di aprire un inchiesta preventiva al fine di verificare se siano state previste le opere necessarie per garantire la sicurezza della circolazione, visto l’ incomprensibile spostamento del tracciato al piede della montagna nella revisione del tracciato del 2007, mentre nel progetto di PRO ITER del 2003, il tracciato, nella zona a rischio di caduta massi,era previsto a distanza dal piede della montagna, realizzando un vallo protettivo. Nelle carte di rischio il pericolo caduta massi e’ indicato (vedasi la cartina n 1), nel progetto ESECUTIVO, agli atti nel sito del Ministero dell’ Ambiente,in merito alle barriere paramassi e opere necessarie a garantire la sicurezza sono riportati elaborati in bianco, cioe’ solo la copertina, vedasi foto 3-4-5,( in altri siti i disegni ci sono - vedasi immagini 8-9-10) nel computo metrico estimativo sono riportate opere in merito ma che appaiono sottostimate, …., stante il pericolo documentato, non si comprende come sia possibile collocare una strada importante al piede di una zona a elevato pericolo, addirittura variando il tracciato di PRO ITER, senza una dettagliata progettazione delle opere necessarie per garantire la sicurezza. Si e’ “confezionata” una situazione atta a “procacciare”, motivazioni per varianti in corso d’ opera per “ imprevisti”(ma se il fenomeno e’ noto?), con stanziamento successivo delle somme necessarie alla messa in sicurezza, il fatto che gli elaborati siano in BIANCO, non mi sembra accettabile in un “PROGETTO ESECUTIVO”, stante i numerosi massi pericolanti presenti e’ garantita la sicurezza degli operai durante i lavori? LA TRAGEDIA di CIVO - 8/2/2021 La Provincia “Civo, masso cade su un’auto Muore il conducente..Sull’accaduto la procura di Sondrio ha aperto un’inchiesta.” - 10/2/2021 La Provincia.Civo, dopo la tragedia le domande sulle cause «La manutenzione va programmata» “Il distacco - dice «è avvenuto esattamente a 100 metri di dislivello sopra il percorso stradale, in un’area non dissestata. Nella caduta, la traiettoria assunta dal masso ha fatto scavalcare la barriera paramassi esistente». ….«In altri territori – afferma il geologo Maurizio Azzola – mi viene in mente la vicina Svizzera, si effettua una pianificazione della manutenzione …..Ovviamente, neanche tutto questo è sufficiente a scongiurare totalmente il rischio di incidenti, perché le montagne scaricano massi e nessuno può prevederne la traiettoria. Monitoraggio e manutenzione aiutano e di certo sono preferibili rispetto agli interventi in emergenza indispensabili a sanare dissesti che periodicamente e in modo diffuso si verificano sui versanti». PER LA TANGENZIALE di TIRANO si apra un inchiesta preventiva, almeno, nel caso di tragedie, si sapra’ chi iscrivere nel registro degli indagati. RISCHIO COLATE DETRITICHE –DEBRIS FLOW. DA IRER- Istituto Regionale di Ricerca Lombardia: “Definizione delle soglie pluviometriche d’innesco di frane superficiali e colate torrentizie:accorpamento per aree omogenee-Codice IReR: 2007B023Project Leader: Federico Rappelli-Rapporto Finale-Milano, settembre 2008. La capacità distruttiva dei MDF è sovente sottovalutata in quanto essi si originano lungo torrenti di modeste dimensioni che drenano aree di non molti chilometri quadrati, caratterizzati da portate ordinarie il più delle volte pari a qualche decina di litri/sec per la maggior parte dell’anno. Le condizioni-chiave che si debbono presentare contemporaneamente affinché si manifesti il fenomeno sono essenzialmente: a) piogge di elevata intensità, in grado di saturare gran parte dei materiali sciolti presenti entro l’incisione torrentizia; b) adeguata pendenza del fondo; c) presenza di materiale detritico mobilizzabile.” I CONOIDI SONO SOGGETTI A POSSIBILI COLATE DETRITICHE, E LA REALIZZAZIONE DI ROTONDA E STRADA SONO INOPPORTUNE ESSENDOCI ALTERNATIVE. (da La Prov. 31/07/2021) Il geologo Azzola ,geologo di SONDRIO,perito incaricato dalla Procura per il torrente Nevasco a Chiareggio: “ il fenomeno e’ quello che,sempre piu’,si verifica in valle negli ultimi anni,e