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Minestra di riso e latte - La famiglia di Adele

CULTURA E SPETTACOLO - 06 04 2021 - Ivan Bormolini

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/san agostino, tirano

La storia che vi sto per raccontare è tutta frutto della mia fantasia. Persone, fatti e luoghi sono quindi puramente casuali e nulla hanno a che vedere con racconti tramandati e nemmeno realmente accaduti nella Tirano d'altri tempi. (I. B.)

 

Minestra di riso e latte - La famiglia di Adele

 

(Prima parte di I. Bormolini) Vi era nella Tirano di moltissimi decenni fa, quando la città di oggi era ancora poco più di un borgo, una famiglia del tutto particolare.

Tutti guardavano quel “fuoco” con una grande diffidenza: il padre non aveva mai lavorato e nemmeno la madre, vivevano nella piccola casetta ereditata dai vecchi e a stenti riuscivano a mantenere la loro fanciulla Adele.

I due erano molto abili nel compiere furtarelli e furti di vario genere, arraffavano ciò che potevano nei campi soprattutto nottetempo e c'erano anche ampi motivi di credere che in assenza di proprietari, i ladruncoli riuscivano ad introdursi nelle abitazioni in cerca di qualche soldo magari nascosto sotto il materasso degli sventurati.

Ma dai sospetti alle prove reali, non c'era mai stato un nesso che potesse dar loro le colpe ed assicurarli alla giustizia.

Alcuni, vittime di furti di ortaggi, frutti e pure denaro, avevano tentato di affrontare direttamente i due, ma avevano dovuto fare i conti con l'ira dell'uomo che era grande e grosso e di carattere violento.

Si narrava che si aggirasse sempre con un coltello dalla lunga lama infilato nella cintura e che in qualche caso, dove le discussioni parevano prendere una brutta piega, non aveva esitato ad agitarlo al vento come arma intimidatoria, ma era furbo, non l'avrebbe mai usato.

Quei tizzi erano scaltri,abili, veloci e proprio la loro furbizia, fatta anche di da appostamenti per individuare le abitudini di coloro che prendevano di mira per poi derubarli, erano ben studiati, al punto che nemmeno le autorità competenti riuscivano a coglierli sul fatto.

Di ben diverso temperamento era la povera figlia Adele, nel suo crescere tra gli stenti dovuti al fatto che i suoi genitori non volevano piegare la gobba ed affacciarsi ad una vita onesta, cercava di darsi da fare in ogni modo.

Brevissimo era stato il suo percorso scolastico, non frequentava l'oratorio, era sempre messa in disparte da tutti i coetanei e chiamata la figlia dei ladri, solo un suo amichetto cercava di darle una mano e di nascosto dai suoi, le dava qualche alimento che Adele ben gradiva e mangiava di nascosto, quel cibo spesso avanzato era per lei nutriente.

Sin dall'infanzia soffriva di questa disparità, più avanti col tempo si era messa a cercare un lavoro onesto e dignitoso non tanto per guadagnare per se stessa ma per persuadere i genitori dall'allontanarsi da quella vita.

Il tutto si era rivelato come un impresa impossibile vista la fama dei suoi, nessuno in particolare tra le famiglie più agiate, la voleva assumere come “serva”, tra queste famiglie abbienti non si voleva che entrasse nelle loro dimore quella che sua malgrado aveva già ereditato una fedina penale sporca pur non avendo colpe alcune.

Cercava di coltivare il piccolo campo che avevano lasciato i suoi avi e a nulla valevano i suoi ammonimenti nei confronti dei genitori. Ben sapendo dei loro illeciti dei quali ovviamente si vergognava, ad ogni tentativo di discussione veniva volgarmente taciuta e non in pochi casi la poverina era stata vittima di percosse solo perché aveva detto la sua.

Nel vicinato quelle furibonde liti erano ascoltate da molti, qualcuno avrebbe voluto intervenire per tutelare Adele, ma troppa era la paura nell'affrontare in particolare quel padre così violento e come sua moglie insensibile agli appelli di una figlia che era dalla parte della ragione e vittima del loro agire.

Altri, non così di buon cuore nell'udire il tutto, si mostravano indifferenti e dicevano che le colpe dei padri inevitabilmente cadevano sui figli.

Adele cadeva sempre più nello sconforto e nella solitudine di quella vecchia catapecchia dove sul tavolo della cucina mancava spesso il cibo ma mai il bottiglione del vino.

Quando riassettava la casa, cercava di riparare pure quel vecchio e logoro mobilio, cuciva i pochi e malandati abiti suoi e dei genitori e quando si recava alla fontana per lavare lenzuola e vestiti, d'un colpo tutte le donne sparivano con cesti e saponi, anche se le operazioni non erano ancora concluse. Nessuno voleva avere a che fare con quella gente.

Un pomeriggio di primavera, mentre Adele cercava di dar nuovi profumi alle lenzuola con un tozzo di sapone che nemmeno avrebbe lavato una camicia, una suora passava di lì.

Vedendola con le lacrime agli occhi e con qualche livido dovuto alle percosse, si era interessata a lei, forse per la prima volta parlava della sua situazione con qualcuno.

La religiosa, ascoltando la sua storia, che in parte conosceva già anche se era giunta da poco a Tirano, non si era persa d'animo. Senza dir nulla alla Superiora una sera, poco prima dell'ora di cena con convinzione e coraggio, aveva bussato all'uscio di quella stamberga.

Adele le aveva aperto non immaginando ciò che sarebbe successo.....

La madre ascoltando le parole della religiosa, certo non prive di severi ammonimenti non aveva proferito verbo, trincerandosi nella più totale indifferenza.

