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Il sogno del “ragno nero” sulla Piana di Chiari

CRONACA - 20 04 2022 - Ezio Maifrè (Méngu)

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/piana di Chiari di Villa di Tirano
La stupenda e rilassante piana di Chiari di Villa di Tirano (Foto di Fulvio Santarossa)

Di certo, se tornassi a vivere in qualche Mondo “parallelo“, non farei della mia professione l’elettrotecnica.  Se l’elettrotecnica e l’impiantista elettrica mi hanno dato da vivere e anche qualche soddisfazione, però a volte mi hanno tolto il sorriso e mi hanno cacciato in una profonda preoccupazione immaginando progetti proposti e poi costruiti nel mio immaginario togliendomi sonno. Che il mio sonno sia sereno o no, penso che non importi a nessuno, ma se immaginiamo che sulla nostra bella Valle e in particolare sulla piana di Chiari nel Comune di Villa di Tirano cali un “ragno nero “ a 51 zampe a qualcuno potrebbe forse interessare. Sappiate che i sogni raccontati non portano nè colpa e nemmeno pena. Pensate alle tante “apparizioni in sogno” credute da molti e che a molti hanno tolto pene e dato conforto all’animo umano. Il sogno si può paragonare ad un ambasciatore ignoto che proietta una visione e spesso l’accompagna con parole che penetrano nel subconscio della persona. In genere il sogno spiattella la verità nuda e cruda. Erutta prepotente e furioso come un vulcano, ti scuote i sensi anche se dormi, poi da svegli scompare e ti lascia un desiderio di sapere, di fare. Poi purtroppo tutti noi dobbiamo fare i conti con la dura realtà della Vita che spesso si conclude con malintesi e con conflitti. Lo slogan di “guerra è sempre” è una verità.  

 

Ma il sogno deve fare il suo corso perché è puro spirito libero ed è da noi incontrollabile. A volte il sogno occorre tenerlo nel “cassetto”, occorre difenderlo a denti stretti, così come si difende la verità dalla menzogna, dalla prepotenza e dal potere dei ricchi. Ora è necessario che narri del mio sogno che ancora serbo nel mio cervello come perla nella conchiglia. Il mio è un sogno denso di preoccupazione. In una di queste sere ho letto su un giornale l’articolo -Il Caso  “ Una stazione elettrica nella piana di Villa?  “queste sono le alternative “ a firma della brava e chiarissima giornalista Clara Castoldi . L’articolo faceva riferimento a delle proposte progettuali elaborate da un raggruppamento di Cittadini e riguardavano  modifiche di progetto redatte su progetto dalla  società Terna  per una stazione elettrica  in località Chiari  nella piana di Villa di Tirano. In altre parole preoccupava la grande estensione di suolo che occupava la Cabina elettrica sulla piana di Chiari.  Un gruppo di cittadini ha studiate delle alternative ipotizzando altri suoli con minor impatto ambientale, di spazi residuali della nuova tangenziale e di minor tutela. Le proposte sono state sviluppate su carta e in scala e inviate all’Amministrazione comunale di Villa di Tirano, inoltre sono state fatte conoscere, con apposita riunione all’Amministrazione di Tirano. Ebbene non voglio entrare nel merito delle soluzioni proposte poiché io credo che la questione dell’ubicazione e della estensione della Cabina elettrica sarà dibattuta con buonsenso e buona tecnica.  E’ nella natura degli essere intelligenti e liberi discutere, proporre e condividere ogni progetto importante, in questo caso quello proposto dalla Terna, purché tutto sia frutto di una ricerca democratica e non impositiva e che guardi l’interesse comune.   E’ “santa grazia” quando nascono, in queste importanti occasioni, dei comitati spontanei che, senza preclusioni, nè borie di scienza e di sapienza, nè oscuri interessi personali colloquiano tra di loro in amicizia per ricercare la migliore soluzione possibile, per poi arrivare ad una conclusione. 