parliamo del “debris flow”-quanto accaduto sul Perandrone e’ la fotocopia di quanto accaduto a Chiareggio…In pratica intense precipitazioni investono il corso d’ acqua,ne dilavano le pareti e,materiale fangoso misto a detriti,tante’ che si parla di colate detritiche,cominciano a scivolare a valle…Queste colate viaggiano anche a 100 km/h e se intersecano una strada,un ponte,sono guai”…”in val Malenco lo scorso anno ci furono 3 VITTIME”. Mi pare evidente che e’ ASSURDO e improponibile posizionare una strada con rotonda nel conoide, va collocata verso l’ Adda e consentito il deflusso di piene e colate. Per cui considerato quanto affermato da IRER e dal GEOLOGO Maurizio AZZOLA, i CONOIDI di Ganda e della val Tigozzi,possono essere intereressati da colate detritiche- Debris Flow, con pericoli per la circolazione. SIAMO DI FRONTE ad un tracciato ridicolo e indecente, che comportando seri pericoli e’ inaccettabile. Foto 3-4 e 5: in merito alle opere paramassi il "progetto esecutivo"nel sito Min. Amb. riporta solo la copertina, senza indicare NULLA.Agg.: in altri siti disegni e relazione ci sono: vedasi ultime immagini 8-9-10. INTEGRAZIONE 14/01/2022. Vediamo cosa prevede il progetto esecutivo: - DOCUMENTAZIONE TECNICO AMMINISTRATIVA RC - DOCUMENTAZIONE ECONOMICA COMPUTO METRICO ESTIMATIVO- codice elab. T 0 0 CM0 0 CMS E C 0-Computo metrico -pag. 391 - a) fornitura e posa del paramassi SpCat 14 - TA 01 - CORPO STRADALE da prog.3+785.000 a prog.4+235.000 -Cat 11 - 1.11 - LAVORI DIVERSI ml100,00 h 3,000 = mq 300,00 SOMMANO mq 300,00 E 269,63 = E 80´889,00 Computo metrico -pag. 392 729 / 1302 RIVESTIMENTO DI PARETI CON PANNELLI DI RETE E.4.17.a METALLICA E FUNI-ancorati con bulloni di lungh 1,00 ml Rivestimento di pareti rocciose verticali o subverticali attraverso pannelli di dimensione orientativa di mq 6 in rete metallica a doppia torsione a zincatura pesante rafforzati ... - a ) pannelli di rete ancorati con bulloni di lung. da 1,00 ml- SOMMANO mq 2´000,00 E 31,49 = E 62´980,00 Quindi a fronte del tracciato per 500/700 ml in zona a rischio caduta massi, le barriere paramassi sono previste per soli 100 ml (inoltre le barriere h=3 m sono superabili dai massi come a Civo).A fronte di un area con massi pericolanti di alcuni ha, sono previsti 2000 mq di reti,a monte il versante arischio e’ molto esteso, mi pare evidente PERMANGA IL RISCHIO, che sarebbe evitabile solo con GALLERIA PARAMASSI. R A P P O R T O A M B I E N T A L E Valutazione Ambientale Strategica Comune di Tirano-Vas- Data: Settembre 2009 Pag. 43- “Sottoclasse 4x: è vietata qualsiasi nuova edificazione che comporti l’esposizione di beni e/o persone al pericolo di caduta massi. Per….” (ndr: ma si puo’ realizzare la strada?) Pag. 44-“Sottoclasse 4x:…….. La caduta massi è infatti un fenomeno troppo aleatorio per poter pensare all’allertamento e allo sgombero degli edifici, che vanno quindi protetti con interventi sul territorio.” A Pag. 34- VAS: “La principale area in dissesto sul versante meridionale è dunque identificabile con la valle di Ganda e la relativa area di conoide, la quale è stata oggetto di sistemazione idraulica per la difesa dell’area sottostante con riprofilatura deII’alveo e realizzazione di opere di difesa, di protezione del fondo dall’erosione e di canalizzazione del tratto terminale dell’incisione medesima. Si rileva comunque in porzione apicale in destra della valle la presenza di depositi antropici non stabilizzati che potrebbero essere rimobilizzati e franare nel canale riducendo la sezione di deflusso” (NDR: e’ ammissibile/sicuro posizionare la rotonda nel conoide?) INOLTRE IN CORRISPONDENZA della val TIGOZZI il tracciato e’ in TRINCEA- sottostante a protezioni “sottodimensionati.” E a rischio debris flow? La valle dei Morti dalla val Tigozzi entrerebbe nella galleria Dosso, con quali conseguenze? Progettazione ridicola e che causa rischi inaccettabi. Leggiamo a Pag. 45 della VAS: - Verifica delle opere di regimazione, con particolare riferimento alla Valle Canale, che appare poco difesa in destra