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Feliciano Ninguarda vescovo di Como: i suoi rapporti con Tirano

CULTURA E SPETTACOLO - 15 10 2020 - Ivan Bormolini

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/LO STEMMA VESCOVILE DI FELICIANO NINGUARDA
LO STEMMA VESCOVILE DI FELICIANO NINGUARDA

(Seconda e ultima parte di I. Bormolini) Nell'articolo di ieri, grazie ad una preziosa ricerca del compianto Bruno Ciapponi Landi, ho analizzato la grande carriera ecclesiastica di Feliciano Ninguarda, sino alla sua nomina a vescovo di Como.

Questa avveniva in data tre ottobre 1588 e Ninguarda succedeva al vescovo Gian Antonio Volpi che aveva retto la curia dal 1559 al 1588.

Per Ninguarda si trattava dell'ultimo incarico in quanto aveva guidato la nostra diocesi sino al cinque giugno 1595, quando era deceduto all'età di settantasette anni.

A questo punto la domanda sorge spontanea, quali erano stati i rapporti tra il vescovo e l'allora borgo di Tirano?

Analizzando la data di insediamento alla guida diocesana, viene subito lecito credere che il vescovo fosse immediatamente venuto a conoscenza della vicenda e dei difficili rapporti tra la chiesa di San Martino a Tirano e l'arcipretura di Villa di Tirano. Proprio in quei precisi periodi si andava acuendo la volontà da parte della popolazione tiranese di staccarsi dalla giurisdizione ecclesiastica che l'antica Pieve di Villa manteneva su Tirano.

Notissima in tale ambito era l'azione messa in campo dall'allora curato di San Martino Simone Cabasso e le aspre contese con l'arciprete di Villa Landriani, il tutto ovviamente coinvolgeva anche le genti residenti a Tirano e a Villa.

Proprio nell'ottobre1589, quindi ad un anno circa dal suo insediamento Ninguarda, considerando l'importanza e lo sviluppo assunti in quell'epoca da Tirano, con un suo decreto erigeva a parrocchia la chiesa di San Martino in Tirano, nominando anche il primo parroco proprio nella figura di Simone Cabasso.

Va detto che la visita pastorale in Valtellina e a Tirano del vescovo Ninguarda, era avvenuta in un periodo storico assai complicato, le nostre valli erano nel pieno del periodo della dominazione dei Grigioni che aveva avuto inizio dal 1512 e già da tempo oltre allo status di sudditi, i valtellinesi dovevano fare i conti la questione religiosa, una lunga e difficile parentesi storica che ha avuto risvolti a volte drammatici.

Vi riporto fedelmente le parole tradotte contenute nel documento episcopale che sancivano un primo ed importante distacco tra l'arcipretura di Villa e la chiesa tiranese, si trattava come aveva asserito il Varischetti di un latino piano e dismesso dello scrivano del vescovo di Ninguarda:

 

“A due miglia dall'arcipretura di Villa, risalendo la Valtellina, sulla destra dell'Adda, v'è l'insigne borgo ( oppidum ) chiamato Tirano: in altri tempi era fortificato da mura e da un munito castello che attualmente, dai signori Grigioni, è stato smantellato; tuttavia questo borgo è ancora ornato da magnifici edifici e abitato da nobili e ricche famiglie: vi tiene residenza il pretore di tutto il Terziere Superiore, e conta, con le frazioni adiacenti, circa novecento fuochi ( famiglie ).

vi è la chiesa dedicata a San Martino vescovo, il cui rettore, prima di questa visita, fungeva da vicario dell'arciprete di Villa, benchè ricusasse di ottemperare gli ordini e pretendesse di usare il titolo di parroco.

Per questo, non solo tra l'arciprete di Villa e il rettore della chiesa di San Martino, non v'era concordia, ma anche tra le due comunità sorgevano continui litigi. Sembrava infatti vergognoso ( turpe videbatur ) che il rettore della comunità e del borgo di Tirano dovesse dipendere dall'arciprete di Villa, che, nei confronti di Tirano, era un semplice villaggio. Per questo, al fine di comporre e sedare definitivamente queste liti, per l'autorità del Vescovo visitante e su accordo dell'arciprete di Villa e del rettore di San Martino in Tirano, è stato disposto e decretato che la chiesa di San Martino sita nel borgo di Tirano diventi parrocchia separata e indipendente dall'arcipretura di Villa”.

 

Nelle disposizioni a seguito di questa storica visita pastorale del Ninguarda, a cui dal centro della frazione di Cologna sino ad un' intersezione con la SS. 38, era stata dedicata una via da attente e sempre storicamente attive in tal senso, amministrazioni comunali del passato, si scopre dell'altro.

Oltre alla nomina del primo parroco, compaiono anche i nomi di ben nove sacerdoti “addetti alla cura d'anime”e l'elenco di sette chiese già esistenti in quel periodo a Tirano; si faceva inoltre particolare menzione al santuario definito “insigne et elegans templum”.

Per tornare alla questione religiosa, negli scritti inerenti alla visita pastorale vi erano elencati una dozzina di nominativi di famiglie del borgo passate “all'eresia protestante”, in tal senso si annoverava che per queste famiglie risiedeva a Tirano un predicante eretico Sebastiano Segni.

Desidero con questa mia piccola ricerca su Feliciano Ninguarda, chiarire un altro aspetto:

avendo sposato gli allora dominatori delle Tre Leghe la religione protestante, vari erano stati i tentativi di radicare questo loro credo anche tra le nostre terre.

Vi erano un insieme di norme, leggi o regole ( Diete ), create a favore di tutto questo, una di queste era inerente proprio alle visite ecclesiastiche in Valtellina da parte di esponenti della chiesa.

Era infatti sancito il divieto per le stesse autorità e quindi anche per il vescovo di Como, di raggiungere le nostre valli.

Se anche recentemente ho annoverato la visita agostana del 1580 di San Carlo Borromeo al santuario, per il Ninguarda riferisco che il prelato aveva potuto raggiungere la Valtellina e quindi compiere la sua visita pastorale in particolare per dirimere la questione “villasco/tiranese”, solo perché era lui stesso cittadino valtellinese essendo nativo di Morbegno. Ai prelati nativi della valle, stando alle regole, era concesso di farvi rientro.

Concludo col dire che la totale indipendenza dall' arcipretura di Villa, non era avvenuta con gli scritto e con gli atti della visita pastorale del Ninguarda, ma il tutto aveva totale compimento nel 1620, quando il vescovo di Como Lazzaro Carafino elevava la parrocchia di Tirano a Collegiata con sede di Vicario Foraneo.

 

FONTI: TIRANO. Autore: Mons. Lino Varischetti. Stampa: Finito di stampare il 29 settembre 1961 presso la Tipografia Bettini in Sondrio.

LA CHIESA DI SAN MARTINO IN TIRANO. Autori; Gianluigi Garbellini William Marconi. Stampa: finito di stampare nel mese di dicembre 1999 dalla Tipografia Bettini- Sondrio.

Anche lo stemma vescovile di Feliciano Ninguarda ( immagine di copertina ) è tratto da quest'ultima fonte ).

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