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Don Luigi Albonico, S. Messa in S. Martino

CRONACA - 22 03 2021 - Giovanni Marchesi

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/san martino

Giovedì 25 marzo 2021 ricorrerà il centenario della morte di don Luigi Albonico che fu parroco di Tirano per ben 57 anni dal 1864 al 1921. Non è possibile descrivere in poche righe la peculiarità della sua persona e di quanto operò a Tirano nella sua lunga attività pastorale accompagnata da una profonda passione civile legata alle vicende che la nostra nazione visse negli anni della sua vita. La Parrocchia di Tirano per commemorare il centenario della sua morte, data la molteplicità dei suoi interessi e le notizie reperite presso gli archivi gli dedicherà quest’anno sul proprio trimestrale “Le Campane di S. Martino” un articolo per ricordare e conoscere questa figura di pastore e patriota.

 

Nato a Grandate (CO) il 21 giugno 1831 fu il primo di dieci fratelli di una famiglia “ che non spiccava per dovizia di beni di fortuna, bensì per l’onestà a tutta prova, per il sentimento profondamente cristiano e per l’amore al lavoro alla quale virtù seppero educare i loro figli.

 

Nel 1848 diciasettenne con altri compagni di seminario abbandona gli studi per arruolarsi e combattere per l’Italia contro l’Austria. Terminata questa parentesi militare riprese gli studi teologici per essere ordinato sacerdote nel 1854. Fu inviato come primo incarico quale coadiutore a Schignano in Val d’Intelvi dove rimase per due anni “distinguendosi per zelo e dottrina”. Nel 1856 fu chiamato a insegnare letteratura in Seminario e nel 1864 fu eletto prevosto di Tirano facendo l’ingresso nel giorno di S. Martino. Visto il periodo di pandemia che stiamo vivendo voglio ricordare che dopo tre anni dal suo arrivo, nel 1867 ci fu un’ epidemia di colera del quale Tirano non fu indenne durante la quale don Albonico “fu vero apostolo di carità, dando a tutti l’esempio della sua abnegazione e coraggio altamente civili” che gli avvalse con Decreto reale del 2 maggio 1869 la medaglia di Bronzo rilasciata Ministro Segretario di Stato dell’Interno “per i benemeriti della pubblica salute in testimonianza di ammirazione e gratitudine per quanto operò durante il colera nel Comune di Tirano nell’anno 1867”. In occasione del 50° di ordinazione sacerdotale il Consiglio comunale nella seduta del 29 maggio 1904 riconoscendo che “nelle calamità e sventure pubbliche cittadine, egli si adoperò sempre a tutt’uomo e con tutti i mezzi a sua disposizione per alleviare le altrui miserie” considerando che “al Comune ha egli prestato servizi preziosissimi inestimabili, nulla mai chiedendo per se” delibera di dichiarare festa del paese il giorno anniversario della sua ordinazione sacerdotale, d’ incaricare la Giunta di presentare al Prevosto congratulazioni e auguri e di autorizzare la spesa di £. 200 per l’acquisto di un oggetto artistico da presentare allo stesso in ricordo della sua fausta ricorrenza. Gli verrà donato un calice in argento, ancor in uso in parrocchia, con iscritto sulla base: “Al nostro beneamato parroco e all’ integerrimo patriota.”

 

Nelle sue ultime memorie appuntava” Sono e voglio essere cattolico italiano – Cattolico col Papa e italiano col Re e con questa fede e con questi sentimenti prego Iddio oltre a disporre l’iscrizione sulla lapide della tomba che con sottoscrizione cittadina i Tiranesi fecero innalzare nel nostro cimitero dove tutt’ora sono custodite le sue mortali.

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