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Terna ha presentato il progetto di razionalizzazione: "Un’occasione unica"

CRONACA - 12 06 2022 - Comitato

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Terna ha presentato un progetto imponente che consentirà di demolire 480 km di linee in Lombardia e oltre 1300 tralicci. Per il solo territorio della provincia di Sondrio, Terna ha previsto un investimento complessivo di 1,7 miliardi di euro per la razionalizzazione di Valtellina e Valchiavenna, dimostrando grande attenzione per un’opera strategica, sia in termini di impatto paesaggistico che di stabilità della rete elettrica.


Si tratta di un progetto che segue le aspettative racchiuse nell’accordo quadro del 2003, consentendo di liberare il territorio da moltissime linee aeree, cosa non secondaria considerando che il nostro territorio è a vocazione turistica. Progetto presentato da Terna dopo circa 2 anni di incontri e discussione con la provincia ed i sindaci interessati dalle opere, in particolare della comunità montana di Tirano.


A Terna era stato chiesto di valutare delle ipotesi alternative alla localizzazione della cabina di trasformazione a Villa di Tirano per superare le criticità e migliorarne inserimento. Ipotesi alternative che sono state tutte valutate e presentate ieri in Provincia di Sondrio, alla presenza del presidente Moretti, il Sindaco di Villa di Tirano e il Sindaco di Tirano, oltre che il raggruppamento di cittadini “Amici dei Chiari” e noi del Comitato per la razionalizzazione rete AT di Valtellina, Valchiavenna e Valcamonica.
È stato presentato da Terna un progetto rivisto che prevede una grossa riduzione dell’ingombro di stazione a Villa di Tirano (da 8 ettari circa a 5 da subito ed a 4 alla fine dei lavori di razionalizzazione).


Sono stati sentiti tutti, i sindaci e i rappresentanti dei Comitati, spiegate le scelte e valutate le maggiori criticità di ipotesi alternative. 
Anche se la soluzione non soddisfa tutte le amministrazioni è il momento delle decisioni.
Il progetto è stato svolto seguendo le aspettative del protocollo 2003 e dopo 2 anni di concertazioni tra Terna e le amministrazioni locali che hanno richiesto delle modifiche. 
Come territorio non possiamo perdere questa occasione. 


Qualcuno è davvero disposto a prendersi la responsabilità di far perdere ai cittadini di Valtellina e Valchiavenna un’occasione unica che lascerebbe un’eredità importante ai nostri figli, in termini di benefici paesaggistici ed elettrici in un momento in cui si parla di transizione ecologica?
Non possiamo sempre rimanere ai margini o pensare di rimettere in discussione tutto dopo anni di lavoro con un progetto pronto e finanziato.
Forse è arrivato il momento che la politica locale si faccia valere con un atto di coraggio a beneficio di tutto il territorio. Sono i nostri sindaci e amministratori a dover decidere visto che li abbiamo votati.


Comitato per la razionalizzazione delle linee alta tensione Valtellina Valchiavenna e Valcamonica 
Cardettini