 

Se poi non si arriva ad una conclusione è logico e giusto aspettarsi un progetto imposto. Anche questa volta, spinto dalla mia “curiosità professionale”, ho fatto una ricerca libera da ogni preconcetto e a titolo d’amore per il mio, anzi per il nostro territorio di Valle. La sera stessa, su mia richiesta, ho avuto copia del progetto della Stazione elettrica di Villa di Tirano redatto dalla Terna da un tecnico comunale di Villa di Tirano. L’ho analizzato per benino. Nulla da eccepire riguardo al progetto che, a mio parere, era ben fatto considerando la sua ubicazione in una piana d’esteso spazio, ma non come nel nostro caso, in una Valle dove, per chi ha buona voce, ci si può chiamare da una sponda all’altra e ogni metro quadro di terreno agricolo può essere considerate prezioso. Sapevo anche che la società Terna non è seconda a nessuno per ciò che riguarda l’impiantistica di nuova moderna tecnica con il sistema GIS (incapsulamento a gas SF6) o GIL (linea di trasmissione a gas- azoto/SF6 ) . Come mia consuetudine ho sviluppato il progetto nella mia mente e qualche cosa quella sera mi è rimasto sullo stomaco. Vi assicuro che avevo mangiato leggero e non bevuto alcolici. Mi sono coricato e addormentato ed ecco il mio sogno. Ho sognato questa estesa cabina di circa 60.000 metri quadrati come un immenso ragno nero che è calato dal cielo sulla piana di Chiari di Villa di Tirano. Aveva ben 51 zampe. Le ho contate bene nel sonno.  Trentasei ( 36 ) apparivano possenti e nervose poiché avevano una tensione di 380 kV con  guizzi di correnti nelle sue ragnatele di 1000 Ampère. Nove zampe erano figlie minori e avevano una tensione di 220 kV. 

 

Ma andiamo nel dettaglio.  Le prime 13 zampe (12 conduttori scintillanti e una fune di guardia con palle colorate) uscivano proprio dal Monte di S. Perpetua, poi si abbarbicavano su quattro tralicci che attraversavano la piana ad altezza del campanile del Santuario di Madonna di Tirano per poi confluire su un alto portale nel corpo del ragno nero della cabina posta nella piana di Chiari. Ma non bastava.  Quel ragno nero aveva un corpo denso formato da tre grossi trasformatori 220/ 380 kV e un denso groviglio di tubazioni che contenevano i conduttori che confluivano in un esteso e alto capannone. Queste zampe a 380 kV erano in numero di 26, di cui 13 si dirigevano con la fune di guardia verso Grosio e altre 13 verso la zona della C.le Venina,  a metà montagna,  su alti tralicci variopinti. Ma non bastava. A lato del dorso del “ragno nero “ tre grosse linee a 220 kV , figlie partorite delle linee 380 kV dipartivano verso Valle con ben  9 zampe ( conduttori ) e con una “ zampa “ di guardia per ogni linea.  Insomma a calcoli fatti le zampe uscenti e entranti della cabina che ho visto nel sogno erano cinquantuno ( 51 ) . Era una ragnatela che sovrastava parte della tangenziale di Tirano, ben trista visione per i turisti e i locali che tanto hanno sentito osannare la nostra Valle. Ma si sa che i sogni, fanno poi elaborare da svegli mille considerazioni. Una era questa: cosa facevano, nel mio sogno, quelle zampe a 220 kV delle due linee per Verderio e quella per Cesano nate dal nulla, nascenti nell’Alta Valle e già transitanti a mezza costa della montagna? Perché erano state dismesse dall’Alta Valle e fatte nascere nella Cabina elettrica nella piana di Chiari? Era stato forse una idea per smantellare da subito il tratto delle tre linee suddette dall’alta Valle sino a Tirano per poi farle rifiorire nella maestosa piana di Chiari? 

