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I Green chiedono il pass per il piano faunistico venatorio

CRONACA - 01 09 2021 - Lettera aperta

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/caccia

Dove eravamo rimasti... il 14 giugno 2021, a distanza di mesi dalla richiesta di convocazione, il gruppo di Associazioni del territorio (WWF Valtellina Valchiavenna, Legambiente Valchiavenna, LEIDAA Sondrio, Cai Sezione Valtellinese, Cros Centro ricerche ornitologiche Scanagatta, Orma Morbegno), espressione della realtà ecologista a livello provinciale, ha finalmente ottenuto udienza presso il Consiglio Provinciale presieduto dal Presidente Elio Moretti. Il tema, sempre caldo, è quello inerente l’approvazione del Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Sondrio, in discussione ormai da diversi anni. Per la Rete di Associazioni infatti questo continuo ritardo e prolungamento dell’iter di approvazione non è più accettabile. Si sono susseguiti, soprattutto nell’ultimo anno, diversi incontri tra mondo venatorio, tecnici e Associazioni Ecologiste .

 

“Il Piano è uno strumento di gestione della fauna che deve essere reso operativo il prima possibile, nell’interesse di tutte le parti in gioco” afferma Antonella Cordedda, associata di Orma, Medico Veterinario, cittadina di Teglio.

 

“Dal nostro punto di vista, la bozza di Piano proposta rappresenta un compromesso accettabile tra le istanze generate dalle varie parti. Una delle questioni che ‘sta rallentando’ l’approvazione è quella relativa all’abolizione dell’uso delle munizioni al piombo per la caccia agli ungulati. Questo adeguamento, che secondo la bozza di piano dovrebbe avvenire a partire da due stagioni venatorie dopo l’approvazione del Piano, non trova infatti l’accordo della totalità del mondo venatorio. Sinceramente, non ne comprendo le ragioni” riprende Antonella.

 

“Che il piombo causi la morte per saturnismo (avvelenamento) dei più grandi rapaci dell’Arco Alpino (Aquila reale e Gipeto) è un dato scientificamente dimostrato, anche da recenti studi. Questi uccelli infatti lo assumono per via alimentare cibandosi dei resti delle carcasse abbattute. La caccia agli ungulati è praticabile anche usando munizioni atossiche monolitiche di rame, diverse realtà lo hanno già ampiamente dimostrato (oltre 3.000 cervi abbattuti nel Parco dello Stelvio dal 2012 al 2020). Anche una gran parte del mondo venatorio già le utilizza in modo efficace. Non vedo come un’attività hobbystica come quella della caccia debba esigere di essere praticata con modalità che hanno un impatto così grave su fauna di primario valore a livello conservazionistico e patrimonio dell’intera collettività, quando la soluzione c’è ed è a portata di mano. Non ci si può nascondere dietro alla bandiera della tradizione, pur di non abbracciare cambiamenti utili e necessari”.

 

Come già accennato in precedente comunicati ai primi di maggio la Rete delle Associazioni ha lanciato una petizione online Stop al Piombo sulle Alpi, (di cui la Dott.ssa Cordedda è una dei referenti), per l’abolizione del piombo nella caccia agli ungulati, che si può visualizzare e

c o n s u l t a r e a q u e s t o l i n k : h t t p : / / c h n g . i t / h Q r 9 s 9 Q s .

 

“L’ambientalismo non è andato in vacanza! Ad oggi grazie anche al patrocinio di numerose Associazioni abbiamo raccolto 10.300 firme su un argomento ignorato dai più e di non immediata comprensione. L’invito è di leggere la Petizione, così da poter comprendere bene l’argomento, firmarla e condividerla per aiutarci a far sentire la nostra voce in difesa della fauna selvatica.

 

“Ci auguriamo che il Piano faunistico venga approvato al più presto. La caccia deve essere funzionale alla gestione della fauna selvatica , non il contrario, e non deve essere causa di ulteriori problematiche, in particolare per le specie più rare e pregiate. Questo continuo rimandare un’approvazione del Piano, già ampiamente discussa, non fa bene a nessuno, tanto meno al mondo venatorio della nostra provincia, che, così facendo, pare arroccarsi su posizioni ostruzionistiche, dimostrando poca attenzione e responsabilità nei riguardi della fauna che ci circonda. Oggi più che mai, i cambiamenti climatici ce lo dimostrano quotidianamente, ognuno di noi, nel suo piccolo, deve cercare di fare qualcosa per conservare il più possibile di ciò che resta dell’ambiente naturale.

Noi continueremo a farlo!” conclude la Dott.ssa Cordedda.

 

LEIDAA Sondrio: Grandi Katya

Legambiente Valchiavenna: Tam Lorenza

Cros Varenna- Lecco: Danielli Simona

ORMA Morbegno: Benazzo Massimo

WWF Valtellina Valchiavenna: Vaninetti Villiam

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