Appello per fermare il Piano lupi: "Non tutela allevatori e cittadini"
CRONACA - 22 07 2023 - Michele Corti
Un appello all’assessore all’agricoltura della Regione Lombardia perché fermi un “piano lupo” che, così comeè stato redatto, non tutela allevatori e cittadini. L’appello all’assessore è stato già sottoscritto unitariamente dalle associazioni venatorie ed è stato inviato per l’adesione alle organizzazioni agricole e all’associazione regionale allevatori. Intanto ai Comitati per la tutela delle persone e degli animali dai lupi già attivi nelle provincie di Sondrio e di Como si aggiunge il Comitato della Valseriana in provincia di Bergamo I Comitati spontanei “Tutela delle persone e degli animali dai lupi” della Lombardia hanno predisposto un appello all’assessore all’Agricoltura, sovranità alimentare della regione Lombardia, Alessandro Beduschi per chiedere di bloccare l’approvazione del “Piano lupo”, nel testo attualmente all’esame della Conferenza stato-regioni, sino a che ad esso non saranno apportate modifiche che vengano incontro alle esigenze di tutela degli allevatori e dei cittadini. Gli allevatori devono attualmente fronteggiare la crescente presenza di lupi potendo disporre di mezzi di protezione passivi che si rivelano ogni giorno di più inadeguati e tali da determinare forti aggravi di costi e del loro impegno lavorativo. Solo l’introduzione di un contenimento della specie come attuato in altri paesi dell’Unione europea può mitigare gli impatti di un numero rapidamente crescente di branchi. Parimenti fondamentale per la sicurezza degli allevatori e di tutti i cittadini che frequentano la montagna e le campagne e che abitano in case isolate e piccoli centri è l’adozione di un vero protocollo per la gestione dei lupi pericolosi. Un elemento assente, nella sostanza, nell’attuale versione del “Piano lupo” che contempla come sola situazione pericolosa l’aggressione alle persone da parte di lupi “non provocati”. Ciò mentre nelle altre nazioni alpine si stanno adottando o sono già stati adottati da tempo veri protocolli che individuano nei lupi pericolosi quelli che, perso in larga misura il timore nei confronti dell’uomo, manifestano comportamenti quali avvicinare le persone a meno di 30 metri, pedinarle, penetrare in centri abitati, stalle, giardini e cortili, predare animali domestici presso case abitate ecc. Nel “Piano lupo” vi è poi l’inaccettabile istituzione di un’Autority del lupo che, sottraendo competenze e iniziativa agli organi politici democraticamente eletti, accentrerebbe su di sé tutto quello tutte le iniziative arrivando a costituire un nuovo potere di controllo del territorio in grado di condizionare e vincolare l’esercizio delle attività agricole e non solo. Rispondendo alla nostra richiesta, le associazioni venatorie hanno sottoscritto l’appello. Esso è stato inviato alle organizzazioni professionali agricole più rappresentative (Coldiretti, Confagricoltura, CIA, COPAGRI) e all’ARAL (Associazione regionale allevatori della Lombardia). Nel frattempo, ai Comitati già operanti (Valchiavenna e Valtellina, Alta Valtellina, Valli del Lario e del Ceresio) si è aggiunto questa settimana il Comitato della Valseriana in provincia di Bergamo e si stanno costituendo altri comitati in Valbrembana e in Valcamonica. Prof. Michele Corti Coordinatore dei Comitatiper la tutela delle personee degli animali dai lupi
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