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Quando il sindaco era il decano e veniva eletto annualmente

CULTURA E SPETTACOLO - 15 04 2019 - Ivan Bormolini

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/L'inizio del testo letto nel giorno di Santo Stefano
L'inizio del testo letto nel giorno di Santo Stefano

Oggi, per eleggere il primo cittadino e i candidati consiglieri ci si reca alle urne, un appuntamento che cade ogni cinque anni e solitamente molto sentito dalla popolazione.

Siamo molto vicini ad una nuova tornata elettorale cittadina, per cui questo mese, nella mia rubrica sulla storia di Tirano, voglio proporvi un lungo salto indietro nel tempo, quando il sindaco era il decano.

 

Al tempo dei Grigioni le cose andavano diversamente rispetto ad oggi, il meccanismo per eleggere il decano era piuttosto complesso ed aveva cadenza annuale.

Partiamo dall'analisi dei protagonisti: i “Gentilhuomini” , erano appartenenti alle famiglie nobili opulenti, mentre i “Vicini” costituivano la gente comune, ovvero il popolo.

Tutti questi risiedevano nelle ben dodici contrade del borgo di Tirano, in ognuna di queste si teneva la “Vicinaza”, ovvero l'assemblea dei capifamiglia.

Il decano era il massimo organo individuale della comunità ed era democraticamente eletto.

Infine abbiamo il Consiglio, molto diverso rispetto ai giorni nostri, questo, era composto dagli eletti di ciascuna contrada, quindi in totale erano dodici, sei Gentilhuomini e sei vicini alternativamente.

Quindi, se l'anno prima una contrada aveva dato un Gentilhuomo, per l'anno successivo doveva eleggere un Vicino.

 

I consiglieri eletti duravano in carica tre anni, appena eletti appartenevano al Consiglio dei 12, al secondo anno entravano a far parte del Consiglio dei 24, mentre per tre anni erano membri del Consiglio dei 36, che quindi veniva rinnovato annualmente per un terzo.

Ogni 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, il decano convocava il Consiglio dei 36, nella seduta si dava lettura alla presenza del notaio-attuario dei Capitoli che trattavano le modalità per l'elezione del nuovo decano e dei nuovi consiglieri.

Il 28 dicembre, giorno degli Innocenti, il Consiglio dei 36 si riuniva nuovamente, all'incontro ciascun consigliere proponeva il nominativo di una persona “ sufficiente e idona all'ufficio” quale candidato a decano.

Va qui ricordato che anche il decano doveva essere alternativamente o un Gentilhuomo oppure un Vicino.

Da questo punto in poi, come diremmo oggi, sbrigate le formalità di rito, il meccanismo entrava nel vivo; se per l'anno in esame si doveva eleggere un Gentilhuomo, i Vicini si ritiravano dall'adunaza. Dodici erano i nomi proposti, uno per ogni contrada, di questi però se ne andavano a nominare solo quattro.

Questi ultimi, erano resi noti al Consiglio riunitosi nuovamente al completo, ed i loro nomi venivano scritti su schedine dette anche “bolettini”.

 

Si procedeva dunque a mettere le quattro schedine nell'urna per l'estrazione. Viene a questo punto lecito pensare ad un fatto, ci saranno state sicuramente delle campagne elettorali all'interno delle dodici contrade atte ad individuare il nome di un Gentilhuomo o di un Vicino, rispettando il metodo dell'alternanza, ma alla fine anche la sorte faceva il suo gioco.

Diveniva decano colui che figurava estratto sulla prima schedina o “Bolettino”. Quest' ultimo aveva la facoltà di non accettare dietro pagamento di una prevista penale, inoltre lo stesso risultava libero per un decennio dall' obbligo di accettare l'incarico alla carica di decano.

In tale evenienza si procedeva all'estrazione dei tre “Bolettini” rimasti. Qualunque sia stata l'estrazione ed il suo esito, il decano assumeva la carica d'ufficio a decorrere dal primo gennaio.

Appena eletto giurava di osservare e far osservare i “Capitoli”, di adempeiere e far adempiere, a tutti i doveri che gli stessi imponevano.

Egli rappresentava la Comunità ma soprattutto agiva a suo nome, convocava e presiedeva il Consiglio, dando attuazione alle delibere e rendeva conto a tutti del suo operato.

Subito dopo si procedeva all'elezione dei consiglieri, anche questi giuravano di adempeiere ai doveri d'ufficio ed assicuravano di essere stati eletti regolarmente.

 

Ivan Bormolini

 

FONTE: Aspetti di vita quotidiana a Tirano al tempo dei Grigioni (1512-1797). Autore William Marconi. Stampa: Bonazzi Grafica Sondrio 1990

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