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Invito alla lettura: "Nella Valtellina del tardo Cinquecento" di Alessandro Pastore

CULTURA E SPETTACOLO - 25 10 2019 - Mauro Cusini

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/"Nella Valtellina del tardo Cinquecento", copertina

Chi ha letto i testi precedentemente da me prodotti avrà intuito che la Storia mi appassiona e grazie anche ad una professoressa delle scuole medie (Fiorina?), che ci ha insegnato un metodo di studio ed indagine a tutto tondo, tento di districarmi nella ragnatela degli avvenimenti storici.

Questa volta vorrei rubare un poco del Vostro tempo consigliandovi una lettura: Alessandro Pastore, Nella Valtellina del tardo Cinquecento, Fede, cultura, società.

 

Non troverete quanto grano è stato raccolto a Bianzone ne tantomeno quanto pesava la vacca venduta alla fiera di San Michele nel 1517, ma sono sicuro che la lettura di questo testo farà luce sui tanti pregiudizi dei 300 anni di dominio Grigione. Il libro è disponibile in biblioteca.

 

Dopo l'occupazione della Valtellina da parte dei Grigioni, la Riforma protestante fa proseliti tra le comunità del cantone svizzero. Nella valle, spiritualmente dipendente del vescovo di Como, vi è un attrito fra i due poteri: la Valtellina sarà l’unica regione italiana a sperimentare una tolleranza in materia di religione, sia pure continuamente corrosa dalla lotta tra le due parti. Queste si contendono a suon di spada e di denari le anime dei valligiani, con rapimenti, tradimenti, omicidi e una attività di propaganda dai tratti moderni. Sul rinnovamento religioso incide l’emigrazione degli uomini che portano con sè le loro famiglie o al contrario devono abbandonarle, comprano campi, vendono libri, si radicano nelle borgate montane della nuova patria. Dagli archivi emerge un mondo contadino, quei “rustici” che parlano una lingua “goffa”, si nutrono solo di castagne, grano saraceno e pane di miglio, ma sanno essere consapevoli dell’autonomia delle comunità montanare.

 

Mauro Cusini

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