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Ospedale di Sondalo: da tempo è stato stabilito il suo decesso

CRONACA - 02 11 2019 - Mauro Cusini

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/morelli ospedale

Il termine "politica" viene dal greco "polis", un'entità politica, sociale ed economica, ma anche e soprattutto etico-morale. Fu Platone il primo a teorizzarla come un organismo educativo collettivo nei confronti del singolo, finalizzato al bene comune.

Recentemente c’è stata una riunione dei Sindaci del Terziere Superiore, per discutere del futuro dell’ospedale Morelli di Sondalo: Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce.

Al di là di considerazioni personali sul merito degli studi fatti da Regione Lombardia, è evidente, e sotto gli occhi di tutti, che la volontà di mantenere il presidio ospedaliero è solo delle Genti che vivono la valle.

 

L’immobilismo, sarebbe più corretto usare il termine “lento disfattismo”, di Regione Lombardia porterà inesorabilmente alla chiusura del tanto declamato, a parole, Ospedale di Sondalo.

Il solco è tracciato e malgrado i proclami, più o meno sensati, di direttori, caporedattori e scribacchini vari, al presidio, da tempo agonizzante, verrà staccata la spina.

Non hanno fretta, attendono con pazienza: fosse anche tra dieci anni, hanno stabilito il decesso.

 

Alla riunione dei Sindaci assenti Teglio e Aprica. Spostiamoci dalla figura del primo cittadino del passo orobico, che evidentemente è soddisfatto della pioggerella di euro a contentino per gli impianti sciistici ( prendete e tacete), e soffermiamoci sul sindaco dei pizzoccheri.

Ingiustificata ed ingiustificabile l’assenza del primo cittadino di Teglio, più volte richiamato anche dalla minoranza del Suo comune perchè inadempiente, non foss’altro che è il Presidente eletto della Provincia.

Presidente che brilla per assenza anche per le decisioni sulla frana incipiente di Santa Caterina, lasciata agonizzare anche dalla Regione e dal suo rappresentante valtellinese.

 

I pizzoccheri, quelli buoni, piacciono anche all’Assessore di Regione Lombardia ai piccoli comuni (etc. etc.), che di ritorno il venerdì sera dalla metropoli ne fa incetta, salvo poi trascurare gli impegni morali a cui è chiamato un “politico” degno dell’appellativo.

Qui i colori e le bandiere non c’entrano nulla, volere è potere. Il resto è demagogia.

 

Mauro Cusini

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