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Tirano: cenni storici sull'Asilo e il Ricovero di Mendicità

CULTURA E SPETTACOLO - 03 03 2021 - Ivan Bormolini

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/BRONZO DEL CAV. IDO PEDROTTI
BRONZO DEL CAV. IDO PEDROTTI

(Prima parte di Ivan Bormolini) Due settimane fa ho parlato degli asili e delle scuole nelle frazioni di Tirano, ora desidero approfondire l'argomento sulle origini dell'Asilo nell'allora borgo, ed il tutto si collega anche con la fondazione del Ricovero di Mendicità.

 

A proposito del primo, va detto che quello di Tirano, il primo della Valtellina, veniva fondato nel 1852 dal conte Luigi Torelli, il sette novembre del 1866 era divenuto Ente Morale e diretto dal canonico Giuseppe Merizzi. L'Istituzione era sentita come opera assistenziale per i bambini poveri e come aiuto alle famiglie in difficoltà.

Nelle lodevoli e ricchissime ricerche dello storico William Marconi e della professoressa Carla Soltoggio Moretta, per tracciare le origini e gli sviluppi di queste due storiche realtà, si trovano moltissime e dettagliate notizie anche risalenti ai periodi precedenti alla firma della Convenzione tra la Congregazione di carità e l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, di cui parlerò nelle prossime righe.

Prima della nascita del Ricovero di Mendicità, nella Tirano del tardo Ottocento, vi era la presenza di quelle che il Marconi definisce “modeste ma efficaci iniziative” atte a fornire un “ricovero”.

 

Si fa in riferimento in particolare alla Casa Mazza di Giovanni Antonio e fratelli; questa era un ricovero dove trovavano ospitalità i poveri di Tirano rimasti senza famigliari, oppure, sempre tiranesi che erano tornati da lontane terre senza aver fatto fortuna.

In quella sede inoltre veniva offerto alloggio temporaneo anche agli artigiani trentini che giungevano dalle nostre parti per commerciare in particolare i loro manufatti in legno, vi trovavano ospitalità anche i magnani della Valmalenco ed altri venditori ambulanti che viaggiavano con la loro cassettiera portata a spalla.

Gli ospiti di Casa Mazza, ricevevano gratuitamente minestra e dormivano in quella che era definita l'era, un vano aperto a con tre pareti laterali e con soffitto, pochi erano quelli ammessi nella più calda stalla.

 

Ancor prima della Casa Mazza, in tempi ben più remoti, nella nostra comunità, vi erano sempre stati poveri, mendicanti, vagabondi e pure pregiudicati tanto che nei secoli si erano succedute istituzioni varie per dare del cibo, del bere donare vestiti ed alloggiare pellegrini.

Si ricorda che attività a favore dei miseri venivano svolte dai conversi di Santa Perpetua e San Remigio, dalla Schola dei Disciplini e dall' “ospitale dei poveri di Santa Maria” di Tirano.

Il termine “ospitale” aveva un'accezione diversa da quella di ospedale, infatti distribuiva soprattutto alimenti, abiti e altri aiuti ai bisognosi.

Evidentemente però, si evince che quest'ultima realtà, aveva assunto anche l'onere di curare i malati poveri che venivano ricoverati sino all'anno 1852 a spese del luogo pio elemosiniere denominato “Ospitale dei poveri del Comune di Tirano, tutto avveniva presso una casa presa in affitto o acquistata ed anche al loro domicilio.

 

L'insieme di tutte queste iniziative era da considerarsi lodevole, nello stesso tempo non erano sufficienti al fine di evitare anche difficoltà relative al mantenimento dell'ordine pubblico, lo stesso poteva essere turbato per la presenza anche a Tirano di vagabondi e accattoni.

In quel tardo Ottocento, probabilmente e per tornare in tema di Ricovero, era giunta anche da noi la voce di vicende di quanto si andava attuando in altre regioni d'Italia al fine di risolvere le problematiche appena citate.

Non è possibile sapere con estrema certezza quando la questione “ricovero” era divenuta di attualità anche nel nostro borgo e quindi anche per la Congregazione di carità. Si può pensare che se ne sia discusso lungo e tra varie istituzioni in diverse sedi. Comunque un indizio ci conduce a credere che il tema andava trovando concretezza: l'avvocato Giacomo Merizzi aveva disposto nel 1893, per un lascito di seimila lire a favore della Congregazione di carità allo scopo di realizzare il Ricovero di Mendicità.

