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San Romerio, una fondazione per valorizzare un bene culturale condiviso

UNA FINESTRA SULLA VALPOSCHIAVO - 03 02 2018 - Achille Pola

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/san romerio

Nell’ambito del progetto Interreg C.P.RE. (Conservazione Programmata nello spazio comune REtico), dal 2013 al 2015 la chiesetta medievale di S. Romerio è stata oggetto di un’accurata analisi e di un intervento mirato alla messa in sicurezza dell’edificio, in particolare del contrafforte in muratura posto sotto la parete occidentale che si trova a strapiombo sopra il lago di Poschiavo. Molti ricorderanno infatti il telone protettivo proprio a ridosso di questa struttura. Il progetto si è occupato anche di altri beni culturali condivisi nei territori fra Valtellina e Grigioni ed è stato coordinato dalla Fondazione di Sviluppo Locale (I) e dall’ex Regione Valposchiavo (CH).

 

In tale contesto va brevemente ricordato che la conservazione programmata di questo monumento sacro, attestato già sin dall’XI secolo, è emblematica per una collaborazione transfrontaliera e per il lavoro interdisciplinare ad essa collegato. Ciò è attribuibile all’importanza del luogo - che evoca una continuità e una congiunzione culturale tra le popolazioni residenti al di qua e al di là dell’attuale confine italo-svizzero -, ma anche alla sua peculiarità storica, religiosa, e architettonico-artistica, al potenziale turistico per l’intera regione, e non da ultimo al fatto che la chiesa (assieme all’antico ospizio) appartenga al Comune di Tirano ma si erge in territorio elvetico come una piccola enclave.

 

Il progetto C.P.RE. ha dimostrato che è possibile superare le annose contrapposizioni giuridico-ecclesiastiche legate alla proprietà della chiesa e stabilire un proficuo dialogo su un piano prettamente tecnico. Oltre naturalmente alla messa in sicurezza della chiesa, è stata questa la lezione più importante del progetto. Ora però il testimone per una conservazione programmata e transfrontaliera dovrebbe passare ad un nuovo ente che intenda seriamente proseguire nell’opera di valorizzazione di questo straordinario luogo di culto e pellegrinaggio.

Per ulteriori informazioni sul progetto C.P.RE. clicca qui.

 

L’architetto poschiavino Evaristo Zanolari, che - assieme all’ingegnere tiranese Dario Foppoli - ha seguito i lavori di intervento strutturale, condotto la campagna dei rilievi e delle analisi ispettive e coordinato i vari sopralluoghi con esperti di tutte le branche coinvolte, ci ha spiegato che si è trattato di un’esperienza unica e molto positiva. Ad impressionarlo, oltre all’ottima collaborazione, sono stati anche il livello delle conoscenze e il metodo d’approccio messo in campo dai colleghi di oltre confine. Secondo l’architetto, con il restauro del contrafforte, l’edificio non presenterebbe al momento ulteriori urgenti lacune strutturali che ne compromettano la conservazione.

 

In seno a questo gruppo di lavoro è sorta pure l’idea di costituire una “Fondazione S. Romerio”, la quale colga la sfida lanciata dal progetto C.P.RE. e prosegua nel lavoro di ricerca, conservazione, restauro e valorizzazione della chiesa. Come spiegatoci da Zanolari, l’idea è nata un po’ sull’esempio della “Stiftung Kirchendecke Zillis” (di cui presidente è il poschiavino Andreas Bott), e potrebbe dare un sostanziale contributo alla realizzazione di un piano finanziario che permetta, a scadenze regolari, di proseguire nell’opera di interventi mirati. Grazie alla fondazione, infatti, il pregiato soffitto dell’antica chiesa di S. Martino a Zillis gode oggi di sufficienti risorse finanziarie per la conservazione e la gestione oculata del bene culturale.

