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Tropicalizzazione attrezzature fotografiche: cos'è e come funziona

ECONOMIA E POLITICA - 21 10 2020 - Redazione

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Il termine “tropicalizzazione” è utilizzato in maniera generica per definire una serie di accorgimenti, applicati in fase di produzione, per rendere un oggetto resistente alla polvere, agli spruzzi d'acqua, all'umidità e alla condensa che potrebbe formarsi esponendolo a temperature estreme. Questo processo non si applica solo alle fotocamere, quindi, ma a una vasta gamma di prodotti e il procedimento stesso subisce delle variazioni a seconda dell'oggetto che lo subisce.

 

In termini di marketing però, dire che un determinato oggetto è tropicalizzato, equivale a generare nel potenziale acquirente una falsa percezione del prodotto, visto che pensa che sia virtualmente “indistruttibile” mentre in realtà non è affatto così e, come tutti gli altri oggetti, la sua resistenza ha comunque dei limiti.

 

Lo stesso discorso si applica anche alle attrezzature fotografiche tropicalizzate; inoltre non tutte le attrezzature fotografiche subiscono il trattamento di tropicalizzazione, né le ditte produttrici seguono degli standard comuni sul tipo di attrezzature che, secondo loro, vale la pena sottoporre a tropicalizzazione. Pentax, per esempio, è l'unico produttore di attrezzature fotografiche che applica il processo di tropicalizzazione anche ai prodotti di fascia amatoriale.

 

Il grado di resistenza e i limiti strutturali

Come accennato nell'introduzione quindi, nel caso specifico delle fotocamere, degli obiettivi e delle altre attrezzature fotografiche, il termine tropicalizzazione serve a indicare la resistenza del prodotto a un determinato arco di temperature, all'acqua, alla polvere e all'umidità.

 

I materiali utilizzati a tale scopo sono soprattutto le leghe di magnesio e alluminio, che vengono adoperate per la realizzazione delle scocche dei corpi macchina e dei cilindri degli obiettivi; durante l'assemblaggio poi, viene applicata una sigillatura speciale ad alta tenuta, in modo da impedire la penetrazione di acqua e polvere. Le particolari proprietà delle leghe di magnesio e alluminio unite alle speciali guarnizioni sigillanti, inoltre, contribuiscono a ridurre lo stress termico delle attrezzature tropicalizzate e a prevenire la formazione di condensa al loro interno.

 

Esistono però dei limiti strutturali che non vanno superati e le ditte produttrici sottolineano chiaramente che l'efficacia del processo di tropicalizzazione non è mai garantita al 100%; ogni ditta poi, ha i suoi particolari standard di tropicalizzazione, quindi le prestazioni possono variare non soltanto in base al tipo di attrezzatura, ma anche a seconda del produttore.

 

Di conseguenza la tropicalizzazione è un concetto alquanto effimero, la resistenza all'acqua non è relativa alle immersioni ma soltanto alla pioggia, e per un tempo non prolungato. Lo stesso discorso vale per l'esposizione alle temperature; alcune fotocamere possono operare entro un arco che va dai -10° ai +40° mentre altre sono limitate a un arco che va da 0° a +40°.

 

Non commettete l'errore di immergervi sott'acqua con una reflex senza usare l'apposita custodia impermeabile, solo perché la fotocamera è tropicalizzata, e per la stessa ragione quando siete in esterni, o in automobile, evitate di lasciare per ore la vostra attrezzatura esposta alla luce diretta del sole, anche se custodita nello zaino, soprattutto se la temperatura esterna tocca punte estreme di caldo o freddo.

 

L'umidità, la condensa e la salsedine poi, sono i nemici principali di fotocamere e obiettivi, e che l'attrezzatura sia tropicalizzata oppure no bisogna prendere sempre le dovute precauzioni d'uso.

 

Quali attrezzature fotografiche sono sottoposte a tropicalizzazione

Prima abbiamo sottolineato come il processo di tropicalizzazione richieda l'uso di componenti e materiali specifici che devono essere contemplati anche durante la fase di sviluppo e progettazione dell'attrezzatura. Questo significa che la tropicalizzazione incide in maniera sostanziale sui costi di produzione, e di conseguenza sul prezzo della fotocamera o dell'obiettivo che ne sono dotati.

 

Per questa ragione la maggior parte delle ditte produttrici di attrezzature fotografiche riserva il processo di tropicalizzazione solo ai prodotti destinati alla fascia di utenza professionale, che è più esigente in termini di prestazioni e meno propensa a lasciarsi influenzare dal risparmio.

 

Le fotocamere di fascia amatoriale quindi, sia le entry level sia le avanzate del segmento intermedio, non sono sottoposte a tropicalizzazione, e lo stesso discorso si applica agli obiettivi. L'unica eccezione a questa regola, come abbiamo già detto in precedenza, è rappresentata dalla ditta Pentax.

 

La nota casa giapponese infatti, ha compiuto delle scelte produttive che ne hanno determinato fortemente l'indirizzo. Pentax ha puntato soprattutto allo sviluppo delle capacità di resistenza strutturale, che applica sia agli obiettivi e alle fotocamere professionali sia a quelle di fascia amatoriale, come testimonia ampiamente questa recensione della K-S2; inoltre è l'unica a tropicalizzare i flash e gli altri accessori sensibili.

 

Le fotocamere Pentax, di conseguenza, sono poco adatte per i servizi cerimoniali, la foto sportiva o d'azione, ma sono ideali per le foto da studio, per i paesaggi, i panorami e per la fotografia artistica; grazie alla loro elevata resistenza, inoltre, sono le preferite dai militari per l'uso sul campo.

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