 

Ma come si era arrivati ad avere il primo Ricovero di Mendicità ed una nuova idea di Asilo?

La cosiddetta “ Casa”, veniva aperta per iniziativa della Congregazione di Carità che sulla base della legge n° 753 del 1862 concentrava tutte le Istituzioni di beneficenza in quel di Tirano.

La nobile Delfina Rolle Albene di Torino, zelante cooperatrice salesiana, suggeriva a questa nostra Amministrazione, di chiamare a Tirano le Figlie di Maria Ausiliatrice.

La prima Convenzione veniva firmata il 16 maggio 1897 dall'allora presidente della Congregazione, il conte Filippo Salis, e da don Michele Rua, primo successore di don Bosco.

Nobili erano gli scopi: assicurare l'istruzione scientifica e morale dei bambini e delle bambine del Comune, accolti nell'Asilo Infantile già citato, provvedere al regolare funzionamento del Ricovero di Mendicità, tutte e due realtà amministrate dalla Congregazione di carità.

 

Ora, non dobbiamo immaginare le sedi di queste due Istituzioni già inizialmente nell'attuale viale Garibaldi, ma più precisamente nel centro storico.

L'abitazione delle suore era attigua al Ricovero, una casa offerta gratuitamente dal notaio Lantieri, pare nei pressi della chiesa di Sant'Agostino o più precisamente dedicata a San Nicola da Tolentino, l'Asilo era distante pochi passi, un centinaio di metri e più ubicato all'inizio di via Stelvio, sul retro dei palazzi di via Visconti Venosta.

Inizialmente le suore erano tre, tra le quali, la direttrice suor Pavia Lucia che aveva condotto questo incarico dall'apertura del 1897 sino all'anno successivo.

A suor Pavia era poi subentrata alla direzione suor Giuditta Torelli, una figura chiave per vari motivi: questa oltre al resto del suo operare, aveva trasformato l'Asilo in un'opera educativa che si allargava sempre più a tutti i bambini e attraverso le loro mamme anche alle famiglie di Tirano.

 

Sarebbe bello qui dedicare qualche ulteriore parola a suor Giuditta Torelli ed anche a suor Carolina Castelli a cui è dedicato un largo al termine di via Giovanni Bertacchi che si incrocia con via Angelo Andres, proprio nelle immediate della nostra R.S.A. di Tirano, più avanti nel tempo provvederò in tal senso, ricordando anche altre reverende suore ancor oggi annoverate per la loro opera a Tirano e nelle frazioni.

La firma della ricordata prima storica Convenzione ( 16 maggio 1897 ), consentiva di dare una svolta all'Asilo Infantile ed il 7 giugno anche il Ricovero aveva aperto i battenti con sei “ricoverati”.

Si annota nelle preziose fonti, che la Casa era ristretta, brutta e disadatta e che non corrispondeva alle esigenze dell'Opera suddetta.

Ma le suore, abbandonate alla Divina Provvidenza, si erano messe al lavoro con lena e a Gloria di Dio, semplicemente sperando in un'abitazione migliore. Va ricordato in quest'ambito che appena passate poche domeniche dall'arrivo delle tre suore, oltre alla cura dell'Asilo e del Ricovero si era aperto anche in campo oratoriale con la massiccia adesione di ben 400 giovinette.

 

Ben presto, questo si era dovuto chiudere per la ristrettezza del luogo ed anche per il divieto della Congregazione, le suore, avrebbero dovuto attendere più di dieci anni prima di poterlo riaprire.

Da questa descrizione, emerge chiaramente il fatto che proprio le prime sedi risultavano inadeguate, non consone o non fattibili al proseguimento di queste iniziative.

Ci ritroveremo domani, per comprendere come si era ovviato a questa problematica e giungere così all'edificazione delle “fabbriche” di viale Garibaldi.

 

 

FONTI: LA CASA DI RIPOSO COMPIE CENT'ANNI. TIRANO 1897-1997. Edizione promossa e realizzata dalla Casa di Riposo per anziani Città di Tirano. A cura di Bruno Ciapponi Landi. Stampa Tipografia Bettini-Sondrio

CENTO ANNI DI VITA A TIRANO, dalle Cronache delle Suore Salesiane 1897-1997. Autrice Carla Soltoggio Moretta. Stampa: Finto di stampare nel mese di maggio 1997 presso la Tipografia Petruzio s.r.l. Di Tirano ( SO). La foto di copertina è tratta dalla stessa fonte.  

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