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Natale nella poesia dialettale tiranese: "Il presepio" di Lazzaro “Cici” Bonazzi

CULTURA E SPETTACOLO - 12 12 2019 - Ivan Bormolini

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/presepio

(Seconda parte di I. Bormolini) Non poteva mancare in questa nostra carrellata di poesie e racconti tiranesi dedicati al Santo Natale l'illustre e compianto conterraneo emigrato in Australia, “Cici” Bonazzi. Grandiose le sue opere e poesie scritte in dialetto di Tirano e di estrema caratura il suo dizionario tiranese-italiano.

 

Ecco dunque che nella sua composizione “Ricordi”, ho trovato qualche cosa inerente al presepio o presepe che dir si voglia.

Comunque, stiamo parlando di un borgo dei tempi che furono, dove i ritmi della vita contadina non solo scandivano il susseguirsi delle stagioni, ma anche quello delle festività e di quei semplici riti familiari vissuti con intensità, seppur in molti casi miseria e povertà la facevano un po' da padrona.

 

Ecco dunque che il presepio, realizzato nelle case di Tirano, portava alla riflessione religiosa ed a quel senso che “Cici” definiva un giorno di grande allegria.

Oggi è bello vedere come a Tirano alcuni realizzano presepi nelle loro case, in quel bel nostro focale famigliare. E' positivo ammirare gruppi di contradaioli, associazioni, oppure l'attenta passione di una singola mano, che con arte e maestria assoluta, anno dopo anno ci regala quella storia di Betlemme.

 

Vi lascio ora alla composizione tradotta di Bonazzi. Ci ritroveremo ancora per le prossime due settimane con i poeti dialettali e le loro belle storie natalizie.

 

Il presepio

Quando la campagna riposava

la natura si metteva a dormire,

tutti aspettavano che arrivasse Natale

nelle notti che si allungavano.

 

Cantando nenie tramandate

dai nostri avi prima di noi,

si sparpagliava la buona novella

visitando tutte le contrade del paese.

 

Si scartavano le statuette e le pecorelle

per costruire il Presepio con il muschio,

con i pecorai e i buoni pastori

che suonavano pive e caramelle.

 

La capanna con il bue e l'asinello,

sorridenti S. Giuseppe e la Madonna,

con le braccia aperte per benedire

nella mangiatoria Gesù Bambino.

 

Sopra il tetto una gran cometa

con la sua luccicante coda

per indicare ai tre Re Magi

nel loro viaggio la giusta meta.

 

Vicino al bel calduccio del focale

si ascoltava la storia del primo Natale

per salvare i mortali gran peccatori

con la venuta di Gesù Bambino.

 

Storia lunga di tanti anni fa

cominciata in luoghi lontani

per far nascere il loro bambino

S. Giuseppe e la Madonna cercavan casa.

 

Come un poveretto è poi Lui nato

in una stalla sulla paglia

in una sera di freddo inverno

perché Lui così ha voluto.

 

Con l'arrivo del grande evento

tutta la terra fece festa,

per adorare nostro Signore

tutti aspettavano questo momento.

 

Senza guida e neanche un futuro

questo nostro mondo era un deserto,

con la venuta del Gesù Bambino

tutti camminano ora con passo sicuro.

 

Buon Natale a tutti, o buona gente,

in questo giorno di grande allegria,

si sentono beati con il Signore

anche quelli che vivon con niente.

 

Lazzaro “Cici” Bonazzi

 

 

FONTE: Ricordi. Composizioni in dialetto Tiranese. Autore: “Cici” Bonazzi. Pag.214.215.216. Stampa: Stampato dalla Tipografia Poletti s.c.n. In Villa di Tirano nel dicembre 2007.

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