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Il percorso originale delle mura di Tirano e le porte

CULTURA E SPETTACOLO - 04 06 2020 - Ivan Bormolini

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/Le porta di Tirano

(Seconda parte di Ivan Bormolini) Ci siamo lasciati giovedì scorso con qualche accenno sull'edificazione delle mura di Tirano e del Castello di Santa Maria. Ora, nella Tirano di oggi, cerchiamo di ricostruire quel percorso utilizzando come riferimento l'attuale toponomastica della città.

 

Inoltre, conosceremo altre porte oggi non più esistenti e faremo chiarezza sull'esatta posizione originale della porta Bormina.

Partiamo dalla località ancor oggi denominata “Bersaglio”, ovvero nelle immediate vicinanze del centro sportivo tiranese.

Da questo punto, o meglio poco distante, all'altezza della casa Tognolini “Carutina”, le robustissime fortificazioni, correvano parallelamente nell'attuale via Lungo Adda Battaglione Tirano, lungo questa tratta, dove rarissime sono le tracce della cinta, incontriamo la porta Poschiavina.

Da un primo torrione esistente all'inizio della cinta, prima della citata porta esisteva un corpo avanzato probabilmente la base di un secondo torrione.

Lasciata la porta Poschiavina i muri proseguivano ininterrottamente, passando dall'attuale via Della Repubblica e scendevano in via Lungo Adda IV° Novembre.

 

Esattamente all'altezza dell'incrocio con via Besta, la struttura piegava a 90°, formando così un' angolo retto, qui stando ad un disegno originale della cinta muraria, vi era un altro torrione. Proseguendo in questa via, oggi incontriamo la porta Milanese, è bello ancor oggi vedere qualche tratto di quell'imponente opera che da quest'apertura si inerpicava diritta verso il castello, lambendo la via Aprico ed oltrepassando la via dei Castelli.

Qui, esattamente da quest'incrocio sino a proseguire verso l'intersezione che conduce in località “Li Cadeni”, mi sorge oggi un dubbio. Esiste infatti una vecchia strada, ormai non più percorsa che potrebbe presentare delle antiche tracce della cerchia di Tirano. Ai lati della stessa infatti vi sono delle mura.

 

Percorrendo quello che è ormai un sentiero, dove la vegetazione incolta la fa da padrona, sul lato destro, adiacenti al canale di scolo delle acque che ha il suo termine direttamente nel fiume Adda, noto dei muraglioni, non troppo identificabili, a mio parere con quelli antichi, paiono infatti piuttosto bassi, ed assomigliano a delle opere di contenimento di quelli che un tempo erano vigne e opoli.

Sul lato sinistro, incontriamo delle vecchie “murachi”, ben lontane da essere quindi dei muri, ma queste contengono nel loro terminare una traccia importante. Questa è costituita da un imbocco di una galleria che narrano gli storici terminava proprio in località Bersaglio, è ipotizzabile che la stessa fosse una via di fuga, rapida, veloce e difficilmente identificabile.

 

Dal castello le mura formavano nuovamente un angolo retto e poi proseguivano obliquamente verso la zona di porta Bormina.

E' interessante citare, che a un centinaio di metri dal baluardo, ancor oggi simbolo di Tirano, sorgeva la porta di Santa Maria e più avanti più distaccate altre porte definite minori.

Queste ultime non erano rinforzate da torrioni, è possibile che fossero delle uscite sicuramente meno ampie e previste per consentire un accesso a coloro che dovevano recarsi nei campi oppure sui monti.

Tuttavia, in caso di necessità, anche queste potevano essere chiuse con murature o idonei altri mezzi ed in modo rapido, al fine di garantirne l'insuperabilità.

Giunti in porta Bormina, chiarissime tracce mostrano che la cinta forma un nuovo angolo quasi retto e dopo poche decine di metri si incontrino due torrioni dove ancora sono ancora evidenti le robuste strutture ed in mezzo un arco.

 

Della porta di Santa Maria non vi sono più tracce, pur essendo stata considerata importante; ora analizziamo la questione di porta Bormina.

Questa, secondo alcuni, non è quella indicata come tale; quindi non è identificabile in quel piccolo archetto tra due torrioni.

Quella vera, doveva essere inglobata in alcune costruzioni ancor oggi esistenti. Per individuarne la posizione, è sufficiente salire da via Visconti Venosta e giungere nello spiazzo verso la fine della via.

Da questo punto una breve discesa ci immette in via porta Bormina e poi in via San Carlo.

Se proseguiamo diritti ed oltrepassiamo l'archetto si identifica un terzo tronco che piega in direzione destra, ci troviamo esattamente nella via don Carlo Braga che conduce in località “Piazzun”.

La strada di campagna, sale subito dopo il complesso di edifici compresi dentro la cinta, esattamente tra questi ultimi doveva trovarsi la porta originale.

 

Adesso veniamo alla struttura delle porte: è sufficiente osservare la porta Poschiavina o quella Milanese, per giungere ad una conclusione: si tratta di un torrione rettangolare, alla base della quale vi troviamo le due aperture, mentre ai lati del piano della strada ci sono ampi vani. Nella porta Poschiavina notiamo una classica apertura a “L” rovesciata dov'erano collocati il Corpo di Guardia e probabilmente gli esattori dei dazi. Sul lato opposto vi è la stele in vetro, un'opera di Giancarlo Marchese raffigurante l'Apparizione della Beata Vergine a Mario Omodei. Ricordiamo che la bellissima raffigurazione era stata donata alla Città di Tirano dall'Accademia del Pizzocchero di Teglio in occasione del quinto centenario di questo prodigioso evento ( 29 settembre 2004 ).

 

Stessa la progettualità della porta Milanese: su un lato vi è la caratteristica fontana con lavatoio, mentre sull'altro, dopo i restauri una bella panca con pianale in legno.

In questa porta è da notare un'altra caratteristica, ossia la salita con scala che consentiva l'accesso al torrione superiore.

Questi ultimi erano alti sopra le costruzioni degli edifici circostanti ed è possibile immaginare che i Grigioni, dopo l'arrivo in valle nel 1512, decidevano la distruzione della fortificazione, in poche parole “decapitarono” i torrioni.

Degni di nota sono anche i complessi meccanismi di chiusura delle porte, ingegnosamente studiati al fine di renderle invalicabili.

Ma la storia delle mura di Tirano e del loro decadimento insieme a quello del castello, passa proprio dall'epoca dei Grigioni, qui si vanno ad inserire alcuni particolari meritevoli di ulteriori approfondimenti. Di questo ve ne parlerò nelle prossime puntate.

La prossima settimana desidero analizzare un'altra vicenda strettamente legata alle mura, ovvero la questione o diatriba relativa alla chiesa di Santa Maria.

 

FONTI: TIRANO. Il centro storico, storia arte architettura. Autore Gianluigi Garbellini. Stampa: Lito Polaris Sondrio.

TIRANO IN CARTOLINA: Autori Enzo Brè e Michelino Falciani. Stampa: finito di stampare nel luglio 2001 in 1300 copie presso la Tipografia Petruzio Tirano.

Anche l'immagine di copertina è tratta da questa fonte: Cartolina non spedita. Ed G. Bonazzi Tirano. Museo Etnografico Tiranese.  

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