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La questione dei fratelli Mearini, il Salmoiraghi e il vecchio organo

CULTURA E SPETTACOLO - 10 10 2019 - Ivan Bormolini

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/organo madonna di Tirano

VICENDE E CURIOSITA' STORICHE LEGATE ALL'ORGANO DEL SANTUARIO DI MADONNA DI TIRANO(Seconda parte di I. Bormolini) Come ho già accennato ieri, per lo strumento ci si era affidati ai fratelli bresciani Domenico e Tommaso Mearini, titolari di una bottega di arte organaria.

Tommaso il 18 ottobre di quell'anno, aveva riscosso “ 630 lire imperiali per fatture organo”. A questa somma ne faceva seguito una seconda di “133 scudi a lui pagate sempre per fatture organo”, era il 17 marzo 1610. Il 4 gennaio dell'anno successivo i Deputati nominavano come organista il bolognese Carlo Tassoni.

 

Qui entra in gioco un'altra faccenda, si presume infatti che i Mearini non avessero concluso l'opera a loro affidata e che quindi l'incarico all'organista bolognese era da riferirsi al vecchio organo ancora in funzione.

Dai libri contabili si comprende che i Mearini avevano restituito il denaro percepito, ciò aveva indotto i deputati a rivolgersi a Cristoforo Valvassori allora in attività in quel di Morbegno, questi completava l'opera iniziata dai fratelli bresciani.

Comunque non era questo uno strumento appropriato per la nuova cassa. La commissione dell'organo da inserire nella grande cassa realizzata dal Bulgarini veniva affidata nel 1639 a Michelangelo Valvassori. Questo era noto per aver realizzato nel 1610 il secondo organo del duomo di Milano.

L'organaro terminava il suo lavoro nel 1641 percependo un compenso di 535 ducatoni, pari a 5.000 lire imperiali.

Al completamento della parte scultorea del fronte della cassa, mancavano i pannelli del parapetto a protezione della cantoria e della tastiera.

 

Non si conoscono le motivazioni per cui questa parte dell'opera, non fosse stata assegnata al Bulgarini. Le risorse erano minime o esaurite? Oppure il maestro non si era dato disponibile perchè già impegnato altrove?

Solo nella primavera del 1638 i Deputati decidevano di affidare l'esecuzione dei pannelli mancanti a Goivan Battista Salmoiraghi, intagliatore originario di Legnao e vivente a Milano. Questo era pressoché sconosciuto ed anche misterioso resta il nome di chi lo avesse consigliato agli amministratori.

Il 28 maggio 1638 lo stesso Salmoiraghi si impegnava a dar vita all'opera mancante, il compenso stabilito era di 2.000 lire imperiali, una somma certamente notevole.

Si afferma che il lavoro veniva condotto con lentezza tanto che nel 1640, i Deputati ne sollecitavano la consegna. In quel caso si trattava solo del pannello centrale raffigurante la Natività, mentre gli altri due venivano commissionati allo stesso artista dieci anni dopo il 4 novembre 1650, con rogito del notaio Carlo Miorino di Sernio.

 

Veniamo ora al vecchio organo collocato nella campata di destra: lo strumento e la cassa venivano venduto alla parrocchiale di Berbenno in Valtellina.

Inizialmente lo stesso Valvassori, aveva fatto una stima di 550 ducati, tale somma sarebbe stata necessaria per la copertura della spesa del nuovo organo realizzato dal medesimo.

Nell'estate 1639 veniva smontato il vecchio organo per mano dell'organaro Giovanni Rogantino intento “a desfar l'organo della Madonna di Tirano per portarlo e piantarlo nella chiesa parrocchiale di Berbenno”.

Alla fine della faccenda, contrariamente alla valutazione di Valvassori, il ricavato delle vendita si aggirava a soli 390 ducatoni, corrispondenti a lire imperiali 3.705.

A diminuirne il valore e quindi l'atteso incasso erano stati difetti registrati durante i lavori di smontaggio e rimontaggio.

 

(Fine seconda parte, terza ed ultima domani)

 

FONTE: La Madonna di Tirano. Il monumentale organo secentesco. Autore Gianluigi Garbellini. Finito di stampare nel mese di maggio 2015 da Arti Grafiche Stibu- Urbania ( PU ).

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