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Il ponte sul torrente Poschiavino a Poschiavo

CRONACA - 17 10 2022 - Ezio (Méngu)

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/Il nuovo ponte di Poschiavo sul torrente Poschiavino
Il nuovo ponte di Poschiavo sul torrente Poschiavino

Così mi ha detto Franco con un sospiro tendente all’orgasmo, sorseggiando, in un bar di Madonna di Tirano, un frizzantino. Guardandolo in faccia ho visto la sua preoccupazione e l’ho lasciato in pace nei suoi pensieri.  Dopo quell’ansia e quell’espressione di smarrimento non ho potuto fare a meno di andare a Poschiavo a visionare il ponte. Insomma volevo rendermi conto di ciò che aveva detto Franco, l’ansioso.

 

Faccio dunque una mia relazione perché, pur non essendo ingegnere idraulico, mi sono reso conto di ciò che i Poschiavini hanno progettato e costruito dopo l’alluvione dell’87. Loro non hanno dimenticato nemmeno per un secondo quel disastro e ricordano tra le loro vie con cartelli e fotografie ciò che la “bestia“ del torrente Poschiavino ha fatto.  Quelle grandi foto testimoniano una cittadina devastata da massi e tronchi, case divelte e i visi attoniti dei cittadini. Il turista non può che rimanere stupefatto guardando quelle foto e vedere oggi un borgo “gioiello “, segno di amore e di intelligente ricostruzione.

 

Giunto sul ponte a monte del borgo, ho notato che il torrente Poschiavino aveva ricordato, durante il disastroso evento, l’antica via e a sua ragione ha tirato dritto non guardando in faccia nessuno e facendo della bella via centrale  di Poschiavo il suo alveo. Perchè dargli torto?   Otturato quel ponte l’acqua non poteva essere bevuta e doveva per forza andare a Valle. Quella lezione era bastata e così l’ingegneria svizzera è corsa ai ripari costruendo un ponte da manuale.  Il ponte ora ha una luce (passaggio acqua) che  io credo contempli una portata massima di almeno due volte la storica.  L’impalcato è unico e prima del ponte l’alveo del torrente Poschiavino  è diritto e in declivo per cui l’acqua può scorrere sotto il ponte velocemente e ciò  è tecnica poiché la portata è direttamente proporzionale alla sezione della conduttura e alla velocità delle particelle del liquido mentre la sezione e la velocità sono inversamente proporzionali.

 

E poi? Quel ponte ha uno stradone abbondante da transitare due grossi bilici contemporaneamente e ha due camminamenti distinti sui due lati. Uno è in grigliato e l’altro largo comodissimo e morbido  poiché ha il manto in gomma antisdrucciolo. Insomma, ripensando al sospiro di Franco non potevo che dargli ragione se lo paragonavo al nostro sul torrente Poschiavino sulla statale n. 38.

 

E’ pur vero che quel ponte sulla statale 38 ha prestato onorato servizio per anni, ma la tecnologia di allora e gli eventi atmosferici non erano quelli d’oggi. Come in tutte le cose che hanno fatto il loro tempo occorre sostituirle o perlomeno, se possibile, aggiornarle. Poveretto quel ponte: ha pure la colpa di avere un pilastro centrale che riduce la sua “bocca” di ingoio d’ acqua e che può fare da intralcio a massi e piante trascinate. Il “poverello del tiranese “, per di più ha un solo camminamento (se tale si  può chiamare ) di circa 1 metro, probabilmente non idoneo  a chi soffre di labirintite , poiché chi ha un leggero sbandamento potrebbe assaggiare il morso di una gomma di camion e per  i molti  sani è da brivido quando passano i TIR. Ammirando la maestosità del ponte a Poschiavo viene in mente che il “nostro” oltre tutto deve bersi in più anche l’acqua del bacino imbrifero a Valle del magnifico Borgo.    

Allora che fare? I sospiri di Franco e i miei servono a poco. Ricordando i fatti disastrosi occorsi delle Marche e il nostro evento dell’87, molte persone si sono allertate, ponendo interrogativi a questi problemi ai responsabili allo scopo di aver delle risposte chiare e rassicuranti.   

 

Ezio (Méngu)

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