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L'Italia, la Lombardia e la Valtellina vanno condotte con l'Europa

ECONOMIA E POLITICA - 18 01 2023 - Cs

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Il - o la - primo ministro cita Garibaldi ('Qui si fa l'Italia o si muore') e il responsabile del dicastero della pubblica istruzione non fa di meglio che assegnare a Dante la primogenitura del pensiero italiano di destra. L'impronta sovranista del governo retto dalla coalizione Fdi-Lega-Forza Italia trova conferma nelle citazioni dell'eroe dei due mondi e del sommo poeta, dopo che la premier nella conferenza di fine anno aveva già confermato di preferire a quello federale un modello di Europa di stampo confederale, quale è di fatto l'attuale Ue intergovernativa. Concetto ribadito nell'incontro con Ursula von der Leyen, in realtà poco di più di una visita di cortesia resa dalla presidente della commissione europea alla collega italiana, che ha messo in risalto l'inconsistenza del nostro Paese a livello comunitario. Di fatto l'Italia sovranista è uscita dal direttorio europeo franco tedesco dove figurava stabilmente l'apprezzato e considerato Mario Draghi. L'Italia ha poca voce in capitolo nelle questioni sovranazionali di maggiore rilevanza da affrontare nei prossimi mesi e del resto la stessa Meloni, inevitabilmente e con una certa dose di saggezza, pare intenzionata a tenere un basso profilo in Europa non avendo alternative plausibili, stretta com'è fra i dettami dell'Ue e i.tanti problemi interni che si trova a dover risolvere con urgenza. E' troppo fragile e vulnerabile per poter condividere la velleitaria posizione ostruzionistica dell'euroscettico leader ungherese Orban, ed è pure piuttosto inesperta e isolata per potersi accomodare nella cabina di regia franco tedesca, accanto ai governi che contano davvero in Europa. Il 'vorrei ma non posso' sul Pnrr, la questione dei migranti e lo stesso Mes, il Meccanismo europeo di stabilità altrimenti detto fondo salva-stati, dapprima rifiutato ed ora accettato a denti stretti, si riverbera anche a livello locale. In Valtellina, nell'approssimarsi della consultazione regionale, rimangono insoluti argomenti di interesse generale che travalicano i nostri confini, quali si configurano il rinnovo delle concessioni idroelettriche, le infrastrutture stradali e la sanità di montagna. Si tratta di tematiche da valutare in ottica sovranazionale, in quanto il nostro è territorio di frontiera con implicazioni sulle realtà limitrofe. Una domanda sorge spontanea: che fine ha fatto la macroregione alpina chiamata Eusalp, concepita per dare risposte adeguate alle esigenze ambientali, infrastrutturali e occupazionali comuni alle regioni e province autonome dell'arco alpino di 7 stati fra loro confinanti (Francia, Italia, Svizzera, Liechtenstein, Austria, Germania e Slovenia)? Giriamo il quesito ai candidati in lizza alle prossime elezioni del 12 e 13 febbraio e ai futuri reggitori delle sorti lombarde, ricordando loro - per parafrasare il motto garibaldino - che qui o si fa l'Italia (e la Lombardia, inclusa la Valtellina) con l'Europa oppure si perisce, come pensavano Luigi Einaudi e Altiero Spinelli, due dei padri della Patria comune europea. 

 

Giuseppe Enrico Brivio - segretario della sezione 'Ezio Vedovelli' Valtellina-Valchiavenna del Movimento federalista europeo

Guido Monti - responsabile del Comitato provinciale per l'Europa di Sondrio

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