MENU

Don Tullio Schivalocchi: "Servono giovani che hanno il coraggio di rischiare per rinnovare il mondo!"

CRONACA - 07 05 2018 - Alessandro Cantoni

CONDIVIDI

/Don Tullio Schivalocchi
Foto da "Le campane di S. Martino"

Don Tullio Schivalocchi è nato il 2 aprile 1963 a Premadio (Valdidentro). Parente di don Nicola Schivalocchi, è stato ordinato Prete nel 1988 ed è arrivato a Tirano sul finire del 2017.

 

Don Tullio, la nostra epoca è attraversata da un periodo di crisi che ha causato l'impoverimento di molte famiglie, anche nel nostro territorio. Come valuta il sistema di sostegno ai più bisognosi - il famoso welfare system? Crede sia uno strumento privilegiato nella nostra Repubblica, oppure molto resterebbe da fare, in questa direzione?

Ritengo che di fronte all’impoverimento di molte famiglie, la proposta del Reddito d’Inclusione, varato dal Governo Gentiloni, sia certamente un primo passo per rispondere alle fasce più deboli della società. Sul piano del lavoro, la diminuzione delle tasse a carico del datore di lavoro, favorirebbe l’assunzione di nuovi lavoratori.

 

 

Come è noto, lei ha esteso il suo contributo sociale anche per il Centro d'ascolto Caritas di Tirano. Quanto è importante coinvolgere i giovani nelle azioni di beneficienza?

Il coinvolgimento di giovani nel Centro di Ascolto sarebbe significativo, perché porterebbe novità, intraprendenza e speranza, potendo mettere a disposizione le proprie competenze scolastiche o lavorative.

 

 

Su Il Settimanale della Diocesi di Como, pubblicato il 26 aprile, si è molto parlato di giovani. Anche papa Francesco ci ha esortato ad agire. Servono nuove idee e proposte all'interno della Chiesa, e le nuove generazioni possono contribuire in maniera considerevole. È d'accordo?

I giovani sono “soggetti attivi” nelle nostre parrocchie e a contatto con persone adulte più esperte potrebbero imparare a lavorare in equipe, affiancandosi alle persone bisognose in maniera non assistenzialista, ma riuscendo ad accompagnare le persone verso un’autonomia sociale e lavorativa

 

Gli strumenti tecnologici, se opportunamente utilizzati, possono rivelarsi molto utili. Basti pensare al lavoro di alcuni studenti della Università Bocconi di Milano, che hanno ideato un'applicazione per catalogare i senzatetto nel milanese, in vista di un loro aiuto concreto. Eppure, in molti casi, telefoni e dispositivi elettronici producono alienazione. Come pensa si possa risolvere il problema per sortire questi ragazzi da un mondo virtuale che li allontana dalla realtà?

Parrocchia, Oratorio, CSI, Associazioni culturali-sociali, possono aiutare i giovani a uscire da un certo isolamento relazionale, dovuto a volte dai vari social, per aprirsi alla realtà concreta valorizzando i loro talenti. I giovani andrebbero visti non come un problema, ma come un’opportunità preziosa nella società. Servono giovani che hanno il coraggio di rischiare per rinnovare il mondo!

 

Quali sono i compiti che, con impegno, i volontari della Caritas svolgono in favore di chi cerca un sostegno?

A Tirano, il Centro di Ascolto e Aiuto Caritas, è animato da un gruppo di persone sensibile alle varie povertà, con particolare attenzione all’ascolto di persone bisognose appartenenti sia al nostro territorio che provenienti da altri paesi. L’aiuto si fa concreto anche con il pacco viveri mensile, con la distribuzione di vestiti e non ultimo la possibilità di ospitare per brevi periodi in un appartamento, donne in particolari difficoltà.

La collaborazione con i servizi sociali comunali mi sembra positiva.

 

La Caritas è da sempre una grande famiglia, che con amore assiste chiunque versi in condizioni di difficoltà. Non bisogna temere, rivolgendosi ad essa, dei giudizi esterni, perché i suoi operatori proseguono la loro missione con discrezione e cuore. Mi piace pensare ai suoi collaboratori come a degli amici, a cui chiedere senza paura quando si vive un brutto momento, essendo loro sempre disposti ad aprir le braccia. Lo dico anche in virtù di volontario. È così don Tullio?

Assolutamente, colgo l’occasione per ringraziare di cuore tutti i volontari che operano nel campo caritativo, non a parole, ma con una presenza costante e concreta nei fatti.

Il Centro ha bisogno di collaboratori sia giovani e non, favorendo un ricambio, per essere sempre più attento alle povertà di ieri e di oggi, diventando segno-evangelico dell’Amore di Dio.

 

Alessandro Cantoni

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI