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In memoria di Cici Bonazzi

CRONACA - 16 03 2017 - Ezio Maifré

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/Lazzaro Cici Bonazzi

Caro Cici, ci hai lasciato, ma serberemo sempre nei nostri cuori il Tuo ricordo.

- Ezio, e tutti quelli che Ti sono stati Amici -

 

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LAZZARO BONAZZI, chiamato Cici sin dalla nascita per distinguerlo dal padre Lazzaro, è nato a Tirano il 4 luglio 1931.

 

I Bonazzi, soprannome: "Scimunèta di Bunàsc" contrada in via Trivigno, abitavano al No. 21 dell'allora Viale Vittorio Emanuele; ora Viale Italia. Terzo di quattro fratelli frequentò la scuola media Trombini (al tempo situata nel palazzo Foppoli) e l'Istituto De Simoni per geometri di Sondrio come collegiale dei Salesiani.Trasferitosi a Trieste nell'estate del 1948, completò gli studi diplomandosi geometra e, non ancora ventitreenne, scelse la via dell'emigrazione partendo per l'Australia.

 

Nei primi 4 anni fece il tagliatore di canna da zucchero nelle piantagioni tropicali del Nord Queensland; lavorò poi negli zuccherifici, nelle foreste, fece il fabbro, il meccanico, il saldatore, il carpentiere, il muratore. Alla fine del 1955 si trasferì a Melbourne e sposò la sua compagna di scuola, arrivata nel frattempo da Trieste, e si stabilì definitivamente in quella città; dalla felicissima unione nacquero due figli, Alex (ora imprenditore televisivo a Canberra) e Vivien (PHD in Farmacologia e Genetica, ora negli Stati Uniti).

 

Fu impiegato all'ufficio catastale sino al 1963. Nel febbraio dello stesso anno fu assunto dall'Ufficio Federale per le esplorazioni minerarie e si trasferì a Canberra, la capitale australiana. Partecipò a molte esplorazioni per ricerche petrolifere e minerarie acquistando una buona conoscenza nelle interpretazioni per la compilazione di mappe sismiche, geofisiche e geologiche. Privatamente aprì, con successo, uno studio di progettazione e consulenza edile.

 

Amante degli sport e dell'aria aperta tentò l'avventura calcistica riuscendo a raggiungere, nelle file dell'associazione sportiva Edera di Trieste, la Serie C. In Australia giocò in “prima divisione”, equivalente alla Serie A italiana. A Tirano fu consocio fondatore della ormai dimenticata Freccia Gialla degli anni quaranta. Appassionato montanaro, trasferitosi a Trieste frequentò la scuola per rocciatori diventando un provetto scalatore. Questa sua passione lo portò anche in Australia a compiere diverse prime scalate su roccia.

 

Ritiratosi a vita privata nel 1988, Cici Bonazzi sviluppò l'interesse nei dialetti e in particolare in quello tiranese. Dotato di buona fantasia e di ferrea memoria si mise a scrivere in rima diversi libretti di composizioni dialettali sui ricordi di gioventù.

 

“Il dialetto di Cici Bonazzi risulta infatti immune dalle conseguenze della forte italianizzazione cui è stato sottoposto – e continua a esserlo - il tiranese, con la perdita di suoni, di lessico, di espressioni idiomatiche e l’acquisto di voci spurie, perfino straniere, in una banalizzazione a volte forzata di un linguaggio globalizzato dai media. Un attentato all’identità del nostro paese, verrebbe voglia di dire, dato che la lingua è uno degli elementi fondanti l’essenza e i modi di essere di una persona e di una intera comunità ( G.GL )” .

 

Lazzaro (Cici) Bonazzi, il 7 marzo 2017, è morto a Canberra (Australia)

 

Cito qui di seguito i suoi lavori, tralasciando però le innumerevoli collaborazioni di studio con gli “Amici del dialetto“ tra i quali io ho fatto parte per 20 anni.

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Tutte le pubblicazioni sono state scritte e pubblicate in Australia e sono in rima dialettale di Tirano (Valtellina) eccetto dove specificato diversamente. Da notare che l’autore si firma CICI BONAZZI.

 

1) “Inter Amnes, Turris Amnis, Tiranum. Tirano” (Storia di Tirano) 1988, Libretto in formato A5 di 42 pagine prodotto in 500 copie.

 

2) “Cose Tiranesi” (Argomenti vari), 1988, Libretto in formato A5 di 42 pagine, prodotto in 500 copie

 

3) “‘N Pitinìn de Valtelìna” (Viaggio immaginario dalle sorgenti dell’Adda a Tirano), 1988, Libretto in formato A5 di 42 pagine, prodotto in 500 copie.

 

4) “L’éra par bun ma l’è cuma ‘n schèers” (Ricordi di vita tiranese,) 1989, Libretto in formato A5 di 46 pagine, prodotto in 500 copie.

 

5) “Vargutìni Tiranési” (Descrizione di luoghi e cose), 1988, Libretto in formato A5 di 46 pagine, prodotto in 500 copie.

 

6) “Ricordi” (Ricordi dei giochi giovanili), 1988, Libretto in formato A5 di 46 pagine, prodotto in 500 copie.

