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Corti a Della Bitta: "Gli orsi attaccano anche se non provocati"

CRONACA - 28 07 2017 - Redazione

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"Abbiamo scritto - annuncia il professore Michele Corti di Ruralpini - una lettera aperta al presidente della provincia (poco) autonoma di Sondrio, Luca Della Bitta, affinché intervenga per far cessare la campagna di propaganda della provincia tendente a presentare gli orsi come "non pericolosi se non provocati" e si attivi con la Regione Lombardia per la recessione dal Pacobace".

 

 

Al Presidente della Provincia di Sondrio

 

Sig. Presidente

Con la presente desidero segnalarLe che, dopo le ripetute aggressioni di orsi, non provocati in alcun modo dall'uomoo dai cani che lo possono accompagnare, in Trentino, la provincia autonoma ha classificato i soggetti autori dei suddetti episodi come orsi "della massima pericolosità" (ultimo stadio della scala prevista dal Pacobace sottoscritto anche dalla Regione Lombardia). Sono state quindi messe in atte le azioni drastiche per la loro rimozione.


Purtroppo mi corre farle osservare che l'amministrazione di cui Ella è a capo continua a diffondere, attraverso i canali ufficiali, informazioni smaccatamente e ingiustamente "tranquillizzanti" in materia, tanto da sostenere, contro ogni evidenza, che "gli orsi non attaccano mai se non provocati". Trattasi di palese menzogna tenendo conto della purtroppo lunga sequenza di attacchi mortali, di cui l'orso bruno europeo si è reso protagonista in anni recenti in Svezia, Finlandia, Bulgaria, Serbia, Grecia, Romania, Turchia. E dei casi trentini occorsi tra il 2014 ed oggi: (Zanella, Maturi, Molinari, Zadra, Metlicovez)

 

E' mio dovere, dal momento che seguo da 10 anni, per motivi di studio ma anche di impegno civile, la vicenda della reintroduzione dell'orso bruno in Trentino, portare alla Sua attenzione il fatto che tra le persone ferite dall'orso (alcune rese inabili al lavoro a seguito delle gravi lesioni), alcune sono orientate a citare in giudizio per omissioni, atti colposi (e forse anche più gravi responsabilità penali) il presidente della provincia autonoma, Ugo Rossi.

 

Alla base delle denunce, in fase di elaborazione, gli atteggiamenti di grave e continuata sottovalutazione del pericolo orso, motivata dalla finalità ideologica di non creare allarmismo e non alimentare le proteste. Basti ricordare che l'orsa probabile responsabile dell'episodio del 22 luglio c.m. era stata catturata già lo scorso anno, ma poi rilasciata con la giustificazione che (ma eravamo già a fine ottobre) si sarebbero messi a repentaglio i cuccioli. La tutela della vita dei cittadini è valore tutelato dalle leggi fondamentali più dei cuccioli di orso (sempre che fossero realmente in pericolo e quella non fosse semplicemente una scusa per evitare le ondate di proteste animaliste). Quindi vi sono responsabilità penali.

 

Le informazioni false che la Provincia di Sondrio diffonde tra residenti e turisti possono determinare un comportamento pericoloso in caso di incontro ravvicinato. Infatti, se fosse vero l'assunto che l'orso attacca solo per difendersi e non porta mai alle estreme conseguenze le sue minacce e cariche, allora sarebbe corretto il comportamento suggerito ("fare il morto"). Ma in Trentino gli aggrediti si sono salvati solo perché hanno reagito con pugni, sassi, bastoni e sono fuggiti precipitandosi in più episodi giù per forre e pendii fortemente scoscesi. In caso di lesioni gravi e mortali, che potrebbero occorrere e per aver prestato fede alle norme di comportamento suggerite dai responsabili faunisti della provincia di Sondrio si delineerebbe una grave responsabilità per lesioni/omicidio colposo.

 

Infine Le faccio osservare che:

  • Non più tardi di ieri la Pat ha ottenuto parere positivo dal "comitato dei 12" (che opera per prevenire contenziosi tra le Pa di Tn e Bz e lo Stato) per adottare proprie norme operative al fine della gestione dell'emergenza orsi;
  • la Regione Lombardia, invece, in caso di emergenze orso, dovrebbe operare osservando una ferragginosa procedura autorizzativa da parte del Ministero dell'ambiente anche nel caso di orsi palesemente e altamente pericolosi (come ha da anni lamentato la Pat);
  • la Pat destina può contare su un grande dispiego di uomini addestrati, mezzi, risorse economiche per le operazioni di monitoraggio, dissuasione, cattura degli orsi del progetto Life Ursus.
  • Non è difficile immaginare cosa succederebbe in provincia di Sondrio qualora un orso ("in transito" o meno) aggredisse dei cittadini inermi.
  • La stessa Pat, comunque, per bocca del presidente Rossi, giudica "troppo numerosi" gli orsi e ne chiede la diminuzione. Ciò nonostante l'esperienza accumulata dagli anni '90 e i significativi mezzi disponibili in forza dell'autonomia (per gestire tutti gli aspetti di una difficile partita).

Sono pertanto a chiederle: di ritirare tutto il materiale della campagna di informazione palesemente pro orso ma tale da ingannare i cittadini diffuso dalla provincia di Sondrio e mi permetto di suggerirLe di farsi parte diligente affinché la Regione Lombardia receda dal Pacobace, dichiari, in forza di un grado di antropizzazione e di frammentazione enormemente superiore a quello del Trentino occidentale, le nostre montagne "non idonee per l'insediamento di popolazioni di orso bruno", stabilendo che i soggetti che si avventurano nel territorio della provincia di Sondrio siano catturati e riportati da dove sono stati introdotti con il progetto Life Ursus.

 

Ringraziandola per l'attenzione porgo distinti saluti

Milano, 27/07/2017

Prof. Michele Corti
Docente di zootecnia montana

Dipartimento di Scienze e politiche ambientali (Desp) - Unimi

Ruralista (sito www.ruralpini.it)

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