Ora occorre una trasfusione di sangue europeista
ECONOMIA E POLITICA - 18 06 2024 - Guido Monti
Von der Leyen che, dopo aver dato il proprio nome alla coalizione di maggioranza dell'aula europarlamentare di Strasburgo nell'ultimo quinquennio, per provare a reggere altri cinque anni adesso deve scegliere se appoggiarsi alla stampella verde o provare a darsi al surf sull'onda nera che scorre in Europa. Macron, surclassato alle elezioni europee da Marine Le Pen, che a fine mese si gioca la Francia in un'imprevedibile mano di poker, come scrive Le Monde. Scholz, superato dai neonazisti di Afd, che tenta di sopravvivere a se stesso, ridotto a essere un 'Cancelliere acchiappamosche', come titola la Bild. In queste instabili condizioni l'unica nota rassicurante che emerge dalle urne europee dopo il voto del 8 e 9 giugno è che il recente rinnovo dell'europarlamento non dovrebbe comportare un radicale cambiamento degli equilibri nell'europarlamento di Strasburgo, saldamente in mano a cristiano-democratici, liberali e socialisti alla faccia del vento di destra che soffia impetuosamente un po' in tutti i Paesi dell'Ue. Piuttosto, in attesa del rinnovo degli incarichi istituzionali europei, preoccupa in particolare la situazione politica che si è determinata in Francia e Germania, gli stati-guida dell'Europa. Il quadro che si delinea è destinato a tenere in stallo il processo d'integrazione europea, tanto più che si è alla vigilia del passaggio delle consegne all'Ungheria sovranista e populista di Orban, incaricata di gestire il prossimo semestre europeo. Occorre attendere l'esito delle elezioni legislative francesi, anticipate da Macron con un autentico azzardo nel tentativo di salvare il salvabile, perché è lì che si verificherà il peso di Marine le Pen, sia in Francia che in Europa, e se cambierà il corso degli eventi. Però è chiaro, come ha scritto l'editorialista Massimo Giannini, che il presidente transalpino ha intenzione di togliere la sete nazionalista col prosciutto. In ogni caso un po' per tutti s'impone una profonda riflessione su questo momento d'impasse dell'unione europea, inclusi i più fervidi federalisti europei che si stanno ancora leccando le ferite in seguito al deludente pronunciamento popolare. E' ora di cambiare metodi se si intende dar vita a un partecipato movimento d'opinione a sostegno dell'Europa, perché la gente è ormai insensibile ad appelli e petizioni che lasciano il tempo rimediato. Ha raccolto molto più credito l'inedita iniziativa proposta dal 'ciclista della memoria' Giovanni Bloisi che, pedalando da Ventotene - culla del federalismo europeo - fino in vetta al Mortirolo, ha raccolto attorno a sé migliaia di cittadini, studenti e rappresentanti della società civile e ha veicolato un messaggio di condivisione, solidarietà e speranza nel futuro dell'Europa che è entrato nelle coscienze delle persone da lui avvicinate lungo il percorso compiuto in bicicletta. Una divulgazione europeista come la sua ha un'importanza e un significato ben maggiori di tanti inutili slogan uditi in campagna elettorale, è di gran lunga più coinvolgente e stimolante di tante vuote parole ed è indispensabile mentre grossi nuvoloni si addensano sul panorama politico italiano. In occasione delle celebrazioni della festa della Repubblica la premier Giorgia Meloni ha ribadito che va difesa l'Europa delle nazioni (quale è di fatto l'Ue con l'attuale assetto intergovernativo) e dunque ha dimostrato come non ci sia altra scelta discriminante all'infuori di quella tra l'Europa delle patrie già desiderata da De Gaulle, che vuole difendere uno status quo destinato a non condurre sostanzialmente da nessuna parte e, al contrario, il consolidamento del processo d'integrazione. Non esistono equivoci al proposito e se da un lato agiscono i sovranisti che puntano a svuotare l'Unione europea dall'interno (dietro i quali si celano i ben più infidi e insidiosi statalisti attaccati ai loro privilegi nazionali e perciò restii a rinunciarvi a favore di un'entità sovranazionale), dall'altro vi sono gli europeisti convinti e sinceri, non double face come certi ambigui politici che di giorno tessono con filo comunitario la tela di Penelope dell'Europa salvo smontarla di notte con la copertura delle tenebre. Una terapeutica trasfusione di sangue europeista non guasterebbe pure a loro. Guido Monti - responsabile del Comitato provinciale per l'Europa di Sondrio
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