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Volete andarvene anche voi?

CULTURA E SPETTACOLO - 26 08 2018 - Don Battista Rinaldi

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Domanda cruciale dentro il vangelo. Gesù la pone ai discepoli al termine del lungo discorso che è scaturito dalla bocca e dal cuore di Gesù dopo il ‘segno’ dei pani. Un discorso che ha suscitato non poche reazioni: dei ‘giudei’ che lo hanno cercato solo come facitore di miracoli, mostrando la loro poca fede; dei discepoli che avvertono queste richieste del Maestro come impegnative, troppo ‘dure’. All’inizio forse lo avevano frainteso, ma ora tutto è chiaro hanno compreso benissimo ciò che Gesù intende: li invita a unire la propria vita alla sua, a fare la scelta del dono di sé, in modo radicale.

 

Ma questo è un rischio troppo grande! È la conclusione di molte persone anche nelle nostre comunità: non sono traditori, sono solo coerenti; rendendosi conto che il Maestro sta esigendo troppo, non se la sentono di dargli il proprio assenso e si ritirano.

Del resto la proposta può essere accolta o rifiutata, ma non negoziata, resa, cioè, più accettabile con la cancellazione di qualche esigenza.

 

Gesù non si stupisce di fronte a una simile reazione; perché conosce profondamente i misteri della coscienza umana. E poi non deve destare meraviglia che il vangelo non possa essere accolto da chi si ostina a volerlo conciliare con il buon senso umano della maggior parte degli uomini.

 

C’è, però, un gruppo di persone che pur non comprendendo ancora pienamente cosa comporti l’adesione a lui, gli dà il proprio assenso. E alla domanda del maestro: ‘Volete andarvene anche voi?’ risponde, attraverso l’entusiasmo di Pietro : ‘Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna’. La fede non è basata su prove inconfutabili, ma è l’adesione amorosa a una persona. E non c’è da meravigliarsi che questa adesione si accompagni sempre a dubbi e perplessità.

 

La domanda di Gesù, dunque, diventa fondamentale perché rende i credenti coscienti di che cosa significhi scegliere e restare fedeli a quella scelta. Nella risposta di Pietro c’è la convinzione che essi appartengono a Gesù quale Signore delle loro vite e che da lui essi hanno ricevuto tutto. Ripensando all’atto di fede fatto un tempo comprendono che la crisi che stanno attraversando è salutare, serve ad adattarsi a situazioni nuove; comprendono che la fede del credente chiede una rinascita, un affidamento radicale da rinnovare ad ogni svolta. Si tratta di ricominciare sempre più spogli ad ascoltare la Parola e ad affidarsi allo Spirito del Signore.

 

Don Battista Rinaldi

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