 

All’idea di seguire l’esempio di Zillis ha aderito anche Cassiano Luminati, presidente dell’ex Regione Valposchiavo, che si è attivato per redigere lo statuto di una fondazione transfrontaliera che corrisponda alle esigenze della chiesa di S. Romerio. Il testo è stato inoltrato ai comuni di Tirano e Brusio nell’estate del 2015, che nelle rispettive sedute consiliari del mese di novembre dello stesso anno lo hanno approvato senza rilevanti riserve. Nel frattempo però i mesi e gli anni scorrono, e nulla sembra essersi mosso dalle sedute di consiglio comunale. Formalmente mancherebbero solo l’atto costitutivo della fondazione, che avrebbe sede nel comune di Brusio, e i nomi dei membri che andranno a comporre il Consiglio di fondazione e l’Ufficio di revisione.

 

Anche se vi è una certa comprensione per tempi un po’ più lunghi in politica, qualcuno ha già iniziato a chiedersi se non fossero subentrati incagli di natura giuridica o burocratica. Per fugare ogni dubbio al riguardo abbiamo quindi interpellato il sindaco di Brusio, Arturo Plozza, e l’assessore alla cultura e al turismo di Tirano, Sonia Bombardieri, che ci hanno invece confermato la volontà di proseguire nella direzione indicata dal progetto C.P.RE. Il sindaco di Brusio ci ha assicurato, in un colloquio avuto nel mese di novembre dello scorso anno, che a inizio 2018 si sarebbe dovuto incontrare per altre questioni con il sindaco di Tirano e non si sarebbe fatta sfuggire l’occasione per rimettere sul tavolo anche quella inerente alla Fondazione S. Romerio. Anche l’assessore Bombardieri, contattata via email alcune settimane fa, scrive che “nulla osta neppure da parte del Comune di Tirano”, e che “con il sindaco di Brusio ci eravamo lasciati con un impegno reciproco ad incontrarci per chiudere la questione statuto. E poi è successo che entrambi siamo stati, evidentemente, presi da altri impegni”.

 

Sarebbe davvero auspicabile che la Fondazione S. Romerio possa finalmente prendere forma e fungere da ricettacolo per tutte le competenze e le risorse finanziarie finalizzate alla conservazione e alla valorizzazione del luogo e della chiesa. Nell’agosto del 2017 è venuto purtroppo a mancare anche il medico e regista amatoriale argoviese Rolf Haller, che innamoratosi di questo luogo ha prodotto un lungometraggio con filmati avvenuti nell'arco di molti anni di frequentazione dell’alpe. I ricavi e le donazioni seguiti alla proiezione del film ammontano a più di CHF 30'000.-. Una somma che ora si trova su un conto intestato alla Commissione Casa Besta di Brusio e che, come indicatoci dal sindaco Plozza, potrà essere messa subito a disposizione della fondazione, non appena questa sarà operativa. Anche da parte dell'Associazione San Romerio di Tirano, non manca - ne sono convinto - la volontà di dialogo e collaborazione.

 

San Romerio racchiude in sé ancora molti altri aspetti poco conosciuti, cui solo un’approfondita indagine potrà tentare di dare una spiegazione: come ad esempio datazione e funzione della cripta venuta alla luce dopo il restauro del 1952, dei cunicoli che da essa si diramano nelle fessure della roccia sottostante, eventuali frammenti di affreschi che si celano sotto l’intonaco delle pareti interne della chiesa, o ulteriori dettagli sull'evoluzione storica dell'architettura. Al momento l’unica pubblicazione che si è occupata in modo integrale della chiesa e dello xenodochio medievale - con buona diffusione di copie - è quella dello storico tiranese Gianluigi Garbellini, dal titolo Santa Perpetua e San Remigio (Cooperativa Editoriale Quaderni Valtellinesi, Sondrio, dicembre 2005). Ma altri studi già esistenti potrebbero essere pubblicati o ripubblicati, ed altri nuovi potrebbero aggiungere importanti tasselli per migliorare la conoscenza di questo luogo così simbolico. Del resto anche lo storico tiranese, nelle righe conclusive del suo libro, accenna all’importanza del proseguimento nell’opera di conservazione e manutenzione degli edifici, nonché della ricerca storica e scientifica.

 

Achille Pola

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