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Mele: il gelo e i danni

CRONACA - 14 04 2021 - Ivan Bormolini

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/gelo, mele

(Di I. Bormolini) Anche dalle pagine di questo giornale, la settimana scorsa vi avevamo parlato delle gelate notturne che avevano interessato i meleti della zona e più in generale della nostra valle.

Nel comprensorio del tiranese, sono parse a dir poco spettacolari le immagini delle piante e dei fiori coperte da uno stato di ghiaccio generato nelle ore notturne dagli impianti irrigui definiti a pioggia, che come già avvenuto negli anni passati con la loro funzione antibrina, avevano tutelato e salvato i coltivi e quindi la produzione annuale.

L'irrigazione antibrina, nel momento in cui le temperature notturne calano bruscamente, consente di mantenere all'incirca attorno agli zero gradi centigradi, la temperatura dei fiori e del melo.

La distribuzione di acqua sui meleti con il sistema a pioggia fa sì che si formi questo vitale strato di ghiaccio atto a preservare i fiori da questo sbalzo termico non di poco conto.

Da varie fonti in materia, è parso che l'intera produzione 2021, in riferimento ai danni dovuti al gelo, erano risolti grazie proprio a questo metodo.

 

E' andata davvero così ovunque? Gli impianti antibrina sono installati in tutte le zone coltivate a melo?

Lo si sa benissimo che non tutti i frutteti del vasto territorio provinciale sono dotati di questi impianti e le vicende anche riferibili alle recenti annate, ci hanno narrato di gelate notturne che avevano colpito, mi si passi il termine “un po' a macchia di leopardo”, le nostre zone vocate alla coltivazione del melo.

Sono stato raggiunto da una telefonata in redazione da parte del signor Daniele Marchesi, il quale è proprietario di un'azienda agricola coltivata a mele, con una superficie di cinquantamila metri quadri capace di produrre ben 2000 quintali di frutti.

Marchesi, forse anche deluso da certe affermazioni, mi ha spiegato la situazione. La sua amarezza deriva dal fatto che dire che la produzione dell' anno in valle è salva, non corrisponde al vero, ovunque ma è andato ben oltre.

La situazione climatica di questi giorni, ha compromesso la stagione della frutticoltura della zona dell'alto tiranese. Un ampio comprensorio che si estende tra i comuni di Sernio, Lovero, Tovo e Mazzo, dove l'antibrina non c'è.

 

Marchesi, coltivatore “serenasco”, mi ha parlato molto chiaro: “Non avendo avuto la possibilità di mettere in opera e fruire di questi impianti, ad oggi dobbiamo fare i conti con una perdita totale della produzione, il gelo ha “bruciato”i nostri meleti e la situazione non è in alcun modo recuperabile”.

L'andamento stagionale nei giorni passati - ha detto Marchesi- proprio nel momento importantissimo dell' impollinazione, aveva favorito l'apertura dei fiori, le gelate notturne, sono arrivate a toccare picchi di meno nove gradi centigradi e questo ha gelato ogni fiore.

Amara è la conseguenza, si stima e dati i dati sono ben chiari, di una mancata produzione di mele di un ampio conoide.

La stessa zona – ha proseguito l'interlocutore - non è di certo nuova a questi eventi climatici devastanti. Già nel recente 2017, si era manifestata una gelata, la stessa aveva colpito solo una parte dei meleti e con temperature attorno ai meno quattro gradi centigradi.

In quel momento erano stati riconosciuti danni calcolabili attorno al 70-80% della produzione, verbalizzati dall'Ente Provincia di Sondrio, ma non rimborsati.

Ad oggi - conclude Marchesi - il danno è del 100% in termini di qualità, e del 90, 95% in merito alla quantità.

 

A questo punto parlano i fatti più che le parole, ci troviamo al cospetto di un'ingentissima perdita se non totale. Un danno amaro sia dal punto di vista produttivo/economico che naturalmente morale per coloro, che come Marchesi sono imprenditori di questo settore.

Si è senza ombra di dubbio dinanzi ad uno scenario che definire insidioso è ben poca cosa, la verità dei fatti è dimostrabile dalle foto che lo stesso Marchesi ci ha inviato, ma occorre guardare avanti. In effetti una buona notizia c'è, questa è inerente all' annuncio del ministro dell'Agricoltura, Stefano Patuanelli di cui Marchesi ci ha parlato.

Il ministro, per ciò che concerne le gelate di questo periodo e di conseguenza gli ingenti danni a coltivazioni in diverse zone del paese, ha parlato di fondi per il settore. La conta dei danni deve essere fatta dalle Regioni enti queste ultime che hanno il compito di quantificare gli stessi e poi comunicare al ministero delle Politiche Agricole alimentari e forestali il tutto.

E' bene credere, sempre stando a Patuanelli, che vi sarà un decreto mirato e capace di consentire agli agricoltori dei territori interessati dalle gelate, di poter accedere ad un fondo di solidarietà nazionale e ad altre misure di aggiuntive.

 

Nel commentare questa notizia il nostro agricoltore vuole rivolgere un chiaro invito ai colleghi frutticoltori che consiste nel portare avanti questa istanza in Provincia ed in Regione con la stima dei danni dalla quale si potrà aver accesso ai fondi.

Non solo – Daniele Marchesi, facendosi portavoce dell'ennesima problematica che ha colpito una parte delle zone coltivate a melo – ci dice di essersi mosso interessando anche su altri.

L'intento di Marchesi, dopo un lungo colloquio telefonico, mi pare essere lungimirante e molto chiaro: è necessaria un'azione che mi sento di definire corale e congiunta forse pure consorziale, indipendente dal fatto che alcune aziende non facciano parte della Cooperativa.

E' infatti vero che si sta parlando di un'eccellenza, un prodotto stimato e conosciuto, un vanto assieme ad altri, della nostra economia valliva che negli anni ha saputo crescere grazie all'impegno di una moltitudine di attori, tutti chiamati in causa non solo nel passato, ma nel presente e soprattutto per dare un viatico al futuro, perché come ha concluso Marchesi, l'avvenire del nostro prodotto è uguale per tutti.

 

Concludo questo mio intervento, affermando che da non addetto ai lavori, confido nel fatto che quanto detto dal Ministro Patuanelli, trovi al più presto compimento nella realtà dei fatti. Riferendomi a quanto affermato da Marchesi, auspico una presa di posizione diversa da quella del 2017, in quanto in quell'epoca era stato riconosciuto il danno ma lo stesso non era mai stato liquidato.  

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