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"Pillole di dialetto“, con traduzione in italiano e dizione in mp3

CULTURA E SPETTACOLO - 20 02 2017 - Mèngu

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/dialetto in pillole

L’amore dei nonni

Chi saprà mai descrivere l’amore dei nonni per i nipotini? Quest’amore è grande e struggente. E’ un amore che nasce dal cuore lentamente, poi diventa grande e mai si arresta. E’ radioso come diamante e non si scolora con il tempo così come l’oro. Dapprima, in gioventù, v’è l’amore passionale, ardente, tumultuoso, istintivo come quello del “cuore che non si comanda”. Poi segue quello più quieto, sereno: quello degli sposi che si donano l’un l’altro nelle loro passioni, nei loro desideri, nei loro modi di vita. Questo amore si rafforza e si travasa nel cratere del bene verso i figli.

 

Infine c’è l’amore dei nonni. Questo amore è indescrivibile, irripetibile per ognuno di noi. Racchiude in sé tutte le esperienze di vita, le fonde in una sinfonia quieta, virtuosa, cordiale, amabile e lo dona ai figli e ai nipoti. L’amore dei nonni è un’ offerta silenziosa con mani che accarezzano i volti dei nipotini e con lo Spirito che innalza a Dio preghiere per il loro bene.

 

E’ stato scritto che Il Dio dei cristiani è un Dio geloso. Geloso per Amore verso l’Uomo. Io credo che accanto a questo grande Amore geloso c’è anche quello dei nonni per i nipoti. Con scialbe parole l’Amore dei nonni potrebbe essere paragonato al quieto e leggero scorrere dell’acqua di una sorgente. Essa scorre silenziosa, limpida e costante. Ma non sempre è questo amore tranquillo. Così come il silenzio in un bosco di betulle viene interrotto e turbato dal tremulo fruscio delle foglie di betulla colpite da una raffica di vento, anche la Vita con le sue amarezze può diventare frastuono che fa sussultare il cuore dei nonni.

 

I nonni desiderano sempre il bene dei nipoti e anche dei loro figli. Quale nonno non si preoccupa dei propri nipotini quando si ammalano, oppure leggono alcune linee di febbre sui loro volti ? Questo “batticuore“ dei nonni è il lievito del Mondo. E quale sostantivo migliore di “ nonni” possiamo dare alle persone? Forse il sostantivo di Presidente, Onorevole, Cavaliere, Dottore, Professore e via dicendo ? Giammai. Si, è vero, tutti questi sostantivi sono lodevoli. Danno o possono dare soddisfazione e gratificazione nel corso della vita, ma nella vecchiaia questi sostantivi sfumeranno e la loro importanza diverrà sempre minore.

 

Ai fortunati, nella vecchiaia, rimarrà “un minimo comune denominatore” che si chiama “ nonno o nonna “ e che, proferito innanzi al nostro nome darà un suono soave e grande gioia. Forse l’Amore dei nonni è forte più di ogni cosa poiché esso è l’anello di congiunzione e della continuità della Vita riflessa nei figli e nei nipoti. E’ il nostro DNA che vive e continua a vivere anche dopo che Dio ci ha tolto da questa terra. E se alla Sua domanda “ Hai voluto bene più a me o ai tuoi figli e nipoti?“ noi risponderemo “In ugual misur !“; Lui sorriderà perché è quello che Lui ha voluto in Adamo ed Eva dicendo “crescete e moltiplicatevi”.

 

Clicca qui per ascoltare il file audio

 

L’ Amur dei nòni 

L’amùr dei nòni l’è cùma la név sutìla

che fiòca e che ledìna la quàrcia

tücc i crüzi dei föi e dei car neùu.

Tüti li angùsi e li béghi i pàsa quàndu

pà e màma ‘nsèma i bràscia scià i fiöi

e i nòni, ilò ‘nsèma, i carèza i neùu.

.

I crüzi  dei nòni l’è  stà  ‘n pensée

quàndu i neùu i g’à ‘n pit de fébra

u i caràgna sutìl cùma i cabrabèsui

sénsa ruàch a capì ‘l perché, u vedè

i pà e li màmi che i pénsa a tüt òtru

cun i fiöi che piànc ‘n de ‘n cantùn.

