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Giovanni: dio fa grazia…

CULTURA E SPETTACOLO - 24 06 2018 - Don Battista Rinaldi

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Meraviglia, anzi “meraviglia stupenda”, dice il salmo di oggi. È la prima sensazione nei confronti di questa solennità. Perché cadendo in domenica diventa più importante delle domeniche del tempo ordinario e perché di questo santo, nel calendario liturgico, facciamo memoria non solo in occasione della sua morte, ma anche del suo ingresso nel mondo e nella storia. Come per la Vergine Maria e, naturalmente, il Signore Gesù.

 

Che cosa ha, dunque di così speciale ?
Nel racconto del vangelo è narrata una certa tensione che si sviluppa, alla sua nascita, per la scelta del nome. Parenti e vicini vogliono chiamare il bambino con il nome del padre; ma non è secondo la tradizione, che invece, prevede il nome del nonno, eventualmente. Ma l’evangelista vuole lasciarci intendere che il nome ‘Zaccaria’ non è adatto per il neonato. Attraverso l’imposizione del nome e il rito della circoncisione uno diventa parte di Israele ed erede delle promesse di Dio. E il nome, in particolare, indicava la persona, la sua condizione, le sue qualità, il suo destino.

 

Ora ‘Zaccaria’ significava “Dio ricorda” le sue promesse per dire che lungo i secoli Israele ha continuato a trasmettere di padre in figlio il ricordo delle profezie, ma senza mai vederne la attuazione. Per questo il Battista non può chiamarsi Zaccaria. Nel momento in cui diviene membro del popolo  non dà semplicemente continuità alla stirpe e alla tradizione di suo padre, ma deve segnare l’inizio di una epoca nuova: per l’umanità è spuntato il nuovo giorno in cui le profezie si compiono. “Giovanni”, nome indicato dall’angelo al padre, significa “il Signore ha fatto grazia”! Zaccaria rappresenta Israele che, dopo tanti secoli passati a ‘ricordare’ ora è testimone della fedeltà di Dio, riconosce i suoi benefici e proclama a tutti i popoli le meraviglie del suo amore.

 

Giovanni con il suo venire al mondo narra la misericordia di Dio nei confronti dei suoi genitori: il suo nascere è per Zaccaria ed Elisabetta dono insperato che giunge contro ogni attesa e previsione. E la grazia, quando si abita nell’impotenza infonde coraggio e speranza. Diventa principio di novità, oltre le solite cose che ci vengono propinate per nascondere i veri problemi.
Giovanni è anche figlio della fede provata, quella dei suoi genitori che sono rimasti giusti e fedeli anche in mezzo alle prove; una fedeltà che per noi può sembrare folle ed eroica, ma che per i due genitori è semplicemente il cammino da percorrere senza tante storie e lamenti, senza tante accuse a Dio o all’ingiustizia della vita.
Giovanni, già figlio dell’intervento di Dio, ora nel deserto dell’esistenza, svolgerà il suo ministero annunciando la visita di Dio. Lo annuncia anche a noi indicandoci Gesù di Nazaret.

Don Battista Rinaldi

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