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Le immagini artistiche di San Martino a Tirano

CULTURA E SPETTACOLO - 10 11 2020 - Ivan Bormolini

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/L'ANTICO STEMMA DEL COMUNE DI TIRANO
L'ANTICO STEMMA DEL COMUNE DI TIRANO

(Di I. Bormolini) Rimanendo nel tema della festa patronale di San Martino di domani, ho deciso di fare una ricerca particolare indagando sulle immagini artistiche a Tirano che ci ricordano il gesto del santo nell'atto di tagliare parte del suo mantello e donarlo al povero.

Alcune rappresentazioni sono ben visibili, mentre altre un po' meno ma fanno parte della storia di Tirano; per ognuna di queste verrà indicata nel presente articolo il riferimento alla galleria fotografica finale dove le riporterò.

 

In copertina ho deciso di pubblicare una rarissima immagine dell'antico stemma della comunità di Tirano raffigurante il santo nella tipica immagine a tutti conosciuta, questa è tratta da “Wappen Buch des Bergell” ( Biblioteca Civica Pio Rajna di Sondrio ) ed è riportata nel volume La Chiesa di San Martino in Tirano.

Un'altra antica immagine inerente a San Martino, è contenuta nella Lettera lasciapassare dei Deputati della Sanità di Tirano ed è risalente ai primi del Settecento, “Deputati della Sanità di Tirano All'officio del luogo di Valtellina” ( fotografia n°1 ).

Andiamo ora a Madonna di Tirano, esattamente in Basilica: oltre ad una raffigurazione dell'immagine del santo sul pulpito, esternamente osservando il portale maggiore, opera realizzata da Alessandro Della Scala tra il 1530 ed il 1534, non può sfuggire la parte alta della maestosa opera.

In questa locazione troviamo la tavoletta sulla sommità che raffigura San Martino.

 

Si tratta di un sigillo ben in vista che attesta l'antico stemma della comunità di Tirano, la committenza e la proprietà del tempio da parte della stessa comunità ( fotografia n° 2 ).

 

Sempre in santuario, un'altra opera dedicata al santo patrono la si identifica nel pannello dei battenti della porta meridionale ( fotografia n° 3 ).

 

Ora giungiamo a Tirano, in piazza Cavour, all'esterno della sede della filiale della Banca Popolare di Sondrio campeggia un bassorilievo in bronzo oggi ben visibile e ben curato. L'opera ritraente la tipica scena sa sempre riferibile al santo, risale al 1974 ed era stata realizzata da Livio Benetti ( fotografia n° 4 ).

 

Prima di giungere in collegiata, ovvero un vero e proprio scrigno di immagine inerenti a San Martino, ci soffermiamo nel Secentesco portico di palazzo Marinoni,

L'arco che conduce nell'ampio porticato da piazzetta Lantieri, dal quattro settembre 2004, risulta essere impreziosita da una bella vetrata.

Questa era stata realizzata dagli allievi della Civica Casa dell'Arte Maria De Piazza Folini, sotto la guida del maestro Guido Garbellini in occasione del Cinquecentenario dell'Apparizione.

Se ben la osserviamo nella sua lucente bellezza, su un lato vi troviamo San Martino ed il povero ( fotografie n°5 e 6 ).

 

Ci troviamo ora nella bella piazza di San Martino e non ci resta che entrare nella parrocchiale. Quasi sempre ritirato nella sua custodia è il magnifico telone che fa parte dell'intera struttura dello storico organo Serassi. Se posizionato nella sua elegantissima bellezza come possiamo vedere nella fotografia n° 7 realizzata dal fotografo Ivan Previsdomini e concessa per questa mia ricerca dal prevosto don Paolo Busato, si nota che il telone ricopre tutta la grande struttura dello strumento che negli anni passati è stato al centro di un eccellente opera di ripulitura e revisione.

 

La raffigurazione classica di San Martino e quindi la composizione di quest'opera, coincidono con la realizzazione dell'organo e quindi all'ultimo periodo della prima metà dell'Ottocento.

Ignoto è il nome dell'autore, definito dalla critica un buon pittore che aveva dato vita al telone, il quale veniva esposto soprattutto nel tempo della Passione.

Se sono tendenzialmente scarse le notizie inerenti al telone, ben più ricche lo sono quelle che riguardano la vetrata di San Martino. Questa è collocata nella navata di sinistra della collegiata sulla sommità del portale laterale che in epoche remote costituiva l'ingresso principale del tempio (fotografia n° 8).

