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“La psicopatologia giovanile”: Incontri di formazione per docenti

SCUOLA - 08 09 2021 - Redazione

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/Mario Ballantini
Mario Ballantini

Oltre 120 fra Docenti e Dirigenti delle scuole di ogni ordine e grado della provincia di Sondrio, lunedì 6 e martedì 7 settembre, hanno partecipato al duplice incontro-confronto di formazione online sul tema «La psicopatologia giovanile» promosso dall’Ufficio Scolastico Territoriale di Sondrio e tenuto dal professor Mario Ballantini, medico psichiatra ed ex Direttore del Dipartimento di Salute Mentale presso l’Azienda Ospedaliera Valtellina e Valchiavenna, insieme alla psicologa Alessia Pisano.  «All’avvio di anno scolastico ancora complesso a causa della pandemia, la modalità migliore per affrontare l’inizio delle attività è quella della “conoscenza”», ha ricordato dal dottor Franco Mottalini, referente per l’area Inclusione che ha aperto gli incontri portando i saluti del Dirigente  UST Sondrio, Fabio Molinari. «Sono felice di sapere che gli incontri abbiano destato grande interesse fra i docenti – dichiara il Dirigente UST, Fabio Molinari –. Come Ufficio abbiamo ritenuto doveroso offrire un’occasione di confronto su temi tanto difficili quanto attuali quali quelli legati al disagio giovanile e ai disturbi psicopatologici. Sono convinto che il ruolo di noi educatori non si limiti alla trasmissione formale del sapere ma comporti anche l’importante e delicata missione di intercettare eventuali situazioni critiche: un compito complesso ma di estrema importanza, soprattutto in questa fase storica».

 

«Il lavoro di voi docenti è particolarmente complicato nel doversi rapportare con i giovani e con i loro eventuali disagi – ha esordito il dottor Mario Ballantini –. Rispetto a quanto si pensava una ventina di anni fa, la maggior parte dei disturbi mentali esordiscono in adolescenza e, nel 75% dei casi, prima dei 24 anni. Ci sono  poi dei sintomi conclamati prima dell’esordio della malattia anche una decina di anni prima: esistono perciò una serie di segnali che possono essere intercettati ancora prima che consentono di individuare una fetta di popolazione a rischio. Nella fascia di età 18-24 anni c’è solo una piccola parte dei soggetti che si rivolgono ai servizi e, dall’esordio dei disturbi al contatto con i servizi sociosanitari, spesso intercorre un tempo troppo lungo. Gli interventi effettuati durante una fase conclamata hanno una certa efficacia ma non sono lo stesso di quelli effettui in una fase prodromica. Infatti, implementare gli interventi in un prima fase prodromica può contribuire a cambiare la storia clinica ed il destino di questi ragazzi. Oltre  all’aumento del numero dei casi,  oggi assistiamo a quadri clinici molto complessi spesso legati all’uso di sostanze o con componenti impulsive:  un quadro psicopatologico complesso che richiede un ampio intervento. In questa situazione la pandemia ha fatto da ulteriore detonatore portando alcuni  ragazzi a sviluppare disturbi del sonno e sintomi quali ansia, chiusura, depressione e disturbi psicosomatici. Sono convinto che, mettendoci in gioco in maniera nuova, con umiltà e tenacia, possiamo fare tutti la nostra parte. Il primo obiettivo che abbiamo è quello di individuare i soggetti a rischio proprio a partire dagli insegnanti e dagli operatori perché non è qualcosa che si può delegare ad altri. Dobbiamo creare un ponte fra i ragazzi e i servizi sociosanitari creando una comunicazione biunivoca fra questi due mondi. Dobbiamo poi dare risposte celeri anche attraverso i mezzi di comunicazioni più accessibili e cercare di entrare nel mondo e nella cultura tipicamente giovanile: “smart and cool”». 

 

«L’obiettivo è quello di intercettare i nostri giovani cercando di assecondare le loro esigenze e cercando anzitutto di avere con loro un confronto, sempre con rigorosità metodologica ma con un approccio informale che possa farli sentire a loro agio – ha sottolineato la dottoressa Alessia Pisano rispondendo a una delle tante domande giunte dai docenti –. Un ruolo importante per voi insegnanti potrebbe essere proprio quello di mediare tra i ragazzi, le famiglie e i professionisti. Le richieste di aiuto degli adolescenti non possono prescindere dal loro mondo di cui, voi insegnanti, fate sicuramente parte anche perché, a volte, le famiglie sono le prime a faticare ad accogliere il disagio. Per poter avvicinarci ai giovani della generazione Z, quella attuale, è importante incuriosirci e accostarci a quel mondo per agevolarci nella comprensione delle problematiche». 

 

I video integrali degli incontri saranno presto disponibili sul canale Youtube del’UST https://www.youtube.com/c/USTSONDRIOUfficioScolasticoTerritoriale

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