 

L’amùr dei nòni l’è amùr del Signùr, 

perché l’è de sant sfadigà per i neùu, 

per tirài sü bée e dach ‘na màa ai fiöi. 

‘L rüerà ‘l dì che i capirà che ‘l cör

dei nòni l’e ‘na ca granda, sèmpre avèrta,

grànda e sigüra de tegnì de cünt.

 

E quàndu ‘i nòni i sarà ‘n Paradìs

‘l so amùr ‘l végnerà amò pü grant,

perché i g’à dumanderà al  Signùr

de tra giù ‘n öcc per i so car ‘n Tèra,

perché l’amùr dei nòni l’è ‘n àngel

custòde che giüta quàndu se gà bisùgn.

 

L’Amore dei nonni 

L’amore dei nonni è simile alla neve sottile 
che cade e che leggera leggera copre
tutte le tribulazioni dei figli e dei cari nipoti.
Tutte le angosce e i bisticci passano quando 
papà e mamma insieme abbracciano i figli 
e i nonni insieme accarezzano i nipoti.

 

Le tribulazioni dei nonni sono le ansie   
quando i nipoti hanno un poco di febbre 
o singhiozzano come caprette 
senza riuscire a capire il perché, o vedere
i papà e le mamme che pensano a tutt’altro 
mentre i figli piangono in un angolo.

 

L’amore dei nonni è l’ amore del Signore, 
perché è santa fatica affannarsi per i nipoti ,
per allevarli bene e porger la mano anche ai figli.
Arriverà il giorno che capiranno che il cuore 
dei nonni  è una casa grande, sempre aperta, 
grande e sicura da tenere preziosa.

 

E quando i nonni saranno in Paradiso 
Il loro amore diverrà ancor più grande, 
perché chiederanno al Signore 
di badare al bene dei loro  cari in Terra,
perché l’amore dei nonni è l’ angelo
custode che aiuta quando c’è bisogno.    

 

 

Méngu

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1 COMMENTI

19 02 2017 19:02

Méngu

Cari Amici del dialetto, il primo pensiero che deve nascere in noi è quello di riconoscere nel dialetto un bene culturale da conservare con la più grande cura. Un secondo pensiero è di far crollare il pregiudizio che ci fa pensare al dialetto come a una “lingua di serie B” rispetto all’italiano. Il dialetto, da un punto di vista glottologico, è un idioma a sé stante. Non è una derivazione dell’italiano, come molti ancora credono, ma una lingua di pari dignità all’italiano che si è evoluto direttamente dal latino e da altre culture preesistenti sul territorio o importate dall’emigrazione della nostra gente. Il dialetto è una lingua completa a tutti gli effetti, in grado di esprimere ogni tipo di emozione e di sentimento. Con il dialetto si può far ridere, ma anche commuovere. Consapevoli di ciò, occorre procedere a una tutela incisiva di quanto è esistente, parallelamente a un suo rilancio. Non deve essere necessariamente un lavoro proteso esclusivamente verso il passato, ma con lo sguardo avanti, verso le generazioni future. Si tratta di non trasformare il dialetto in un bene da riporre in un museo, ma in un patrimonio da tramandare e da far apprezzare in tutta la sua ricchezza e valenza culturale. Cosa dunque concretamente occorre fare? Innanzitutto, parlare in dialetto senza vergogna, senza timore di sembrare “poco colti”: parlando in dialetto occorre mettersi in testa che si parla una lingua con tutti i crismi. Parlando dialetto si padroneggia uno strumento linguistico autonomo e occorre soprattutto parlarlo ai giovani, e i giovani devono provare a parlarlo.. Date dunque voce al Dialetto, farlo scomparire tra alcune generazioni sarebbe un “ delitto “ culturale. Grazie. ******************************************************************************************************** Maifrè Ezio ( Méngu ) e-mail ezio.maifre@tim.it . Per la rubrica ” Pillole di dialetto “ sono a diposizione per qualsiasi chiarimento e collaborazione.Grazie.