MENU

Stagione dello sci a rischio, Credaro: "Sarà un duro colpo per l’economia di tutta la Valle"

ECONOMIA E POLITICA - 24 11 2020 - Redazione

CONDIVIDI

/credaro loretta
Loretta Credaro

Le enormi preoccupazioni legate alla stagione invernale con la prospettiva ormai molto vicina dello stop degli impianti da sci in funzione anticovid, insieme naturalmente alle criticità di uno scenario complesso che colpisce in particolare ristoratori e pubblici esercizi ma certamente anche il commercio, con in testa i negozi del settore tessile-abbigliamento e calzature ma non solo, sono state al centro del tradizionale Consiglio generale d’autunno, che si è riunito virtualmente nel tardo pomeriggio di ieri. Malgrado la modalità del collegamento distanza, un incontro molto sentito e partecipato, in cui i presidenti delle varie categorie che ruotano attorno al mondo del Commercio, del Turismo e dei Servizi hanno avuto modo di intervenire, facendo ciascuno il punto sulle proprie realtà di riferimento. Il taglio, quindi, si è concentrato soprattutto sulle testimonianze degli imprenditori.


L’intervento della presidente dell’Unione del Commercio e del Turismo Loretta Credaro si è aperto nel ricordo di Italo Maspes, storico presidente (per quasi quindici anni, dal 1976 al 1988) e a lungo figura portante dell’associazione. Un rapido focus sui rinnovi delle cariche a livello nazionale – con la conferma di Carlo Sangalli al timone di Confcommercio e la novità dell’elezione nel novero dei vicepresidenti nazionali della presidente dell’Unione del Commercio e del Turismo, per passare alla conferma di Matteo Lorenzo De Campo e di Roberto Fay (rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione Autotrasportatori della provincia di Sondrio) all’interno del Consiglio nazionale della Federazione Autotrasportatori Italiani e, nello scenario locale, all’elezione di Guglielmo Salvagni a presidente dell’Associazione Agenti e Rappresentanti di Commercio.


L’attenzione si è immediatamente concentrata sull’emergenza del momento. «Oggi la situazione è per tutti disastrosa e disperata, lo è per tutti i territori, non solo per l’Italia ma per il Mondo intero. Credo che la struttura di Confcommercio nazionale non sia mai stata così presente come in questo periodo e lo sia stata e continui a esserlo soprattutto nel rappresentare le istanze dei nostri settori ai tavoli con i rappresentanti di Governo». Cosa succederà? «Sono molto più preoccupata per come sarà il 2021 nella nostra provincia – ha proseguito la presidente Credaro -, in quanto ci attendono mesi in cui saranno ancora più evidenti gli effetti sul calo del reddito procapite, che finora nella nostra provincia è stato più contenuto che altrove, grazie soprattutto alla presenza dei frontalieri. Inoltre, l’estate è servita per riequilibrare in parte le perdite del primo lockdown. Ma ora la mancata apertura degli impianti, nonostante la disponibilità a lavorare ancora sui protocolli antiassembramento di funivie e skilift, potrà incidere in maniera molto significativa sull’andamento economico della nostra Valle, e la richiesta è che quantomeno si adottino regole uniformi e uguali per tutti a livello europeo», ha detto la presidente Credaro. 


TURISMO – Il clima nel mondo delle strutture turistico-ricettive è davvero molto teso e la conferma è arrivata da Barbara Zulian, vicepresidente vicario di Federalberghi Sondrio e presidente di Valtellina Turismo. «Oggi tra gli operatori del nostro settore c’è una grande arrabbiatura alimentata dall’incertezza, dai continui annunci e provvedimenti che creano confusione, e dalla mancanza di prospettive. Soprattutto quest’ultimo aspetto – ha detto Zulian - è il più destabilizzante: non vediamo da parte del Governo una strategia definita e non abbiamo delle linee guida da seguire su come affrontare l’immediato futuro. Questo è un grave problema per le nostre strutture, perché per riaprire un albergo non basta girare una chiave, come probabilmente pensa questo esecutivo. Gli albergatori vogliono sapere come devono organizzarsi, non si possono tenere gli operatori sulle corde in questo modo!».

 

Sempre nel settore turistico, il presidente del Gruppo Agenzie di Viaggio Enrico Balestrieri ha rimarcato che «Le agenzie di viaggio hanno visto annullare il proprio lavoro praticamente dall’autunno 2019, mentre il ministro Franceschini parla solo di cultura e mai di turismo». 

 

PUBBLICI ESERCIZI, RISTORAZIONE E COMMERCIO – La preoccupazione per il futuro è condivisa da tutti, in particolare dalla categoria dei pubblici esercenti. «Hanno cominciato col farci spostare i tavoli, dimezzare la capienza dei locali, mettere il plexiglass, organizzare i posti a sedere all’esterno dei locali e, dopo questi interventi che hanno richiesto delle spese, ci hanno fatto chiudere. Per il prossimo futuro hanno già messo le mani avanti dicendo che la ristorazione dovrà fermarsi alle 18. Ma i nostri ristoratori, che la sera devono mettere qualcosa nel piatto, come fanno? Si propone di rinviare le tasse, ma, quando le tasse arriveranno e non avremo incassato nulla, come vi provvederemo? Non si muore di solo Covid», ha detto il presidente dei Pubblici Esercizi Piero Ghisla. «Chi prende le decisioni, spesso non conosce la realtà concreta degli operatori», ha rincarato la dose il presidente dei Ristoratori Antonio Tonola. 


Il vicepresidente vicario dell’Unione Matteo Lorenzo De Campo ha evidenziato come nel settore dell’autotrasporto, che fa eccezione rispetto al quadro generale in quanto colpito meno direttamente dalle restrizioni anticovid, le condizioni di lavoro siano degradanti, in particolare a causa dell’impossibilità di accedere ai servizi igienici. La presidente dell’Associazione Mandamentale di Sondrio Manuela Giambelli ha confermato che il clima nel capoluogo è molto teso e che ci sono molta rabbia e insoddisfazione, con i pubblici esercizi e i ristoratori che non ci stanno a essere dipinti come untori e che non capiscono perché devono restare chiusi mentre la città dopotutto è abbastanza animata, e con i commercianti dei settori regalistica e abbigliamento che coltivano la speranza di poter riaprire. «Sono molto deluso – ha affermato il presidente dell’Associazione Mandamentale di Chiavenna Igor Micheroli -, perché le nostre categorie non vengono sufficientemente ascoltate e prese sul serio dal Governo, dove abbiamo personalità che non conoscono la vita di tutti i giorni di noi operatori». 


Laura Sala, vicepresidente di Sofidi e commerciante nel settore abbigliamento, vede «una situazione ancora più preoccupante rispetto al primo lockdown. In particolare, disorienta la confusione alimentata dai pareri contrastanti che provengono dai professionisti del mondo scientifico, virologi in testa».
«La spesa, anche alimentare, non è più quella del primo lockdown, quando la gente temeva la scarsità dei generi di prima necessità e, in generale, si compra meno», ha rilevato il presidente dell’Associazione Dettaglianti Alimentazione Davide Moltoni.

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI