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"Aspettiamo che ci spieghino cosa non ha funzionato nella fallimentare gestione sanitaria della pandemia"

CRONACA - 07 09 2020 - Silvano Marini

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/lettera aperta

Sono sempre più convinto, da quello che si evidenzia dai riscontri oggettivi che anche in Valtellina e Valchiavenna il ruolo della medicina di base nell’emergenza covid 19 è stato nella maggioranza dei casi latitante: si è nascosto dietro la “foglia di fico” della carenza di mascherine, così come in tutta la Lombardia. Non saprei dire se la cosiddetta medicina territoriale è stata sprovveduta o sopraffatta: ognuno tragga le sue conclusioni. Nel report sull’andamento covid- 19 dei residenti ATS della Montagna al 10 di agosto in Provincia di Sondrio casi positivi erano1196 con 209 decessi, vale a dire ogni 5 positivi un decesso, la stessa percentuale nefaste della Lombardia.

 

Nel corso dell’emergenza, l’assunzione di responsabilità dei governi regionali per intervenire rapidamente a contenere i focolai dell’epidemia è stato visto come sottrazione di potere dal governo centrale, causa di nefasti ritardi. Per rimanere in Lombardia, dobbiamo premettere che con i suoi 10 milioni di abitanti in un territorio densamente popolato, la Regione ha dovuto subire, per prima in Europa, una violenza che non ha paragoni con il resto d’Italia. Ora che la situazione sta lentamente migliorando e la mente è più lucida, iniziano a emergere grandi domande su come è stata combattuta questa emergenza. Dove e come sono morti i 16.870 lombardi? Tachipirinati a casa con inappropriati antibiotici, ossigenati senza cura farmacologica nella propria abitazione, o intubati in ospedale? E nelle Rsa? Perché nella vicina Baviera, la più simile alla Lombardia dal punto di vista socioeconomico e demografico, c’è stato 1 decesso ogni 20 infettati mentre in Lombardia 1 ogni 5? A questa domanda i nostri esperti rispondono che i tedeschi non conteggiano i deceduti che hanno malattie gravi concomitanti, mentre noi contiamo arbitrariamente anche i moribondi che decedono per, e quelli che decedono con il coronavirus. Che in Baviera il basso rapporto infettati / morti sia dovuto solo alla differente classificazione dei decessi è tutto e da dimostrare! E più verosimile invece, che i tempestivi esami del sangue effettuati dai medici di base nei poliambulatori territoriali dei Land, non abbiano lasciato il tempo alla malattia d’acuirsi nell’ammalato. Il tempo che passa dal sintomo all’inizio della terapia cambia l’esito della malattia infettiva. Austria e Germania hanno saputo guarire 4 su 5 dei contagiati con cure non ospedalizzate anche se avevano posti letto di terapie intensive per 100.000 abitanti quattro volte più di noi. Infatti da quello che ci dicono oggi coloro che studiano l’evolversi dell’infezione, è il coagulo venoso del sangue a formare i trombi, che causano nella maggior parte dei casi i decessi, in particolare degli anziani. Domandiamoci anche il perché oggi il rapporto numerico infettati / morti non ha più un andamento lineare proporzionato come a inizio pandemia. Oggi la mortalità con alla base lo stesso numero di infettati sintomatici, in terapia intensiva oppure a casa, sta diminuendo; si è, dunque, rotto il trend. Forse perché il darwinismo sociosanitario del covid 19, forte con i deboli (anziani) e debole con i forti, dopo avere eliminato i più deboli inizia a indietreggiare? O forse che le terapie mirate e tempestive con la farmacopea esistente , anche senza vaccino, diminuiscono le morti da questo virus? Ma ci viene raccontato che il covid-19 a ogni mutazione diventa sempre più “ buono”( sembrerebbe una giustificazione geniale!) per nasconderci il fatto che le cure sono tanto più efficaci quanto prima inizia la terapia.

 

Ogni anno, però, le agenzie degli studi epidemiologici delle Regioni e dello Stato in collaborazione con i cd. Risk management ospedalieri ci forniscono i dati con le percentili sulle morti evitabili, in ambito ospedaliero e sociosanitario territoriale, (prevenzione, diagnosi precoci e cure non appropriate, ecc.) sarebbe interessante sapere, nel prossimo anno, come verranno classificate le morti di questa pandemia e quante di queste 35.570 erano evitabili. In conclusione, in attesa dell’immunità di gregge e che il randello mediatico televisivo smetta di agire come farmaco anestetico sulle nostre menti, aspettiamo che le autorità competenti e i medici escano allo scoperto e ci spieghino cosa non ha funzionato nella fallimentare gestione sanitaria della pandemia per fare emergere la verità, non teologica, ma intesa come accertamento delle eventuali responsabilità per omissioni e/o colpe. A ciascuno il suo.

 

Silvano Marini

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