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La mia calda estate con Trenord

CRONACA - 31 08 2017 - Alessandro Cantoni

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Il treno era uno dei mezzi di trasporto più confortevoli e pratici per raggiungere mete e luoghi lontani. Lo era, per un passeggero di qualche decennio fa, quando certamente non gli capitava di incontrare molestatori di ogni sorta.

Magari erano un po’ lenti, i convogli di allora, e non sempre comodissimi – specialmente per chi viaggiava in seconda o in terza classe -, ma a destinazione si arrivava sani e salvi (un traguardo!).

 

Viaggio/viaggiavo spesso in treno, per ragioni di studi e, in estate, per diletto.

Ho attraversato il Belpaese in ogni direzione, quasi sempre su rotaia, alla ricerca di nuova bellezza da consumare, da percorrere.

 

Se ho mai perso la pazienza? Tante volte! Specialmente lungo la nostra linea: quella che unisce Tirano, il mio paese, e Milano. Un’agonia di due ore e mezza!

Come sempre sommerso dalle carte, dalle pagine di giornale che svolazzano, ho viaggiato – non senza pena -, osservando

scene e particolari unici: dall’ineducazione di certi passeggeri alle deficienze – in realtà troppe – della compagnia Trenord. Chissà, forse in Uganda le ferrovie non sono ridotte tanto peggio. Ma che conta, noi siamo l’Italia, un Paese serio e rigoroso! E allora parliamo un po’ di noi.

 

Vogliamo dunque fare menzione di chi è sprovvisto del titolo di viaggio? Che vuoi che sia mai: hai solamente scordato di adempiere al tuo dovere di cittadino. Una bella strizzatina d’occhio e via! Il mitico treno anni ’70 – nel 2017! – riprende, fischiettando, la sua corsa. Quando proprio va male, il controllore ti invita a scendere nella prossima stazione d’arrivo (che il diavolo se lo porti!). Una bella pacca sulle spalle all’amico evasore e poi: «Non si preoccupi! C’è sempre il prossimo tra un’oretta; tenti, magari sarà più fortunato!».

E così, allegramente, il nostro evasore, sfuggendo ammende che magari (poverino!) non può nemmeno pagare, giunge spensierato alla sua meta.

 

Frattanto, io ed i passeggeri, seduti in realtà non troppo comodamente, ripartiamo tra una frenatina e l’altra in questo omerico viaggio verso il capolinea, Tirano, il mio paesino coccolato dai monti.

L’ho ritrovato lì, il mio amico treno, che mi aspettava alla stazione Centrale di Milano. Quel giorno era il 25 luglio, una data per me simbolica, poiché segnava il mio ritorno dalla terra di Omero.

Ma a bordo del regionale delle ore 14:20 non c’era traccia delle fragranze oleose della Grecia; la polvere, quella sì, essendo uguale in tutti i Paesi del mondo! Osserva che coincidenza, persino il calore che vi regnava all’interno mi ricordava un po’ la bella Ellenia. Certo, perché l’impianto di aerazione era guasto. Accidenti! Proprio non credevo.

 

Ed io, che tra un giornale e l’altro annoveravo le paradisiache calette di Nasso, venivo preso da un certo sconforto e dalla nostalgia…

E insieme a me, credo, parecchi passeggeri che si dimenavano e tentavano disperatamente di farsi aria con qualche foglio o fazzolettino.

«Prego, se vuole favorisca!» esclamai ironicamente ad una signora seduta accanto a me, porgendole una pagina del mio bel giornale, fresco di stampa.

Pensai che il giornale è sacro, ma, in fondo, ero pronto a fare un’eccezione!

 

25 luglio: una data da incidere sul calendario; prototipo di tanti altri viaggi nella calda estate 2017.

Del controllore, ovviamente, nessuna traccia, e come sempre gli amici evasori andavano in brodo di giuggiole. Non io né chi il biglietto lo aveva pagato profumatamente. Noi, i poveretti, gli sfigati, pensavamo ai fantastici Coradia che qualche volta, come in un miraggio, si vedono sfrecciare nei nostri bei prati rigogliosi. Ogni tanto passano anche loro, ad orari alterni, ricordandoci che, sotto sotto, siamo in un Paese serio!

 

Cari passeggeri, niente paura. Con un pizzico di fortuna potrete avere l’onore di salire a bordo.

Amici pendolari e studenti, per voi, invece, ho ancora una brutta notizia – l’ultima, lo giuro. Non vorrei diventare troppo polemico, un gufo, come direbbe Renzi -: da settembre, alle ore 7:12, non ci sarà più Coradia a coccolarvi, ma il nostro amico treno di sempre. Sì, proprio lui, quello del 25 luglio. A meno che la dirigenza di Trenord non batta un colpo e cambi idea. Buona fortuna!

 

Alessandro Cantoni

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