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Un Natale senza stress digitale

CULTURA E SPETTACOLO - 14 12 2019 - Ezio (Méngu)

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/cellulare

Fiocca, la neve fiocca.

Lieve come una carezza di mamma

i fiocchi danzano lievi nel chiarore

del lampione di contrada,

il gelido selciato accoglie

il bianco velo.

Un gatto sguscia da un androne ,

poi s’arresta innanzi al bianco mantello,

lento si ritrae e cerca la calda cucina.

Cala una pace che quieta i cuori

dei grandi ed eccita la gioia dei bimbi.

La contrada è permeata da una gioia comune,

ai bimbi basta un sacchetto di fichi secchi,

alcune noccioline e un torrone,

ai grandi un sorriso e una sincera stretta di mano.

Questo era il Natale del 1950 in via S. Maria .

Giunge il Natale 2019.

Galassie di luci illuminano le strade,

vetrine e negozi sono lampare per gente eccitata,

mentre l’onda del “ campo “ del cellulare

spira in d’ogni dove dettando ordini, desideri, amori e rancori.

I trilli di telefonini invadono persino le chiese,

grandi e piccoli , come folli pianisti,

digitano messaggi, parlano e si muovono

come marionette solitarie

in un teatro irreale.

Ognun chiama, ognun risponde al trillo,

solo il Bambin Gesù tace in quest’orgia

d’onde che si diffonde nello spazio infinito,

testimonianza dei nostri tempi inquieti.

Al ricordo del sereno e quieto Natale del ‘50

un vecchio innalza al cielo una preghiera:

“Gesù, per la festa della Tua venuta

distogli da noi l’irrefrenabile dipendenza del cellulare.

Fa che il nostro pensiero, almeno per quel dì,

sia permeato solo dal Tuo pensiero,

perché sia dono di silenzio e di preghiera

per un S. Natale senza stress digitale “.

 

Ezio (Méngu)

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