idrografica in zona “Gera”, e al complesso scolante che fa capo alla valle Tigozzi,ove la vasca di intercettazione sulla valle di Bui, il canale di gronda e il collettore, appaiono, di primo acchito, sottodimensionati.” I RISCHI connessi alla val TIGOZZI e alla valle/conoide di GANDA sono noti, inoltre tutti i CONOIDI ALPINI,sono soggetti al rischio colate detritiche/debris flow, collocarci una strada a cielo aperto a mio parere e’ delinquenziale e paragonabile al tentato omicidio con dolo,in conoidi con questi pericoli un tracciato stradale puo’ passare solo in galleria. ASSURDITA' PROGETTUALI. A sud di Tirano non serve un nuovo tracciato,collocato in zone a rischio, in quanto basta allargare la sp 24 che passa a lato Adda, quindi lontano dal pendio e senza rischi, inoltre sarebbe evitato anche il rischio ghiaccio ( la richiesta di spostare la strada inglobando la sp. 24 e' stata fatta anche dal comune di Villa). Dal momento che il tracciato si spostava a distanza dall' Adda, nel tracciato del 2003, per avere lo spazio per realizzare lo svincolo di Tirano, che e' stato sostituito da rotonda,pertanto non c'e' piu' alcun motivo tecnico perche' il tracciato passi a distanza dall' Adda e la rotonda sia nel conoide a 100 mt dall' ADDA(con rischio colate detritiche-debris flow). Al Dosso per evitare i pericoli va realizzata la galleria di 2044 mt gia' progettata da PRO ITER(progetto definitivo approvato dal CDA di Anas), che consente anche un verosimile risparmio economico.In merito all’ illegale occupazione della fascia A del PAI,tra San Bernardo e Ganda,vedasi relazione pdf allegata all’ art. su Ruralpini pubblicato anche su Intorno Tirano.Tanti saluti.(geom. Santo Spavetti).Per le foto vedasi post nel gruppo facebook: paesaggio Camuno e Vallellinese da PRESERVARE.

15 01 2022 09:01

ssp

Per l tratto fondamentale CAMPONE-LOVERO c'e' gia' il progetto esecutivo di PRO ITER,redatto nel 2003 e approvato dal CDA di Anas, il motivo che il tratto fondamentale e' stato "stralciato" (in un art. si parla giustamente di" TANGENZIALE MONCA" e' che non c' erano i fondi, a parte il fatto che per i motivi che ho citato era/sarebbe prioritario il tratto TIRANO/CAMPONE al tratto TIRANO/BIANZONE, in quanto la coda maggiore e' a nord di TIRANO,e con l' uscita attuale la coda puo' comunque formarsi,QUELLO CHE MI SEMBRA RIDICOLO e INDECENTE e' che ci siano politicanti che hanno la faccia tosta di utilizzare i fondi necessari prioritariamente per completare la tangenziale,altrimenti monca, per parcheggi interrati a sevizio di funivie (20 miloni Mottolino, ecc.) collegamento di funivie a Livigno, e altre "opere" che solo politicanti incompetenti ,possono inventare siano prioritari ad opere viabilistiche' FONDAMENTALI per tutta la VALTELLINA, come la tangenziale di TIRANO ed anche il TRAFORO del MORTIROLO, come ho scritto in post nel gruppo PAESAGGIO CAMUNO e VALTELLINESE da PRESERVARE, a cui rimando. La tratta CAMPONE-LOVERO, sarebbe cantierabile in 150/180 gg (tempi per redigere il progetto esecutivo, stessi tempi della variante della Tramezzina) e i lavori fattibili in 3 anni di lavori.Il finanziamento : 10 mil. si risparmierebbero con GALLERIA NATURALE DOSSO a tratta unica di 2044 mt (sto' ancora aspettando dai taroccatori professionisti di Anas il rapporto costi/benefici ,richiesto anche dal CSLP, che smentisca i miei conteggi),15 milioni dal ribasso d' asta, 60/70 milioni dalle opere INUTILI non indispensabili di Livigno (20 mil. P mottolino, e altre opere non necessarie.), 30/40 milioni si risparmierebbero riqualificando la sp 24 da Tirano a Stazzona, basta ampliarla come richiesto anche dal Comune di VILLA,dove il nuovo tracciato prevede pericoli per la circolazione da indagine per attentato alla sicurezza dei trasporti,per prevenire future vittime, Per i pericoli vedasi la relazione che ho inviato ad ANAS, allegato pdf all' articolo di RURALPINI, da articolo di INTORNO TIRANO :"iniziati i lavori di una tangenziale sbagliata", e il commento successivo. Buona giornata. Geom. Santo Spavetti.