 

Ricordo i giovani villaschi dei miei tempi che difendevano a sassate le loro fanciulle di contrada dai giovani rapaci tiranesi. Se frequentavi seriamente la ragazza eri salvo, sennò erano bernoccoli per le sassate in testa o dai colpi di scarponi chiodati nel sedere.  Ricordo Don Pera, l’indimenticabile prete dalla tonaca svolazzante, che ti faceva pagare il “pegno “prima del “rito matrimoniale” con la fanciulla in fiore. Villaschi dalla scarpa grossa e dal cervello fine ricordate il giro che facevate intorno alla Basilica di Madonna di Tirano per rammentare ai Tiranesi la vostra proprietà? Ora non più!   Dov’è finito quell’ardore, quella rivendicazione del giusto e chiaro diritto dei Villaschi ? Guardate dall’alto Tirano e Villa di Tirano . A me pare un paese solo per la continuità delle costruzioni e ora la piana di Chiari  è ormai “ regno “ di tanti villaschi e tanti tiranesi che per trovar pace e ristoro passeggiano tra quei magnifici prati che odorano qualche volta di stallatico, profumo ben più preferito dalle tante puzze di camion e di auto che ingorgano il maestoso viale di Madonna di Tirano.  

 

E’ certo! La razionalizzazione delle linee elettriche in valle è sacrosanta e va fatta! Un grazie doveroso va dato al Comitato che ha portato innanzi la questione ferma da alcuni anni e accolta dalla Terna nel suo piano di Razionalizzazione delle linee in Valle.  Che fare dunque perché si vada nella direzione giusta e nella reciproca condivisione per trovare soluzioni condivisibili?  Forse quello che Terna aveva già proposto nel suo piano di lavoro del 2012. Terminate le tre Cabine elettriche di Grosio, Villa di Tirano / Tirano, Venina con la dorsale a 380 kV che le collega con Verderio, si potrebbe poi procedere, a mio parere, al completo smantellamento delle linee 220 kV come preventivato da Terna. Passerebbe troppo tempo e i tralicci da eliminare avrebbero ancora vita lunga? Non credo poiché quando una cosa è di comune interesse “il cavallo va al galoppo “  . Inoltre occorre essere fiduciosi poiché la razionalizzazione delle linee in Valle è un progetto funzionale e moderno.


Dimenticavo. Nel sogno ho rivisto la campagna di Tirano dei miei tempi di gioventù. Il progresso tecnologico ed economico ha letteralmente invaso di costruzioni la piana del Fort a e della Tunda , tra l’Adda e il Poschiavino. Nei tempi passati esisteva una Cartiera che ora non esiste più, ma le strutture sono ancora in piedi. In quel cuneo di piana sono nati una moltitudine di capannoni, alcuni sono contornati di ammassi di materiali vari, altre parti sono a zerbo e le costruzioni giungono quasi fino alla confluenza tra l’Adda e il Poschiavino. Rimane ancora incredibilmente un triangolo di suolo, simile ad una prua d’un vascello tra due fiumi, ma già “deturpato “da un alto traliccio con attraversamento di una doppia linea elettrica Entra- Esci a 220kV. Osservate dall’alto la piana e potete vedere chiaramente che il territorio del Comune di Tirano si insidia a cuneo sulla piana sino metà Villa di Tirano. La piana di Chiari è quasi immacolata da costruzioni, non così purtroppo la zona del “ tirùn dé Vila “ forsennato budello digerente d’auto e di camion , straripante ai lati di magazzini, deposito d’auto, supermercati  e altro. 

 

Ora il “ragno nero “del mio sogno potrebbe ingoiare parte della vergine piana di Chiari.  Ci si chiede quali potrebbero essere la soluzione e gli spazi per la nuova stazione elettrica. Ascoltiamo ancora la voce dei nostri vecchi che dicevano “Meglio abbattere, bonificare e ricostruire in spazi residuali dove c’è stato “rovina e abbandono” e tenere vergine quello che è ancora miracolosamente vergine “ E forse avevano ragione perché sapevano che era la terra che dava loro da mangiare.  

 

State sereni e tranquilli! Il mio era solo un sogno d’un “ por vècc “  che spera di salvare una parte di territorio ancora intatto , ma che ben sa che il potere, i soldi e gli interessi personali fanno sempre da padrone e…. “ guerra è sempre “…. in questo Mondo bizzarro, spesso comandato da gente bizzarra e molte volte ignorante nel senso etimologico della parola.   

 

Ezio Maifrè (Méngu) 


Allegate tre foto di Fulvio Santarossa. 

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