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L'appuntamento con gli scritti del “Menico”

CULTURA E SPETTACOLO - 19 11 2020 - Ivan Bormolini

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/IL DOTTOR DOMENICO CORVI NEL SUO STUDIO
IL DOTTOR DOMENICO CORVI NEL SUO STUDIO

Desidero iniziare questa serie di appuntamenti con “Gli scritti del Menico” con una presentazione che il dottor Corvi aveva composto per il volumetto della mostra fotografica “Tirano di ieri” a cura della Pro Loco Tirano e risalente al 1985.

Nel rileggerla emergono ancor oggi ricordi personali e affettivi davvero carichi di sentimenti. Oltre a questo Menico con una finezza editoriale davvero rara, introduceva l'importanza di quel vissuto e di quella Tirano del tempo della sua giovinezza, alle fotografie storiche di Tirano, le quali, se ben le guardiamo, sono grande testimonianza di quel paese negli anni della prima metà del Novecento oggi radicalmente mutato.

Quella presentazione non aveva un titolo, mi sono permesso di darglielo io, “La Tirano cambiata”.

 

Ivan Bormolini

 

La Tirano cambiata

( Di Domenico Corvi ) C'è, di questi tempi, in cui molte certezze sembravano definitivamente acquisite stanno svanendo, in cui i motivi di incertezza si fanno sempre più frequenti, ove la vita d'ogni giorno si confronta con problematiche che sembravano superate, oppure un retaggio del passato, la necessità, quasi un'esigenza di percorrere a ritroso la nostra vita, affidandoci ad una memoria, vuoi singola o collettiva, che ci riporta ad un passato che, a ben guardare, è ancora abbastanza recente: quel passato che costituiva la vita dei nostri nonni e dei nostri padri.

 

Ma c'è, forse, in questo “riandare”, quasi alla ricerca di una serenità perduta, una differenza che, non sempre, comprendiamo. Le “certezze” dei nostri nonni e dei nostri erano, essenzialmente, spirituali e da questo ne traevano quella serenità che caratterizzava la loro vita.

 

“Da stelle a stelle” è ora un detto per indicare una giornata di lavoro particolarmente lunga, ma i nostri avi scandivano lo scorrere del tempo su questo “orologio”.

 

Forse è difficile per i giovani d'oggi, nati nell'era del benessere, riagganciarsi a questi ricordi che forse continuano a vivere solo nel cuore di noi vecchi che abbiamo avuto la fortuna, se fortuna si può chiamare, di vivere a cavallo fra quel lontano passato e questo imprevedibile presente; però per noi basta anche il più piccolo ricordo per ripiombare nel passato rivederci in quel paesaggio di cui ormai resta solo il ricordo.

 

Un pomeriggio della tarda estate dell'ormai lontano 1945, mentre salivo verso l'Alpe Trivigno, mi fermai per riposare ai piedi di quella che allora veniva chiamata la “Prima Croce”. Deposto lo zainetto che portavo sulle spalle, mi volsi verso la valle per osservare un treno che attraversava la campagna in direzione di Sondrio. Su quel treno c'era una persona a me molto cara che rischiavo di non rivedere mai più, e che avevo abbracciato solo qualche minuto prima.

 

Attraverso i miei occhi di fanciullo, annebbiati dalle lacrime che non riuscivo a ricacciare, seguivo. tratto dopo tratto, quel serpente scuro che attraversava l'immensa distesa di campi di grano saraceno in fiore, finché questo varcò il ponte del Poschiavino, perdendosi nella campagna di Villa. Ora, a quarant'anni di distanza, rivedo ancora nitide nelle mente quelle immagini, come se ogni volta dovessi recuperarle da un archivio fotografico. Potrei descrivere ancora i sentieri in mezzo agli appezzamenti, la costruzione solitaria della Polveriera, i nastri argentei delle rogge d'irrigazione, persino i periodi dei vari poderi. Il particolare stato d'animo aveva fatto sì che tutte visioni si stampassero indelebilmente nella mia mente.

 

Ma quanti di noi ricordano ancora quei paesaggi? Il boom economico portato dal contrabbando, le emigrazioni interne che hanno spopolato i paesi a mezza costa, il caotico espandersi dell'edilizia, hanno trasformato il volto del nostro magnifico paese facendone un ammasso di costruzioni disomogenee, cancellando per sempre quell' aspetto bucolico ed idilliaco di un tempo.

 

Ormai le tracce di tale paesaggio si trovano soltanto in qualche prezioso archivio e solo chi è in grado di apprezzarle trova ancora il tempo e la voglia di andare a ricercarle.

 

Ma noi vorremmo che questa passione per le immagini del passato fosse coltivata più diffusamente ed in particolare dai giovani che non hanno avuto la fortuna di viverle in diretta. E per questo abbiamo intrapreso questo modesto lavoro, volto a divulgare il più possibile le immagini della nostra Tirano di un tempo.

 

 

FONTE: MOSTRA FOTOGRAFICA “TIRANO DI IERI”. Pro Loco - Centro Commerciale. Foto “Archivi Agresta” Tirano. Stampa:fotocomposizione, fotolito e stampa Tipografia Poletti Villa di Tirano (Sondrio) dicembre 1985.

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