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Oratorio parrocchiale Sacro Cuore: gli interventi del 1994

CULTURA E SPETTACOLO - 07 05 2021 - Ivan Bormolini

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INAUGURAZIONE ORATORIO RISTRUTTURATO

(Di I. Bormolini) Durante questa settimana si è analizzata la storia di quel che era detto l'oratorio maschile e nelle due puntate precedenti anche delle lunghe vicende della vicina chiesa del Sacro Cuore, edificata non senza traversie nelle immediate vicinanze del grande palazzo di via Roma.

Per tornare all'oratorio, in quest'ultima puntata, è necessario dire che nel corso degli anni l'edificio era stato più volte al centro di interventi strutturali con modifiche ed ampliamenti rispetto all'originale costruzione.

Radicali interventi risalivano agli anni Cinquanta quando veniva interamente rifatta la sala cine-teatro e si andava aggiungendo, sul lato ovest, un corpo avanzato dove trovava sede il Circolo ACLI, con servizio di mensa e bar, nello stesso frangente si edificava al piano superiore di quello che oggi viene definito il “bar dell'oratorio”un nuovo salone.

Già negli anni Ottanta si era prospettata l'idea di intervenire nuovamente sul grande fabbricato con radicali interventi. Si pensi che all'inizio dei lavori nel marzo del 94, la sala del cinema Mignon era chiusa da anni in quanto la stessa risultava inadeguata alle allora disposizioni in materia di sicurezza.

Il signor Guido Mazza, nel Bollettino “Le Campane di San Martino” del marzo del 1994, nel momento dell'inizio dei lavori, scriveva che era necessario rimettere in sesto l'oratorio, rifare le strutture adeguandole alle esigenze di funzionalità e sicurezza.

Guido Mazza parlava di uno sforzo considerevole, dove oltre alle varie competenze tecniche, erano necessarie non poche risorse economiche.

Qui mi preme citare lo storico prevosto di San Martino in Tirano, don Tullio Viviani, sacerdote con il quale ho avuto il piacere di collaborare in tante circostanze. Mi piace ancor oggi, definire quello che era stato elevato a Monsignore, un uomo di fede immensa, di pensiero e d'azione.

Nel suo lungo lavoro, non privo di tanti ostacoli, era stato degno promotore e realizzatore di un insieme di lungimiranti opere, delle quali ne godiamo ancor oggi il pregio, in quell'intento di conservazione del patrimonio artistico e storico della parrocchia.

Senza ombra di dubbio, va detto che le opere in oratorio avevano costituito l'intervento più importante e coraggioso.

L'investimento economico era infatti molto elevato ed aveva richiesto la stipula di un mutuo che si era estinto proprio nell'anno della sua morte, era il 2006.

In una relazione pubblicata sul Bollettino parrocchiale del giugno del 1994, per voce della Commissione Amministrativa, il geometra Luigi Regonesi, entrava nel dettaglio delle opere in corso in quell'oratorio divenuto nuovamente cantiere.

Si riferiva che la struttura era totalmente inadeguata alle vigenti norme di sicurezza, prevenzione incendi nonché in materia di superamento delle barriere architettoniche.

Dopo le necessarie autorizzazioni giunte da parte delle autorità diocesane e civili, nel marzo del 1994 erano iniziati i lavori che avevano portato ad una globale ristrutturazione interna. Nella sala cine-teatro si erano conservati solo i muri portanti, si era rifatta la soletta sottostante ricavando un ampio salone polifunzionale sottostante per le attività dell'oratorio; interventi di natura radicale avevano portato al rifacimento del vano scale con l'installazione di un ascensore per disabile al fine di garantire l'accesso alle aule.

Veniva realizzato un nuovo appartamento per l'assistente ( vicario parrocchiale ) in quanto quello preesistente era stato smantellato al fine di rispondere alle norme di sicurezza della nuova struttura.

La spesa prevista per la realizzazione delle opere in progetto era preventivata in L. un miliardo e duecento milioni circa.

Nel momento in cui il professionista tiranese Regonesi scriveva, la spesa risultava coperta con marginali risorse proprie e accantonamenti effettuati dalla parrocchia negli anni precedenti per una somma di L. trecento milioni.

Per la restante cifra si era confidato nella sensibilità dei parrocchiani e nell'attenzione della Direzione delle banche alle quali si era richiesto l'intervento del fondo di beneficenza per la realizzazione dell'opera.

I lavori di ristrutturazione del cine-teatro Mignon e del complesso oratoriale avevano preso il via esattamente il 30 marzo 1994 a cura della ditta Mazzo Giorgio snc con la direzione del geometra Luigi Regonesi e dell'ingegner Pierre Daskas.

Nel giugno di quell'anno, erano già stati eseguiti i lavori di demolizione delle parti interessate: tetto, solette in legno, murature, scale ecc., compresa la copertura a volta ( in calcestruzzo non armato ) del piano interrato. Questa era stata giudicata non più idonea a sostenere i carichi previsti per la sala del cinema ed il tutto non era previsto nel progetto.

Come già accennato questa scelta, o forse più un obbligo che possiamo definire strutturale, aveva comportato la realizzazione dell'ampio vano interrato. Questo spazio privo di pilastri è sicuramente ancor oggi un grande valore aggiunto per l'oratorio in quanto si presta egregiamente a varie tipologie di utilizzo.

Nel frattempo, per tornare ai lavori si procedeva con la messa in opera delle varie parti inerenti l'impiantistica. Tornando alle risorse, era in dirittura d'arrivo la definizione della convenzione con il Comune di Tirano per l'utilizzo della sala a favore di gruppi ed associazioni, in base al quale, si scriveva “verrà erogato il contributo concordato di Lire 250.000.000”. si stava inoltre approntando la domanda di finanziamento sulla base dei dettami della Legge sullo spettacolo.

Ma veniamo all'ottobre del 1994, nuovamente sul bollettino parrocchiale n°3, Guido Mazza nel redarre la sua bella rubrica “Mi prendo a carico”, a soli sei mesi dall'inizio delle opere scriveva:

“...Siamo ad ottobre e sembra ormai imminente l'ultimazione dei lavori anche se da un'osservazione esterna non si ha l'impressione che tale opera sia ormai ultimata, infatti si vedono ancora gru, ponteggi e muri sventrati....”.

“...La ristrutturazione dell'oratorio fa sicuramente onore ai nostri antenati che con il loro sacrificio e la loro fede hanno voluto e saputo dare una risposta concreta ai problemi dell'epoca...”

Alla fine di questa collana dove brevemente ho voluto riassumere le vicende storiche dell'oratorio Sacro Cuore e della vicina chiesa, mi si consenta di rispolverare nel mio bagaglio dei ricordi:

Non ricordo più in quale festosa circostanza don Tullio Viviani, aveva presentato ad un numeroso pubblico presente, il cartello che ancor oggi campeggia sull'ingresso principale dell'oratorio in via Roma.

In quell'occasione, don Tullio aveva espresso il vivo desiderio che quella casa ormai rimessa a nuovo, tornasse a divenire luogo d'incontro, di socializzazione, di preghiera , di gioco e quant'altro potesse degnamente rappresentare i giovani.

Ma il nostro storico oratorio quello zelante prevosto l'aveva nel cuore per un altro motivo, proprio da quelle storiche mura intrise di una bella pagina di storia tiranese, don Tullio aveva iniziato il suo lungo ed intenso ministero sacerdotale, quarantasette anni prima dalla sua morte.

L'oratorio era stato infatti il suo primo campo d'azione quando giungeva per la prima volta a Tirano nel 1959.

Certo a conclusione dei lavori presso il rinnovato oratorio parrocchiale Sacro Cuore, don Tullio era orgoglioso di quanto portato a termine. Certamente come per tante altre opere, non ne aveva mai fatto un vanto personale. Era contento e lo si percepiva, ma mai aveva lasciato trasparire quel senso di preoccupazione per l'importo delle spese.

Tra le fotografie che ho selezionato per questa conclusione, proprio pensando a don Tullio, per me sacerdote e amico, per la copertina ne ho scelta una particolare. Era il 10 novembre 1995, vigilia della festa patronale di San Martino. In quel giorno in quella sera, così carica di storia passata e allora presente, il vescovo diocesano monsignor Alessandro Maggiolini con don Tullio ed alcuni ragazzi, tagliava il nastro inaugurale dell'oratorio restaurato.

Nella carrellata fotografica finale riporto alcune foto del “cantiere oratorio”. Mi permetto di aggiungere un particolare, ben lieto sarà sarà stato quel grande prevosto nel veder un così rinnovato cortile interno, che dopo alcuni anni dalla sua morte ha visto il totale rifacimento del campo da calcio intitolato doverosamente a Bruno Pianta e poi del resto.

 

 

FONTI:

LE CAMPANE DI SAN MARTINO. N°1 PRIMO TRIMESTRE MARZO 1994. Dall'articolo “Parte il restauro dell'oratorio a cura di Guido Mazza. Fotocomposizione e stampa: Tipografia Petruzio srl Tirano.

LE CAMPANE DI SAN MARTINO. N° 2 SECONDO TRIMESTRE GIUGNO 1994. Dall'articolo” L'oratorio reso cantiere.....Per la Commissione Amministrativa Luigi Regonesi. Fotocomposizione e stampa Tipografia Petruzio srl Tirano.

LE CAMPANE DI SAN MARTINO.N° 3 TERZO TRIMESTRE OTTOBRE 1994. Dalla rubrica “Mi prendo a carico a cura di Guido Mazza dal titolo “L'oratorio di Tirano. Fotocomposizione e stampa: Tipografia Petruzio srl Tirano.

Le fotografie sono tratte da: foto di copertina: LE CAMPANE DI SAN MARTINO. Speciale per don Tullio parroco di Tirano 1987-2006. Fotocomposizione e stampa: Tipografia Petruzio srl Tirano. Non si indica l'autore.

Per le foto del cantiere: LE CAMPANE DI SAN MARTINO N° 2 SECONDO TRIMESTRE 1994. Fotocomposizione e stampa. Tipografia Petruzio srl. Tirano.

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