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Minestra di riso e latte - Il futuro di Adele.

CULTURA E SPETTACOLO - 07 04 2021 - Ivan Bormolini

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/san agostino, tirano

(Seconda parte di I. Bormolini) La giovane Adele pensava che la morte dei suoi cancellasse quel nomignolo che la definiva come la figlia dei ladri. Quella pesante e inconcludente eredità però sembrava non le si scrollasse di dosso, era mal vista, non considerata e nonostante si fosse nuovamente messa in cerca di un lavoro dignitoso, nessuno le apriva le porte.

Bionda come la madre e con gli occhi azzurri ereditati dalla nonna, Adele era una bella ragazza anche se molto magra, ormai viveva solo di ben poco, di tanto in tanto quei due anziani vicini le davano qualche uova, ma il tutto non bastava certo per mettere d'accordo il pranzo con la cena.

In quelle sere di primavera, usciva di casa per sedersi sulla vicina panchina nei pressi della chiesa di Sant' Agostino, poco distante dalla sua vecchia e cadente dimora. Avrebbe voluto varcare la soglia di quel tempio per pregare così come faceva sempre con la sua nonnina, ma non ne aveva il coraggio.

In quelle brevi uscite serali, veniva notata da un giovane nobile tiranese, uno scapestrato con il portafoglio pieno di denaro e con la sola voglia di divertirsi con gli amici. Di grande bellezza e prestanza fisica, si era fermato a parlare con Adele. Visto che la facile favella non gli mancava, con tante belle parole e qualche promessa, aveva messo in atto un subdolo intento. Adele, sola, disperata e pure affamata era caduta in una trappola più grande di lei: in quei brevi incontri serali, il giovane le aveva dato qualche soldo e si era detto innamorato di lei e così nel giro di poche settimane si era concessa al ragazzo, il quale ben sapeva che Adele non aveva mai avuto fidanzati.

Triste e avvilente era stata la scena dopo che il nobile di casata ma non di cuore, aveva ottenuto ciò che voleva in quella camera di lei, gettando tra le lenzuola quello che riteneva un giusto compenso, con un sorriso che certo non nascondeva la sua soddisfazione, senza proferire parola aveva lasciato sola la ragazza.

Recandosi nella stessa sera al solito ritrovo con gli amici, offriva a tutti da bere del prezioso vino d'annata per festeggiare e vantarsi del suo gesto paragonando la povera Adele ad un qualunque trofeo di caccia. Questa nel frattempo piangeva lacrime amare, si sentiva tradita, usata e si accusava di ingenuità.

La mattina dopo, osservando quei soldi sparsi sulle lenzuola, aveva pensato di restituirli ma la fame l'aveva fatta desistere. Così pur sentendosi nella vergogna e nel peccato, si era recata al negozietto di alimentari per compare qualche alimento, avrebbe sempre voluto mangiare una minestra di riso e latte e così acquistava una manciata di riso, un po' di pane e una fetta di formaggio, la sera si sarebbe poi recata in latteria per prendere del latte appena munto.

L'oculata spesa, era la prima volta che varcava la soglia di quella bottega, le aveva permesso di risparmiare una buona parte di quel denaro, pur considerandolo sporco lo aveva riposto in un vecchio contenitore di latta nella credenza della cucina.

Quella sera finalmente e dopo molto tempo, si era preparata la sua tanto desiderata minestra di riso e latte, divorava anche uno dei due panini con il formaggio, l'altro lo avrebbe conservato per il mattino successivo per inzuppare nel latte rimasto.

Nonostante la pancia fosse piena, i pensieri su quello che era accaduto la sera precedente certo non la lasciavano, però al calar della notte dei giorni successivi, non aveva perso quell'abitudine di sedersi su quella panchina e la cosa non era passata inosservata a quel nobile mascalzone, il quale aveva riferito del fatto agli amici dicendo loro che secondo lui potevano approfittare di Adele con pochi soldi.

In una tarda serata di aprile, Adele aveva sostato più del solito su quella sua panchina, osservava le stelle e la luna come se queste le volessero raccontare qualcosa di fiabesco, i profumi di quelle prime piante in fiore sembravano distrarla dai suoi pensieri.

Si era avvicinato a lei uno degli amici di quella compagnia del nobile, Adele sorpresa dal fatto e ignara che altri sapessero, aveva tentato in ogni modo di sfuggire alle non troppo velate richieste del ragazzo che si facevano sempre più insistenti. Poteva gridare ma vista l'ora tutti dormivano sonni profondi.

Si sentiva braccata, indifesa e pure ricattata dal giovane che le aveva detto che se non avresse soddisfatto i suoi istinti avrebbe raccontato a tutto Tirano che lei si era concessa per soldi al nobile.

Era una trappola costruita ad arte, Adele era ancora bollata come la figlia dei ladri, se si fosse saputo il resto chissà quali altre malelingue si sarebbero diffuse. Quindi la poverina cedeva al ricatto e si avviava verso un gioco pericoloso e ben più grande di lei.

Tentando di sfuggire ad altri tentativi e ricatti, non usciva più di casa, ripudiava quei soldi, ma se lei non sedeva più su quella panchina la strada di casa l'avevano ben imparata anche altri ragazzotti che con la stessa arma del ricatto ottenevano ciò che volevano senza troppi convenevoli.

Nella mente della ragazza si erano annidati pensieri confusi, si era persuasa che ormai quella fosse una strada scomoda da percorrere, ma visto che nessuno le aveva offerto lavoro e aiuto, pur di mangiare doveva accettare lo squallore di quel mestiere.

Oltre a tutto, visto che Adele di tanto in tanto faceva una piccola spesa, la titolare della bottega e alcune clienti si chiedevano da che parte giungesse il denaro. A dire il vero, più che porsi il quesito sparlavano e accusavano:

“Degna figlia dei suoi genitori, non lavora non fa nulla eppure ha i soldi per comprare anche della carne, ha erditato tutto da loro....”

Tuttavia e per fortuna della ragazza nel borgo non si registravano furti di nessun genere ed il mistero si infittiva. La sempre taciturna e mesta Adele si lasciva scorrere addosso il tutto, ma lo si sapeva, fra le case e le contrade si vociferava la curiosità era tanta e difficile da placare, vecchie e donne parevano non aver di meglio a cui pensare e così qualcuna si era presa la briga di osservare i movimenti della figlia dei ladri.

Di giorno non usciva quasi mai se non appunto per fare la spesa, si recava nel suo campo e andava nei boschi dei suoi poveri nonni, per procurarsi della legna che trascinava verso casa con fatica.

Al suo passaggio tra le vie del borgo nessuno pareva accorgersi della sua presenza, eppure mentre transitava molte tende si scostavano senza però far vedere il volto di chi la guardava.

Sembrava che il segreto di Adele per sua fortuna non si svelasse. La sua casa all'interno di quella corte aveva un ingresso piuttosto isolato e di notte non lo si vedeva, difficile accorgersi di quegli arrivi maschili.

Ma tutto non era proceduto nell'ombra del silenzio, così in una tardissima sera una donna ancora sveglia aveva visto un uomo entrare nella corte, incuriosita lo aveva rivisto uscire circa tre quarti d'ora dopo.

Non aveva detto niente a nessuno, ma nelle notti successive pareva aver perso il sonno e quell' andirivieni l'aveva spinta a nascondersi all'interno della corte dove abitava Adele. Aveva visto tutto e tutto era molto chiaro....Ecco come guadagnava la giovane e bella bionda dagli occhi azzurri.

Dopo essere stata sicura del fatto ed aver visto anche volti di uomini conosciuti scapoli, fidanzati o maritati, aveva divulgato il tutto alle conoscenti.

In un lampo la voce aveva fatto il giro del borgo e lo scandalo era servito sulla bocca di tutti. Ancora ignara del vociferare Adele si era recata alla bottega, qui vi era una sua coetanea che mai l'aveva salutata, al suo ingresso le aveva tirato un sonoro schiaffo in faccia accusandola di aver plagiato il suo fidanzato.

Venuto a galla anche qualche altro nome, c'erano state violente liti tra mariti e mogli, fidanzati e promesse spose. Da quel famoso ricatto dunque anche tra gli uomini si parlava, ma se non altro i clienti di Adele non erano poi molti, non c'era certo una processione notturna continua verso la sua catapecchia 

Era chiaro per Adele che quella pericolosa processione dovesse finire, difatti per molto tempo non si era visto più nessun uomo passare per quella corte. La voce di popolo però non si placava, l'ira delle donne derise perché i loro uomini si erano concessi il lusso della scappatella saliva sempre di più, in alcune volevano fargliela pagare cara.

Adele, ormai barricata in casa per vergogna e per paura di qualche gesto violento, aveva pensato di abbandonare Tirano, ma non sapeva dove andare e cosa fare per cercare di costruirsi una vita nuova lontana da quella voce insistente che non la battezzava più come la figlia dei ladri ma come la rovina famiglie.

La decisione era presa, una sera d'impeto stava preparando quattro vestiti riponendoli in una vecchia valigia di cartone logora e malconcia, qualche soldo l'aveva e l'indomani mattina con il primo treno avrebbe lasciato Tirano per sempre, verso una destinazione ancora per lei ignota, avrebbe deciso la stessa nel momento in cui faceva il biglietto.

Nella sua vita non aveva mai trovato pace, mai nessuno l'aveva capita ed ora vinta dall'angoscia per aver accettato quel mestiere più antico del mondo, come unica ed estrema soluzione per poter mangiare, non reggeva più.

Mentre in tutta fretta preparava quei pochi stracci, sentiva bussare alla porta. Presa dall'ansia apriva e davanti a lei si mostrava quell'amichetto di gioventù che di tanto in tanto le portava del cibo avanzato.

Con le lacrime agli occhi, lo aveva fatto entrare convinta ma basita, che anche lui volesse approfittare di lei.......Ma quella sera non era andata proprio così...

 

( Fine seconda parte, la terza domani )

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