 

7) “I òtri de là de Piatamàla” (Quattro chiacchiere sui Grigioni), 1989, Libretto in formato A5 di 50 pagine, prodotto in 500 copie.

 

8) “Glossario di parole tiranesi” (Raccolta di parole dialettali), 1989, Libretto in formato A5 di 54 pagine, prodotto in 500 copie.

 

9) “Chèl toch de val” (Pensieri dopo la frana di Valdisotto), 1990, Libretto in formato A5 di 62 pagine, prodotto in 500 copie.

 

10) “ ‘N Cunfidénsa” (Descrizione di cose), 1990, Libretto in formato A5 di 54 pagine, prodotto in 500 copie.

 

11) “Saggio di vocabolario tiranese” 1990, in formato A4 di 64 pagine, prodotto in 500 copie.

 

12) “Parole, Scutüm, Proverbi e Filastrocche” 1991, Formato A4 di 176 pagine, prodotto in 500 copie.

 

13) “ ‘L Cambrìn de la memoria” (Raccolta di tutti i precedenti libretti di piccolo formato), prima edizione, 1991, Formato A4 con copertina pesante di 294 pagine, prodotto in 25 copie numerate.

 

14) “ ‘L Cambrìn de la memoria” seconda edizione con alcune spiegazioni in italiano in calce, 1993, in formato B4 di 328 pagine, in 300 copie.

 

15) “ ‘L Cambrìn de la memoria” terza edizione, con completa traduzione in italiano, 1994, in formato B4 di 626 pagine, prodotto in 500 copie con ristampa di altre 300 copie nel 1995.

 

16) “Scarìzi che brüsa” (Racconti e poesie, con traduzione in italiano), 1995, in formato A5 di 334 pagine, prodotto in 500copie.

 

17) “Dizionario Tiranese-Italiano con repertorio Italiano Tiranese” (prima edizione), 1993, formato A4 di 596 pagine prodotto in 60 copie.

 

18) “Dizionario Tiranese-Italiano con repertorio Italiano Tiranese” (seconda edizione), 1994, formato A4 di 700 pagine prodotto in 350 copie.

 

19) “Dizionario Tiranese-Italiano con repertorio Italiano Tiranese” (terza edizione), 1996, formato A5 di 1076 pagine, prodotto in 400 copie.

 

20) “Stòri de Emigrànt” Racconti in prosa, 1997, formato A5 di 370 pagine, prodotto in 400 copie.

 

21) “Detti, Proverbi, Filastrocche, Modi di dire” con allegato CD con pronuncia degli stessi, 2000, prodotto in 500 copie.

 

22) “CD di Rime in dialetto tiranese con pronuncia”, 2000, prodotto in 120 copie.

 

23) La mia terra”, Racconti di gioventù di Mario Vesnaver, in prosa, edito nel 1996, prodotto in 400 copie.

 

Lessico del dialetto tiranese con pronuncia e repertorio Italiano-Tiranese” con allegato CD, formato B5 in tre volumi, 1250 pagine, 2002, prodotto in 350 copie.

 

Pensieri” composizioni in rima dialettale con allegato CD della pronuncia, formato A5, prodotto in 370 copie

 

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Li méi muntàgni

(clicca qui per ascoltare il file audio)

 

Cùma despès regòrdi

li muntàgni dela mìa val

e i risc di castègni che crudàva

giù di àrbui piée de spin.

 

I filàr de vit süla sulìva

rampegàa sü par i cliv

e i camp dela pianüra

fit de sörghi e furmentùn.

 

I pràa vércc tücc piée de fiùu,

de margherìti biànchi e papacüch

e li farfàli che svulazàva

n mèz al runzìu de tanti àvi.

 

Vularési turnà ‘n de ‘n busch

par gudè la sùa frescüra,

ramà funch ‘n dela buschìna

par fài secà de mètai vìa,

andà cui amìs de giuentü

par fràu, ghislùn e gaüdi

e po giù tarài ‘n del ciapèl

cul zücher e ‘n pit de vin.

 

Tüt ma mànca chilò ‘n sta tèra

sèca e sciücia mé ‘n dert

e ‘l sòo mìga cu turnaròo

par rivedè ‘l mè munt

restàa dùma ‘n del regòrt.

 

Cici Bonazzi

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Le mie montagne

 

Come di frequente ricordo

le montagne della mia valle

ed i ricci delle castagne che cadevano

dai castagneti pieni di spine.

 

I filari delle viti sulla parte solatia

arrampicati sui ripidi pendii

e i campi della pianura

fitti di mais e grano saraceno.

 

I prati verdi tutti pieni di fiori,

di margherite bianche e acetoselle

e le farfalle che svolazzavano

in mezzo al ronzio di tante api.

 

Vorrei ritornare in un bosco

per godere la sua frescura,

raccoglier funghi nel sottobosco

per farli seccare da conservare,

andar con gli amici di gioventù

a raccoglier fragole, mirtilli neri e rossi

per poi mescolare nella ciotola

con lo zucchero e un po’ di vino.

 

Tutto mi manca in questa terra

secca e asciutta come un deserto

e non so quando ritornerò

per rivedere il mio mondo

rimasto soltanto nel ricordo.

 

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