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Castello di Teglio. iniziate le indagini archeologiche

CRONACA - 15 06 2021 - Redazione

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/castello teglio

Teglio è noto per essere stato uno dei luoghi più importanti di tutta la Valtellina, già a partire dalla preistoria. Vero e proprio centro eponimo di tutta la Tillina Vallis dalla tarda età romana, nel corso del Medioevo rimase sotto la diretta amministrazione dell’Arcivescovo di Milano, confermandosi uno dei luoghi centrali ancora in età viscontea e durante il successivo dominio grigione. L’importanza di Teglio nell’antichità emerge dai numerosi rinvenimenti di statue stele e dai risultati dei numerosi scavi di archeologia preventiva condotti dalla Soprintendenza negli ultimi trent’anni.

 

Il castello di Teglio, di cui rimane oggi solo la Torre de li belli Miri, si colloca probabilmente su un’area abitata già in età romana e potrebbe sorgere nel luogo di un precedente castrum, sede del potere civile e religioso e a capo di una circoscrizione amministrativa e militare. Nonostante la centralità di questo sito, l’area non è stata finora oggetto di appositi studi a carattere scientifico, a differenza invece di quanto avvenuto per altri castelli della valle.

 

Per rimediare a questa situazione è nata una collaborazione tra Università degli studi di Bergamo, Soprintendenza e Comune, al fine di avviare un progetto ambizioso di ricerca sull’area, che possa produrre la piena valorizzazione e restituzione alla collettività di questo sito dallo straordinario potenziale archeologico. Questa collaborazione continua quanto già iniziato con l’intervento di “Ripristino e valorizzazione della pineta di Teglio" finanziato da Fondazione Cariplo.

 

Le ricerche dell’Università di Bergamo, condotte da Riccardo Rao, professore di Storia medievale e di Storia del Paesaggio, e da Federico Zoni, archeologo e assegnista di ricerca, sono state realizzate con droni con camera multispettrale e georadar. Si tratta di nuove tecnologie sofisticate e non invasive, che consentono di prevedere il potenziale archeologico del sottosuolo, individuando nelle immagini prodotte particolari “anomalie” che possono nascondere la presenza di resti archeologici.

 

Le “anomalie” individuate dalle indagini multispettrali sono state verificate con sondaggi archeologici mirati condotti dall’archeologa Chiara Marveggio, con la direzione scientifica della Soprintendenza.

 

Sebbene siano ancora preliminari, i risultati appaiono decisamente promettenti: sono emerse numerose strutture murarie e sono stati raccolti materiali ceramici e ossa di varie epoche, che dovranno essere adeguatamente analizzate. Le future pubblicazioni dei risultati delle sperimentazioni condotte a Teglio consentiranno di portare questa “capitale” della montagna lombarda nel dibattito internazionale storico, archeologico e paesaggistico.

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