La bandiera della pace
CRONACA - 03 06 2022 - Silvano Marini
Al direttore. Dal 24 di febbraio con l’inizio della guerra, Russia/Ucraina, l’amministrazione comunale di Tirano ha esposto sul balcone del municipio la bandiera della pace, invitando i cittadini a fare altrettanto. Un atto che non ha avuto seguito né a Tirano né in altre località della Provincia. A Sondrio le bandiere esposte si contano con le dita di una mano, alcuni cittadini, due sedi sindacali e un partito . Lo sappiamo che per fare la pace si deve essere in due: ma a quale condizione? Una pace imposta è identica ad una resa. Quella del pacifista è una ideologia politicamente corretta, è un abito mentale che si può indossare in tutte le stagioni. Dal vocabolario, cosa è la Guerra: lotta armata fra stati o coalizioni per la risoluzione di controversie derivanti da conflitti di natura politica, religiosa, ideologica ed economica. Parola che andrebbe declinata sempre al plurale, Guerre. Che la guerra non sia una catastrofe naturale è tutto da dimostrare, come sostiene chi indossa la bandiera della pace come un abito, più promozionale che ideale. Tant’è vero -ne sono convinto- , che l’ideale per una pace perpetua e universale senza se e senza ma , alla prova dei fatti cambia con la stessa velocità con cui cambiano i relativi interessi individuali. Oggi è cosi, volemose bene , domani chissà . Camminare nel fango per eliminare e disarmare il carnefice è un atto dovuto che non ha bisogno di spiegazioni per chi scrive. Ma… se la guerra non è una catastrofe naturale dobbiamo chiederci perché in ogni attimo del nostro vissuto su questo planisfero non c’è stato un giorno di pace? Sulla guerra la chiave di lettura che ne danno i sostenitori del materialismo storico Marxista è la seguente: dal tempo in cui il Nostro ha iniziato a coltivare la terre e privatizzato la proprietà per accumulare egoisticamente la ricchezza prodotta ( marxiano surplus) sono iniziate le disuguaglianze e guerra fra ricchi/poveri e capitale/lavoro. E’ una tesi rispettabile ma ridicola per chi scrive! A questo punto la mia chiave di lettura non convenzionale mi porta a ritenere che la guerra/e sia un evento naturale, << verum ipso factum>> dicevano i latini. Infatti i fatti evidenziano che la forza degli eserciti ( uomini contro) per fare valere le proprie ragioni fanno la guerra come l’ultima razio che va oltre la morale del bene e del male . Questi valori morali evidentemente sono ancora allo stato embrionale non si sono sviluppati nella nostra coscienza perché l’inconscio prevale sul Nostro . Il pacifista ideologico politicamente corretto ci mostra sempre il lato candido della coscienza, quello sempre pulito (perché mai usato) , e quando usato viene fatto solo per difendere il personale ben-essere del lato opposto. Ma…, nell’ inizio del terzo millennio della nostra antropica storia su questa terra dal momento che le guerre di fatto non hanno avuto una soluzioni di continuità (intermezzo) dobbiamo chiederci se la guerra <<è>> , oppure non << è >> una calamità naturale. Detto diversamente: guerra come artefatto dall’uomo . Dobbiamo chiederci se la guerra non è una calamità naturale perché di fatto è un evento cronicizzato e storicizzato ? Come un fatto umano naturale ,fisiologico, insito in noi, scritto nel nostro DNA. Nel primo caso dovremmo sostenere che è evitabile se la “ ragione “ Kantiana prevale sulla forza, che per necessità deve essere brutale e sorda alle : << leggi morali dentro di me ( noi) >>. Nel secondo caso la guerra come istinto irrefrenabile, cronicizzato nel tempo e nello spazio , un evento naturale contro un nemico immaginario o reale da sottomettere o eliminare. La guerra diventata una necessità per proiettare frustrazioni represse fuori da noi stessi, utile alla sopravvivenza individuale e collettiva della specie “ homo sapiens ” . Una lotta nel branco per stabilire una gerarchia all’interno di uno spazio vitale per necessità più esistenziale che territoriale , delimitato da cartine geopolitiche . E’ una domanda che dobbiamo porci come riflessione su cui costruire un percorso, che se non risolve, spiega, nel limite dello scibile l’arcano della guerra. Dalla notte dei tempi ad oggi in questo planisfero abitato dai cosiddetti … civili di oggi e primitivi ieri , non c’è stato un attimo senza ostilità fra simili della stessa razza e specie. Conflitti omicida, prima con pietre e poi con clave, oggi con armi “intelligenti “ teleguidate da remoto. E’ guerra su piccola scala anche quella nell’ambito della famiglia, tra le mura domestiche, luogo dove avviene il maggiore numero di omicidi in Italia. Nell’ ipotesi che la guerra fosse considerata un evento accidentale ciclico un medico direbbe che è una patologia fisiologica degenerativa, un male non voluto ma necessario alla natura matrigna che governa il planisfero . Guerra , lotta necessaria a rafforzare e/o selezionare chi non è ricettivo al cambiamento, si veda l’ esplosione demografica . La natura non si pone la questione morale come credono alcuni filosofi. Dal mio punto di vista fa il suo percorso a noi sconosciuto come se fosse un evento naturale a cui non possiamo nella temporanietà sottrarci. Penso alla guerra come ad’ un omicidio colposo reiterato anche senza dolo apparente ma “ colpa cosciente”. Penso che la guerra sia una nostra destinazione non perché l’uomo vuole scalare il cielo e farsi Dio ( Dio mancato direbbero gli esistenzialisti ) ma perché anche in un ipotetico paradiso dove non si deve lottare per sopravvivere il “ Nostro” si annoierebbe e andrebbe alla ricerca di simili da sottomettere per il “piacere” che gli dà il “potere”. Se scendiamo negli inferi della coscienza troviamo gli istinti primordiali che albergano in ognuno di Noi . E poi diciamola tutta si fa la guerra anche per motivi di prestigio, gloria e onore tant’è che <<Il potere sugli uomini dà piacere >> a chi lo esercita , chi dice il contrario è un bugiardo. Se il “potere” non provocasse piacere chi lotterebbe con ogni mezzo per governare paesi , città e stati, alla ricerca perenne di prestigio, gloria onore e… piacere per il Potere . Essere ed avere, si legge potere. Silvano Marini
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