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Fatturazione elettronica: l’obbligo si estende ai forfettari

ECONOMIA E POLITICA - 26 06 2022 - Redazione

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La fatturazione elettronica cessa di essere una prerogativa propria del regime fiscale ordinario. Il Legislatore ha introdotto l’obbligo di eFattura anche per i forfettari, ricorrendo all’impiego del Sistema di Interscambio e del formato Xml già in corso di utilizzo.

 

Il mese di luglio 2022 segna una tappa fondamentale nella storia della fatturazione elettronica in Italia. Il passaggio dalla contabilità cartacea a quella digitale è infatti divenuto un obbligo anche per i contribuenti che aderiscono al regime forfettario. Dal 1° luglio, i titolari di partita Iva che beneficiano dell’aliquota sostitutiva del 15% e che, nel corso dell’anno precedente, hanno ottenuto ricavi o compensi superiori a 25mila euro, sono tenuti a emettere le fatture in formato digitale.

 

Capire la fatturazione elettronica come funziona è divenuto dunque fondamentale per tutti i soggetti che, interessati dal nuovo adempimento, non sanno come creare i file elettronici. A questo proposito viene in aiuto il vademecum di Danea, una guida pubblicata per chiarire i dubbi e rispondere alle domande sorte con il recente ampliamento dell’obbligo, non più riservato alla sola Pubblica Amministrazione e ai contribuenti del regime ordinario.

 

Riassumendo alcuni punti principali, può essere utile sapere che l’eFattura altro non è se non un file scritto in codice Xml. L’acronimo, che sta per Extensible Markup Language, indica un metalinguaggio spesso usato per definire dati e documenti in Rete. Chi utilizza la contabilità digitale non è tuttavia tenuto a scrivere o interpretare il codice. Per gestire l’intero ciclo di compilazione, invio e ricezione dei documenti Xml è infatti sufficiente installare un software di fatturazione elettronica.

 

Il programma genera, riceve e inoltra automaticamente i file digitali al Sistema di Interscambio (SdI) presieduto dall’Agenzia delle Entrate. Ogni fattura deve essere autenticata tramite l’apposizione di una firma elettronica qualificata da parte del soggetto che la compila, anch’essa applicata in automatico dal gestionale.

 

L’SdI provvede quindi all’invio del documento al soggetto o all’entità a cui è indirizzato, fungendo quindi da collegamento tra l’emittente e il ricevente. Il passaggio è d’obbligo, dal momento che il compito del Sistema di Interscambio è quello di controllare che la fattura sia stata generata nel formato corretto e che i dati riportati siano effettivamente corretti.

 

In conclusione, è importante sapere che una volta validata, ogni fattura elettronica deve di norma essere conservata elettronicamente per non meno di 10 anni. La procedura, definita “conservazione sostitutiva”, ha lo scopo di facilitare il reperimento dei documenti digitali e di garantirne validità e autenticità, al pari delle vecchie fatture in formato cartaceo.

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