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1 COMMENTI

13 06 2022 11:06

Méngu

Non mi piacciono le premesse ma in questo caso sono obbligato a farle. Ritengo buono il lavoro che Terna ha svolto in questi ultimi due anni con la concertazione dei vati Enti e Comuni allo scopo di portare innanzi il progetto di Razionalizzazione delle linee elettriche di Valle. Lavoro che ritengo indispensabile allo scopo di eliminare vecchie linee e di recuperare territori in una valle stretta e delicata come la nostra. Questo lavoro è stato supportato anche dal parere dei cittadini che hanno espresso i loro punti di vista e le loro idee. E’ un lavoro faticoso, snervante ascoltare i vari pareri e gli interessi dei Comuni che giustamente devono far sentire la loro voce allo scopo di minimizzare gli impatti ambientali e rispettare vincoli idrogeologici. Tutto questo a mio parere va bene e, prima o poi, bisogna pur giungere alla conclusione per realizzare il progetto. Ora leggo nell’articolo redatto dal Comitato per la realizzazione delle linee elettriche Alta Tensione Valtellina, Valchiavenna e Valcamonica, articolo che in gran parte condivido ma che, secondo il mio parere, giusto o sbagliato che sia, c’è un problema che va ancora dibattuto in termini di impatto ambientale nella zona del tiranese e lo si pone nella seguente espressione che è stata scritta nell’articolo: “ Qualcuno è davvero disposto a prendersi la responsabilità di far perdere ai cittadini di Valtellina e Valchiavenna un’occasione unica che lascerebbe un’eredità importante ai nostri figli, in termini di benefici paesaggistici ed elettrici in un momento in cui si parla di transizione ecologica?” Il nodo del problema sta proprio in questa frase “ ….una eredità importante ai nostri figli, in termini paesaggistici … “ Mi spiego: Il territorio del tiranese, con il passaggio della linea a doppia terna a 380 kV Robbia- S. Fiorano, sta soffrendo non poco in “ termini paesaggistici”. Il territorio del tiranese è stato “ deturpato “ per necessità nazionali, da tralicci e da calate di conduttori che si possono vedere da chilometri di distanza. Questa sofferenza durerà, io credo più di cento anni e molti cittadini se ne son fatta una ragione. Pensiamoci bene: vi è forse un’ altra cittadina turistica in Valle, prestigiosa per la presenza del Trenino Rosso, di un Santuario Mariano “ patrono della Valtellina “, luogo che fa da porta d’ingresso di gioiello di Valle come quella Poschiavina, che ha dato tanto” in sofferenza” paesaggistica ? Forse è questo un bene, una eredità importante e centenaria per i nostri posteri? Presso la piana di Chiari nel territorio di Villa di Tirano è in progetto una grande stazione elettrica che farà da collegamento con una dorsale simile all’attuale doppia terna a 380 kV Robbia – S. Fiorano che giungerà sino a Venina ( SO ) per poi collegarsi con la zona di Verderio ( LC) Questa dorsale elettrica a 380 kV è giusto che la si debba fare per realizzare la così detta “ transazione ecologica”, ma occorre analizzare attentamente gli impatti ambientali e magari rileggere e rispettare anche i “ patti “ che furono concordati nel 2003 quando la detta linea è transitata per il tiranese. Terna, nei suoi progetti iniziali li aveva tenuti in perfetta considerazione e anche successivamente leggendo le relazioni nei loro piani di lavoro fino al 2012 e forse oltre. Poi nelle varie concertazioni con i vari Enti presenti sul territorio, il progetto è cambiato e si sono aggiunte, nel progetto della stazione elettrica del Poschiavino, altre tre linee a 220 kV che partono ora da Grosio, aggravando pesantemente l’impatto ambientale nella zona del Tiranese. Si pensi ad una stazione elettrica in cui confluisco circa 51 conduttori con tre grossi trasformatori, un grande portale a 380kV con i tre “ ammarri “ delle relative linee, un grande portale a 220 kV con quattro stalli a 220 kV , due grossi reattori per esigenze di servizio per i cavi 380 kV della stazione Grosina, il relativo stabile in blindato per la confluenza delle linee e dei trasformatori, due chioschi dei servizi ausiliari e uno di comando, locali adibiti a magazzino ecc. ecc. ( a chi interessa il progetto generale lo possono trovare nelle varie sedi Comunali ). Nel progetto generale iniziale la stazione elettrica appariva un semplice “ Entra e Esci “ soluzione perfettamente idonea ad un territorio già pesantemente penalizzata dal passaggio della nuova tangenziale. All’espressione scritta nell’articolo “ Forse è arrivato il momento che la politica locale si faccia valere con un atto di coraggio a beneficio del territorio “, a mio parere, pone una pesante domanda : di quale territorio ? Quell’espressione può andare bene, quando le scelte sono del tutto condivise dai vari Sindaci e gli eventuali contrasti sono stati sedati con intelligenza, equilibrio e buon senso comune. Non mi pare logico far “ prevalere “ una scelta anche di molti, su una scelta che penalizza pesantemente un singolo territorio che ha già fortemente dato. Rivedere una scelta fatta a seguito del progetto originale del 2003 e dei piani di lavoro del 2012 che Terna aveva già ben studiato che a me pare di ottima soluzione, mi pare un segno di intelligenza e maturità. E non è assolutamente “ smontare tutto il lavoro fatto “ ma è “perfezionarlo”. Ezio Maifrè