 

Questa fa parte dell'intera serie di vetrate, compresi i due rosoncini delle porte di destra e di sinistra collocati ai lati del portale principale.

Il complesso delle stesse, risulta essere commissionato nel 1909 alla prestigiosa casa ginevrina G. Jourdin Peintre et Verrier, dall'allora prevosto don Luigi Albonico.

Anche solo osservando quella inerente a San Martino, si nota un indiscusso pregio artistico impresso dal pittore-vetraio di Ginevra. Occorre ricordare che sicuramente il suggeritore dei soggetti, sotto un profilo dottrinale, estetico e figurativo, era stato proprio il prevosto che aveva attentamente vagliato le opere.

Erano passati pochi anni, quando il successore di don Albonico, il prevosto Giuseppe Ambrosini, raccoglieva fondi per l' affrescatura dell'abside e del presbiterio, opere pittoriche di Luigi Morgari di cui oggi la parrocchia gode nella loro straordinaria unicità.

Per ricollegarci a San Martino, in questo ampio contesto pittorico, si riscontra un'immagine dipinta dal Morgari, che sicuramente si discosta da quelle che possiamo definire le tipiche iconografie inerenti al santo vescovo.

Nel catino absidale il noto pittore aveva dipinto infatti “La morte di San Martino” ( fotografia n° 9 ).

 

Intensa è l'immagine del vescovo adagiato sul lettuccio della sua cella: con candida barba, lo sguardo fisso nel cielo e le mani giunte in segno di preghiera, sta esalando i suoi ultimi respiri assistito dai confratelli, dai sacerdoti e dai fedeli.

Domina nella sacrestia parrocchiale, la grandiosa pala di San Martino: è un'opera antica del pittore G. Paolo Recchi del 1658.

Nel goderne della sua intensità pittorica, dell'espressività e dei particolari, una mia semplice fotografia avrebbe sicuramente sminuito la grande intensità del dipinto. Per questo motivo vi riporto nella già indicata carrellata di immagini, la fotografia n° 10, una foto di Ivan Previsdomini e riportata nell'opera La Chiesa di San Martino in Tirano.

 

Ma adesso scendiamo nei particolari forse un po' più piccoli: sul calice ( fotografia n° 11 ), donato dall'amministrazione comunale in occasione del mezzo secolo di sacerdozio di don Albonico (1904), oltre ad altre raffigurazioni vi è la rappresentazione classica di San Martino. Si tratta di un calice molto importante nella storia della vita della parrocchia che viene utilizzato ancor oggi dai celebranti in occasione di particolarissime ricorrenze, fra le quali appunto la festa patronale di San Martino.

 

Sicuramente, in questo mio piccolo ricercare avrò scordato qualche altra importante immagine, ma di sicuro grazie a don Paolo ne ho scoperta un'altra.

Si tratta della ferula che fa parte del grande patrimonio storico artistico e parrocchiale di San Martino in Tirano.

La ferula in questione, ovvero il pastorale dei prevosti di Tirano, risulta essere un altro dono dei tiranesi al prevosto don Lino Varischetti alla guida della parrocchia dal 1952 al 1968, quale diciottesimo parroco di San Martino.

Nella ferula oltre ad altri particolari artistici fra i quali la riproduzione fedele del nostro santuario, vi troviamo un'altra immagine del nostro patrono.

 

FONTE: LA CHIESA DI SAN MARTINO IN TIRANO. Autori: Gianluigi Garbellini William Marconi. Stampa. Finito di stampare nel mese di dicembre 1999 presso la Tipografia Bettini Sondrio. Dalla stessa fonte sono tratte l'immagine di copertina, la Lettera Lasciapassare dei deputati della Sanità di Tirano e la pala di San Martino (fotografie di Ivan Previsdomini)

LA MADONNA DI TIRANO. Monumento di fede, di arte e di storia. Autore Gianluigi Garbellini. Stampa: finito di stampare nel mese di giugno 2004 dalla Tipografia Polaris Sondrio. Dallo stesso volume è stata tratta la fotografia di San Martino presente sul portale meridionale della Basilica. Foto di Dario Benetti.

DIARIO DEL CINQUECENTENARIO. Redazione a cura di Bruno Ciapponi Landi. Stampa: Offset Center Printing srl Castelcivita (SA).

TIRANO IL CENTRO STORICO. Storia arte architettura. Autore: Gianluigi Garbellini. Stampa: Lito Polaris Sondrio.

Dove non indicato le altre fotografie sono di Ivan Bormolini. 

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