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Dall'incredulità alla devozione: le vicende di Tirano

CULTURA E SPETTACOLO - 09 09 2020 - Ivan Bormolini

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/dipinto 1513

(Di I. Bormolini) Sono certo che un affresco che ben descrive il luogo dell'apparizione e l'area della comunità di Tirano sia quello collocato in santuario sopra il confessionale nella navata di sinistra del santuario.

E' un dipinto risalente al 1513 capace di narrare con dovizia di semplici particolari la scena del prodigioso evento.

 

Si tratta di un'opera di autore anonimo che risulta essere il primo ex voto riconosciuto ed era dono di un uomo poschiavino sanato dalla peste, quindi rimane ancor oggi una testimonianza di un avvenuto miracolo della Madonna di Tirano.

Osservandolo possiamo vedere quale sia stato il cammino che Mario Homodei aveva compiuto verso Tirano in direzione della chiesa di San Martino che si intravede sul lato destro dell'opera.

 

Partiva dunque Mario alla volta del centro del borgo distante circa un chilometro dalla terra benedetta dall'evento prodigioso.

Si doveva recare nel centro del borgo, per annunciare il messaggio che la Vergine gli aveva affidato ed esattamente presso la chiesa di San Martino che in quel tempo non era ancora parrocchia ma dipendeva dalla plebana Villa di Tirano.

In quel luogo sacro erano radunati i tiranesi per la messa e il veggente diceva loro i fatti come lui stesso li aveva da poco vissuti.

Nell'ascoltare il racconto di Mario, era ovvio che all'inizio regnasse una comprensibile incredulità, ma la guarigione inaspettata e straordinaria del cognato Bartolomeo, aveva mutato la diffidenza dei tiranesi.

 

Il verificarsi del miracolo, avvenuto dunque nel giorno stesso dell'apparizione, aveva fatto sì che incredulità e stupore al cospetto di un fatto straordinario e umanamente inspiegabile, si trasformasse in devozione vera e propria.

Questa devozione si andava accentuando di giorno in giorno, settimana in settimana e mese dopo mese, inoltre si accrescevano anche i miracoli tanto che la notizia del loro verificarsi accresceva la fama e la notorietà del luogo e del culto mariano.

L'intera Valtellina vedeva nell'apparizione di Tirano il miracolo tanto atteso che si identificava nella soluzione di molteplici preoccupazioni di tipo materiale.

 

Le nostre valli erano infatti fortemente disorientate per tanti motivi, decenni di guerre, epidemie e povertà, andavano in quel tempo ad unirsi ad un particolare contesto politico. Quest'ultimo vedeva la fine del Ducato di Milano ed il passaggio nelle mani di Luigi XII re di Francia, emergeva inoltre la minaccia di invasione dei Grigioni pronti con i loro eserciti ad occupare le nostre suddite terre. Già nel 1486 e nel 1487, questi avevano tentato di impadronirsi dei territori locali, ma erano stati a fatica respinti dal duca milanese, costretto a sborsare la somma di 14.000 fiorini per riavere le sue conquiste.

 

Il periodo francese, precedente alla definitiva e duratura conquista dei nostri territori da parte dei Grigioni avvenuta nel 1512, non era stata un'epoca facile. Dopo la sconfitta da parte dei francesi di Ludovico il Moro, avvenuta a Novara nel febbraio del 1500, il re di Francia prendeva possesso di Milano. Nello stesso tempo Antonio di Brissey, risalendo la valle dell'Adda, entrava vittorioso a Tirano insediandosi a nome di Luigi XII nel castello di Santa Maria.

 

Quel periodo per la nostra gente segnava anni di lotte intestine tra diverse fazioni, scorribande ed impietose razzie di soldati francesi, fortemente temuti per il loro comportamento senza scrupoli.

Nello stesso tempo, serpeggiava in valle la peste ed imperversavano carestie e quindi diffusa miseria, il tutto si univa ad un clima di crescente incertezza generale per il destino politico della valle.

Ecco perché, in quel focoso scenario, l'evento prodigioso appariva come un provvidenziale segno dal cielo con l'invito a resistere e a ben sperare, grazie alla protezione della Vergine.

In questi difficili contesti, i residenti di Tirano, erano animati da forte entusiasmo che si alimentava quotidianamente grazie anche al moltiplicarsi dei miracoli, questi erano capaci di dare sempre più effettiva credibilità alle parole del veggente Mario Homodei.

Nel frattempo ci si era rapidamente attivati per la costruzione del tempio, organizzando anche i criteri ricettivi di numerosi pellegrini che giungevano anche da terre lontane.

 

Per l'edificazione del santuario entrava in gioco la determinate figura del cavaliere Luigi Quadrio, questo era proprietario dell'orto della Folla, terreno sul quale era avvenuta l'apparizione e lo donava alla comunità di Tirano per erigere la chiesa.

Quadrio era spinto sicuramente da intenso zelo religioso tanto da legare il suo nome e quello del figlio Antonio Maria, alla straordinarietà degli eventi che si erano da poco verificati.

Ricordo che proprio il figlio del Quadrio non a caso era stato nominato supervisore alla costruzione del tempio, come ci ricordano ancor oggi parte delle parole incise sulla lapide posta a lato del portale meridionale della Basilica.

Come avevo già ricordato in un mio precedente articolo, la costruzione della chiesa era avvenuta in modo celere. A soli dieci giorni dallo straordinario evento, il 10 ottobre 1504, Guglielmo de Citadinis, allora vicario del vescovo di Como Antonio Trivulzio, rilasciava alla comunità tiranese il benestare per l'edificazione del tempio nel luogo dove si erano posati i piedi di Maria “UBI STETERUNT PEDES MARIAE”, si concedeva anche l'autorizzazione per celebrare messa su altari portatili.

 

Sei mesi dopo, il 25 marzo 1505, con una solenne celebrazione, veniva posta la prima pietra per mano del curato di Tirano Gregorio Homodei.

Nel 1513 il santuario poteva dirsi quasi completato in molte delle sue parti, il 15 agosto Papa Leone X con la bolla “Ex debito pastoralis”concedeva alla comunità di Tirano il giuspatronato sulla chiesa che prevedeva il diritto di eleggere i sacerdoti e di provvedere al culto.

Il 14 maggio 1528, la chiesa otteneva la consacrazione dal vescovo di Como Cesare Trivulzio.

 

 

FONTI: MADONNA DE LA SANITATE. 1504: i prodigiosi fatti di Tirano. Storia Mito Fede. Autori: Saveria Masa, Gerardo Monizza, Battista Rinaldi. Nodo Libri. Stampa: Tipografia Bettini Sondrio. Le notizie per il presente articolo sono state tratte dal capitolo “La Madonna di Tirano tra fede e devozione” di Saveria Masa.

LA MADONNA DI TIRANO. Monumento di fede di arte e di storia. Autore Gianluigi Garbellini. Stampa: finito di stampare nel mese di giugno 2004 dalla Tipografia Polaris Sondrio.

La foto di copertina è di Ivan Bormolini  

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