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La nube

CULTURA E SPETTACOLO - 25 02 2018 - Don Battista Rinaldi

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Un altro simbolo meteorologico ci aiuta a comprendere e ricordare il messaggio della seconda domenica di Quaresima. Nel racconto della Trasfigurazione di Gesù, infatti, al cuore della visione dei diversi personaggi che sono presenti, vi è la parola divina che scende dalla nube (come dopo il Battesimo) e chiede l’ascolto del Figlio: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo”.

 

Non c’è scampo: al centro della vita cristiana c’è l’ascolto della Parola di Dio contenuta nelle Scritture. Ovviamente non si tratta di un’attività soprattutto di studio, ma piuttosto di un ascolto orante. Un ascolto a partire da Gesù Cristo che ha realizzato quanto anticipato nelle Scritture dell’Antico Testamento (Mosè ed Elia, Legge e Profeti, stanno lì ad indicare questo) e lo ha armonizzato con la Nuova Alleanza (di cui Lui è il segno e Pietro, Giacomo e Giovanni i testimoni).

 

Così abbiamo compreso un po’ dei simboli presenti in questa pagina del Vangelo, ma abbiamo intuito soprattutto il senso di una delle pratiche quaresimali più necessaria, quella dell’ascolto della Parola, che si fa soprattutto preghiera silenziosa, esperienza di comunione con Gesù, Parola del Padre.

 

E dalla nube la voce invita all’ascolto soprattutto in un momento in cui tra Gesù e i suoi discepoli si è verificata una sorta di crisi. Questi non capiscono per nulla il progetto di vita e le scelte di Gesù e, in particolare Pietro, si è ribellato alla prospettiva del destino di sofferenza del Figlio dell’Uomo, che questi ha appena prospettato.

 

Non meravigliamoci! Come reagiamo noi ad ogni situazione in cui o dalla vita o dalle persone o dalle situazioni ci viene chiesto di rinunciare alle nostre convinzioni sicure, al nostro modo di pensare e di agire ispirato al buon senso, per accettare di fare della nostra vita un dono gratuito? Come reagiamo quando sentiamo le parole di Gesù: “Chi cerca la propria vita la perde e chi perde la propria vita la trova per la vita eterna”? Così è per i discepoli, quelli di ogni tempo.

 

E nonostante l’esperienza particolare che il Signore ha fatto vivere loro per sostenerli in questa crisi, nonostante la nube e la voce, ancora “erano presi dalla paura e non sapevano cosa dire”. Non capiscono neanche le parole di Gesù sulla risurrezione. Tuttavia continuano nella sequela, perché questa avviene anche nel disagio e nell’incomprensione. La Pasqua li aiuterà a comprendere e diventeranno testimoni autorevoli.

 

La nube allora rinvia all’oscurità della nostra fede, ma ci accompagna perché anche se non siamo pienamente coscienti del cammino che stiamo facendo e di quanto stiamo vivendo, la Parola ascoltata ci aiuterà a capirne il significato.

 

Don Battista Rinaldi

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