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Quando a Tirano esisteva il caffè e la Sagrestia… Il moderatume dei preti...

CULTURA E SPETTACOLO - 19 11 2021 - Ivan Bormolini

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/UN SALUTO DALLA PIAZZA DEL MERCATO
UN SALUTO DALLA PIAZZA DEL MERCATO

(Di I Bormolini) Lo scorso anno vi avevo accennato a questo articolo apparso su uno dei primi numeri de “Il Gazzettino Tiranese” , “Giornale minuscolo scarlatto – anticlericale” quando avevo parlato delle vicende legate a don Luigi Albonico in ricordo del centenario della sua morte. Ora, nel condurre questa mia breve panoramica sull'editoria tiranese di quella fine Ottocento ecco tornare a galla quel pezzo.

 

Ironico, satirico? Qualche domanda conoscendo le vicende del tempo, compreso il famoso “non expedit” mi viene da pormela e personalmente all'articolo ho dato un'altra chiave di interpretazione che a mio modo di vedere va ad indentificarsi forse più con l'aspetto anticlericale del quindicinale di cui ieri ho fatto qualche cenno.

L' analisi dei fatti tiranesi e se vogliamo anche nazionali di quel preciso periodo storico, mi trova a concordare con Franco Monteforte che a proposito dell'articolo e del periodico quindicinale scrive:

“Si può considerare certamente realistico questo bozzetto di vita sociale, ma la sua valutazione è certamente discutibile. Ingiusto, ad esempio, l'attacco a don Albonico impegnato allora (…) in una sua personale battaglia liberale contro la curia di Como a favore della partecipazione dei cattolici al voto a sostegno dei candidati liberali come Emilio Visconti Venosta. Ma ciò che è eccessivo - prosegue Monteforte - ed è il limite del giornalismo socialista in Valtellina, è il prendere nelle limitate dimensioni dei Comuni valtellinesi, una qualità nei rapporti sociali da grande agglomerato urbano. Ma forse - conclude sempre Monteforte- questo nostro rilevo, non costituisce in realtà un limite del giornaletto, il quale per essere satirico deve fare violenza alla realtà e non considerare le cause dei fenomeni sociali per colpire solo le manifestazioni di costume. Poiché il giornalismo satirico “castigat ridendo mores”....”

Eccoci dunque all'articolo, lo propongo integralmente e dico ai lettori e lettrici che è piuttosto

lungo, tuttavia invito a leggerlo perché in qualsiasi chiave in cui lo si voglia interpretare è interessante sia nei toni e sia nel ricordare quello che era lo storico Caffè Lorandi in piazza Cavour.

Insomma, uno spaccato di vita della Tirano di ieri “brisoleggiato a tresette e lardellato di latinorum”?

 

“Le fonti vere della pubblica opinione, cioè, la discussione libera nei pubblici ritrovi, la stampa, qui non esistono, i pubblici ritrovi sono in massima parte infestati da delatori; la stampa, la poca libera, è proibita dal moderatume e dai preti. Esistono il caffè e la Sagrestia. Diciamo il caffè perchè sebbene vi sia più di una bottega in tal nome, il caffè per antonomasia a Tirano è uno solo, solamente quello. Quale? Quello presso alla chiesa, ossia, vicino alla Sagrestia, e che è specie per taluni, una succursale delle stessa; ed in conseguenza, fonte unica della opinione pubblica di Tirano si può senza errore, dire che è la Sagrestia.

Fonte santa, sacrosanta, infallibile! Ivi, senza andarvi, attinge, mediante il fratello canonico, l'avvocato Sindaco; ivi gli assessori fabbricieri, ivi i consiglieri confratelli, accendi moccoli ecc. ecc.

Nessuna meraviglia, dunque, se la pubblica opinione di Tirano è lardellata di latinorum, profumata d'incenso, e se col sapore della malva ha anche qualche agrume, dipende dallo stare in deposito dove si condensano certi tanfi esalati dai più bassi meati. La posizione del borgo, la qualità degli avventori, hanno fatto del caffè Lorandi la caverna dell'oracolo; gli hanno dato intonazione e colore. Cambierà? Per ora no.

Esso solo è l'albergo della verità, la sede della sapienza, il tabernacolo della moralità Tiranese: tutti gli altri pubblici ritrovi sono scuole di menzogna, antri d'ignoranza, sentine di tutti i vizzi. Diamine! ivi solo conviene col reverendo Sindaco l'onorevole Prevosto, coi venerandi Assessori gli spettabili Canonici e coi principali cittadini i modelli cari all'Eco ed anche ( giù il cappello! ) Sua Eccellenza l'illustrissimo vice-sindaco, il Sorvegliante Municipale!

Qui mentre con proverbiale delicatezza si briscoleggia un tresette, si crea la fama d'una persona, si consolida l'onorabilità d'un altra, si discutono i bilanci delle famiglie (tacendo i propri spesso in cattive acque ), si stabilisce la sorte degli individui: qui con la facilità con cui un “rais” qualsiasi intraprende una partita a cicca, si decidono le cause, si giudicano i contratti, si fa l'azienda comunale, si nominano e si distribuiscono gli impiegati, ufficiali, deputati e ministri. Qui qualche ex truffatore pensa di dare pessime referenze a Case di Commercio, ad Istituti di Credito, di tutti i radicali; per la sola ragione che sono caratteri indipendenti e leali. Qui insomma c'è tutta l'onestà, la prudenza e il sapere di Tirano”.

 

Al benevolo lettore e lettrice il libero pensiero!

 

 

FONTE: EDITORIA CULTURA E SOCIETA'. QUATTRO SECOLI DI STAMPA IN VALTELLINA (1550-1980 ). Banca Popolare di Sondrio. Finto di stampare dalla Poligrafiche Bolis spa in Bergamo nel mese di febbraio 1990. Dal capitolo IV° di Franco Monteforte. Pagine 210. 211. 212. Volume I

 

L'immagine di copertina ritrae il Caffè Lorandi nell'allora piazza del Mercato, oggi piazza Cavour: tratta da TIRANO IN CARTOLINA. A cura di Enzo Brè e Michelino Falciani. Stampa: Tipografia Petruzio Tirano. Pag 48: Cartolina spedita da Tirano il 15.0.1908. Ed. U. Trinca, Sondrio.

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