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Cani, ecco perché è importante tenerli al guinzaglio

CRONACA - 09 02 2021 - Servizio faunistico - Polizia provinciale

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La foto-trappola è piazzata nel bosco: compare un capriolo, gironzola, mangia alcune gemme,

 

  • tranquillo. All’improvviso il capriolo alza le orecchie, in allarme, subito scatta e scappa, più veloce che può. Un istante dopo, ecco ripreso nella foto trappola il motivo dell’allarme: è un cane, che fiuta la traccia del capriolo e lo insegue deciso. Nel bosco rimbomba l’abbaiare del cane; poco dopo il capriolo viene raggiunto e bloccato dal cane.

 

Il cane è in ottima forma, non ha certamente fame né deve uccidere il capriolo per sopravvivere, ma il suo istinto lo porta a cacciare per divertimento; d’altra parte il capriolo non

 

  • un buon corridore, la sua struttura corporea non gli permette di sopportare lunghi tratti di corsa, e con la neve al suolo è in difficoltà. Così il cane raggiunge facilmente il capriolo e lo morsica in più punti, lo ferisce gravemente e anche se poi si allontana, finalmente richiamato dal padrone, il capriolo è destinato a morire. Perché il cane non è un predatore specializzato, morsica in modo disordinato su tutto il corpo procurando una morte lenta dopo lunghe sofferenze. Ogni settimana, purtroppo, al Centro per il recupero della fauna selvatica (CRAS), arrivano uno o due caprioli feriti, azzannati su tutto il corpo; le ferite sono tali che, nonostante tutti gli sforzi dei veterinari e del conduttore del CRAS, praticamente nessuno sopravvive.

 

Anche i cani di piccola taglia possono essere molto pericolosi per un capriolo; se due cani si uniscono per rincorrere un capriolo, riescono rapidamente a braccarlo e fermarlo. Se poi imparano a inseguire e azzannare il capriolo, assaporano il gusto del sangue, e rinforzano sempre di più questo pericoloso comportamento.

 

Non è il cane che è “cattivo”, ma inevitabilmente l’odore del selvatico lo attira, e spetta a noi vigilare sul suo comportamento e fare in modo che non rincorra gli animali.

 

Ogni volta che un capriolo muore sbranato dai cani, la colpa è dell’uomo che non ha educato correttamente il proprio cane, lasciandolo libero di scorrazzare in un ambiente naturale dove gli animali selvatici hanno bisogno di pace e di rispetto, tanto più in questo periodo per affrontare il lungo inverno.

 

E anche quando il capriolo riesce a sfuggire al cane, lo stress è fortissimo. Il capriolo è piccolo, ha grosse difficoltà a spostarsi nel bosco quando il manto nevoso è di circa mezzo metro; se lo spostamento è causato da una presenza improvvisa dell’uomo o perché rincorso da un cane lasciato libero, il suo consumo di energia si decuplica e le sue riserve non bastano più per sopravvivere.

 

In conclusione, non facciamo l’errore di pensare che sia sempre colpa dei cani degli altri quando troviamo caprioli feriti o uccisi dai cani. Se sul sentiero lasciamo libero il nostro cane e non lo vediamo tornare immediatamente, è molto probabile che abbia fiutato la presenza di un animale selvatico e che cerchi di rincorrerlo. E in questo periodo gli animali sono spesso a quote più basse, la neve li spinge a scendere anche vicino alle case, a sfruttare le zone aperte dove c’è meno neve, dove possono trovare qualcosa da mangiare.

 

Ogni corsa, ogni fuga che fanno per colpa nostra, è una possibilità in meno di passare l’inverno. Non dimentichiamolo.

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