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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne 2019

CRONACA - 25 11 2019 - Ercole Ricci

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Quella del 25 novembre è un giornata importante dedicata a un tema che, purtroppo, è sempre d'attualità: l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito per il 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Questa ricorrenza è stata istituita per focalizzare tutta l'attenzione dell'opinione pubblica su questo tema di grande attualità.

 

Si è scelta questa data per ricordare 3 sorelle coraggiose, le sorelle Mirabal (Patria, Minerva e Maria Teresa), brutalmente assassinate il 25 novembre del 1960 da mandanti del dittatore Trujillo, per aver tentato di contrastare il dittatore che sottomise la Repubblica Dominicana tenendola nel caos per più di 30 anni in uno dei regimi più sanguinari dell'America Latina.

Ogni giorno numerosi fatti di cronaca nazionale e internazionale ci ricordano l’importanza di questa giornata e di quanto ancora ci sia bisogno di “sensibilizzarsi” sull’argomento. Se ne parla molto di più e di conseguenza sembra che improvvisamente siano comparsi molti casi di molestie e di violenze di ogni tipo. Sono cose che purtroppo ci sono sempre state ma semplicemente se ne parlava di meno o magari certi comportamenti venivano considerati solo molestie.

 

Nella maggioranza dei casi, la si ammette e si confessa solo quando si manifesta in modo eclatante e ripetuto, e anche in questo caso, viene spesso sottovalutata o addirittura non percepita. Spesso anche i segni lasciati sul corpo dalle violenze domestiche vengono nascosti e giustificati in modi diversi (caduta dalle scale, malesseri, ecc...). La violenza domestica, le violenze sessuali, lo stupro, il matrimonio forzato, i delitti commessi in nome del cosiddetto “onore”, le mutilazioni genitali femminili, costituiscono secondo la cosiddetta “Convenzione di Istambul” approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa il 7 aprile 2011 ed aperta alla firma l'11 maggio 2011“una grave violazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze”

 

Se ne parla tanto, a volte anche con toni accesi. Molto spesso però quando si parla di queste cose, la reazione principale di solito è “che palle!”. Siamo arrivati al punto che le persone hanno la noia di sentire parlare di questi argomenti.

Eppure i numeri relativi a questo fenomeno sono spaventosi: 142 donne uccise nel 2018. I maltrattamenti in famiglia sono stati 17.453. Sconcertante é rilevare quante donne che non parlano con nessuno della violenza subita, (il 28,1% nel caso di violenze da partner, il 25,5% per quelle da non partner); non denunciano non cercano aiuto; e, purtroppo ancora poche sono, infatti, le donne che si rivolgono ad un centro antiviolenza o in generale un servizio specializzato (Dati ISTAT). Azioni che sarebbero davvero essenziali per aiutare la donna ad uscire dalla violenza.

 

Frustrazione, non realizzazione personale dell'uomo, difficoltà sul lavoro o nella vita, insoddisfazione, sono solamente le motivazioni “superficiali” di questi eventi. Ma anche il mancato riconoscimento alle donne della propria identità, il diritto di realizzarsi e di decidere ciò che è meglio per loro stesse.

 

Spesso tale violenza, provoca dolore e sofferenza, confonde la vittima che in questo modo rischia di non riconoscere l’aggressione subita e addirittura a giustificare il proprio partner. Sono vittime delle violenze domestiche anche coloro che non ne sono necessariamente i bersagli, ma vi assistono: bambini e adolescenti, per i quali la casa dovrebbe essere il luogo più sicuro e protetto. Invece, solo negli ultimi cinque anni, secondo le stime, 427 mila minori hanno assistito alla violenza domestica nei confronti delle loro mamme. Quasi sempre il responsabile è un uomo, il loro padre. E tutto questo secondo molti studiosi anche se non lascia sui bambini segni fisici evidenti, ha conseguenze devastanti: dai ritardi nello sviluppo fisico e cognitivo alla perdita di autostima, da ansia, sensi di colpa e depressione all’incapacità di socializzare con i propri coetanei.

 

Molto è stato fatto negli ultimi anni, ma tanto ancora bisogna fare per tutelare le donne da chi dice di amarle e che invece si rivela un brutale assassino. La giornata del 25 novembre vuole sensibilizzare non soltanto gli uomini, che spesso usano violenza contro la donna. Ma anche la donna deve prendere consapevolezza di sé e della sua condizione. E’ necessario ribellarsi, cercando di fuggire chi si rivela essere violento.

 

Ercole Ricci

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