Il padre con ampio gesto di sfida, continuava a far scorrere il pollice della mano destra sulla lama del suo coltello ben affilato, Adele al fine di evitare un dramma, invitava la suora a lasciar perdere e con gesti a lei non consoni, la spintonava verso l'uscita.

Ma quella giovane donna che aveva preso i voti da poco, sembrava non voler mollare. Coraggio ed istinto, volontà di aiutare il prossimo e fede l'avevano indotta a perseguire il suo obiettivo.

Ad un certo punto la voce roboante del padre, che sino a qual momento non aveva proferito verbo aveva riecheggiato nella casa:

“Ha finito”?

Io non so cosa mia figlia le abbia raccontato, lei ci accusa e di cosa? Parla di lividi e tumefazioni sul volto della mia Adele?

Certo la mia figlia è maldestra non sa far nulla e quando tenta di fare qualcosa questi sono i risultati, ha lasciato la scuola solo perché non sa fare una “o” con il bicchiere, un vero peccato non abbia ereditato l'intelligenza di coloro che l'hanno messa al mondo.

Come vede, cara avvocatessa delle cause perse, che si annida dietro una veste religiosa e bandisce sul suo petto la Croce, a mia figlia non manca nulla.

Osservi, guardi bene, ponga i suoi occhi giudicanti su questa tavola! Vede a differenza di ciò che si va narrando in giro, sono poche le famiglie che all'ora di cena possono permettersi un primo ed un secondo ed allora dI cosa ci accusa?

Veda di finirla con quest'inutile oratoria, altrimenti mi vedrò costretto a cacciala e non certo con le buone maniere. La avviso - diceva l'uomo brandendo la sua arma - non si permetta mai più di mettere piede nella mia casa, mia figlia vive bene così e non sarà certo lei a mettere zizzania.

La suora, osservando lo sguardo di Adele, vista anche la punta luccicante di quel coltello, aveva preferito desistere.

Nell'uscire, consapevole di aver lasciato dietro di se una situazione inconcludente, si era sorbita pure le parole della madre:

“ Se ne vada, lei è la peggior peccatrice capace di osservare solo la pagliuzza negli occhi altrui...”

In effetti la bontà d'animo di quella giovane suora, in quella sera pareva contrastare con il ben di Dio che casualmente c'era in tavola, peccato solo che tutti quegli alimenti, carni di coniglio comprese, erano frutto di furti, il tutto era stato cucinato di buon grado da Adele, che forse per una volta, pur ben sapendo dell'origine illecita del cibo poteva dire “Questa sera ho cenato, ho mangiato per la prima volta del coniglio”.

I genitori presi dall'abbondanza insolita di quella cena, frutto di un'ampia razzia in un'aia di una vicina contrada, non avevano infierito contro la figlia e così tronfi di cibo e di vino si erano addormentati, nel loro profondo russare Adele, aveva lavato piatti e pentole pensando che nessuno avrebbe potuto far nulla per aiutarla.

Erano trascorse delle settimane dalla visita della suorina, d'un tratto quei due ladri non si vedevano più in giro con fare sospetto. Non si sapeva come e perché una malattia li aveva colpiti obbligandoli a letto tra mille dolori.

Adele, nonostante quello che sino a quel momento aveva vissuto si premurava giorno e notte per curarli e dar loro quel poco che riuscivano a mangiare, ovvero le verdure che lei stessa coltivava con amore e passione.

Quell'amico d'infanzia di tanto in tanto le lasciava nel solito nascondiglio qualcosa di avanzato, ma alla ragazza servivano medicinali e cure mediche per i suoi. Una sera presa dalla più totale disperazione, non riuscendo in alcun modo a placare le urla di dolore del padre e la febbre alta della madre, aveva bussato alle porte dei vicini chiedendo aiuto.

Una coppia, si era lasciata impietosire da quella ragazza e nonostante avesse avuto sempre cattivi rapporti con quei due, aveva deciso di intervenire. Quegli anziani avevano così chiamato il medico condotto, rendendosi disponibili anche per l'acquisto di medicinali.

Giunto al capezzale, il medico si era reso conto immediatamente che la situazione era di enorme gravità e nemmeno un ricovero in ospedale avrebbe potuto lenire le sofferenze dell'uomo e della donna. Al primo non rimanevano che poche ore di vita e alla consorte pochi giorni. Al fine di placare quei dolori, aveva somministrato loro dei calmanti e ben conoscendo la situazione della famiglia non aveva voluto denaro.

Vedendo il volto di Adele, che si sentiva in colpa, il medico l'aveva rassicurata dicendole che nulla avrebbe potuto fare per la patologia che aveva repentinamente colpito i genitori,vista la rapidità e la violenza con cui la malattia si era manifestata, era poi solo una casualità che la stessa si fosse manifestata su entrambe.

Aveva lasciato quell'abitazione dicendo a quell'anziana donna di cucinare qualcosa per quella ragazza perché stava deperendo e doveva farsi forza per affrontare ciò che di lì a poche ore sarebbe successo e per continuare a curare la madre per i giorni che le restavano.

Quella diagnosi era più che mai veritiera e così nel breve di poco i due genitori morivano. Ben poca gente ai funerali, nessuno aveva perdonato gli errori fatti in vita dai due.

Ma quale sarebbe stato il futuro di Adele? Nessuno si era premurato di lei, ma in tanti erano tranquilli, il borgo si era liberato di due losche e pericolose figure, l'unica che l'aveva ascoltata era stata quella suorina, ma purtroppo era stata trasferita lontano da Tirano per assumere altri incarichi.

 

( Fine prima parte, la seconda domani )

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